Hong Kong, 3 lug. (LaPresse/AP) – I Radiohead hanno fatto il loro primo timido passo nel cyberspazio cinese, lanciando la propria pagina sul sito Weibo, il Twitter cinese legato al portale Sina.com. Per adesso però è solo uno il messaggio scritto dalla band britannica sul social network, una sorta di test con le parole “proviamo weibo”. Il governo cinese controlla i contenuti internet, in cerca di materiale che possa essere politicamente sensibile e i siti di microblog devono garantire che i post discutibili siano cancellabili. Eppure Weibo sta diventando sempre più uno dei principali veicoli di democrazia tra i giovani cinesi. I Radiohead sono stati spesso critici sulla questione dei diritti umani in Cina, si sono esibiti in concerti a favore del Tibet e hanno chiesto a Pechino la liberazione del dissidente Liu Xiaobo.
Non sono poche le censure cinesi sul web. Secondo quanto dichiarato a Forbes dall’amministratore delegato di Sina, Charles Chao, Weibo ha almeno 100 persone impegnate a monitorare i contenuti del sito di microblog 24 ore al giorno. E le stelle della musica straniera spesso non sono viste di buon occhio da Pechino, soprattutto quando si intromettono nelle questioni legate al Tibet. Come fece l’islandese Bjork che gridò “Tibet” durante un concerto nel 2008 a Shanghai, al termine del brano ‘Declare Independence’. Lo scorso anno toccò agli Oasis che abbandonarono il debutto programmato in Cina sostenendo che gli ufficiali del ministero della Cultura erano stati offesi dal fatto che il leader Noel Gallagher avesse suonato al concerto Free Tibet a New York nel 1997. Passare attraverso le maglie del controllo di Pechino è toccato anche a Bob Dylan, ad aprile, a cui è stata chiesta una lista delle canzoni che avrebbe portato sul palco, ma su cui poi non è stata applicata alcuna censura.
Il fascino dei Radiohead in Cina è chiaro fin da subito, vista l’accoglienza ricevuta su Weibo, dove la pagina della band britannica ha già 49mila follower e dove il primo e unico messaggio pubblicato ha già avuto 3.800 commenti ed è stato rilanciato quasi 10mila volte. “E’ proprio vero?”, si chiede l’utente BrattyB. E un altro, Stephan Li, scrive: “Mio Dio… Per favore venite a Shanghai! Vi prego!”.
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