La commozione di Lucia, Fiammetta e Manfredi Borsellino per la traccia dell'esame di stato che prende spunto da una frase del giudice antimafia ucciso

I figli di Paolo Borsellino commossi per la traccia della prima prova della maturità 2025 che fa riferimento a una frase del giudice ucciso dalla mafia nel 1992. “Apprendiamo con commozione che tra le tracce della prova scritta di italiano per la maturità di quest’anno, vi è un riferimento all’attenzione e alla fiducia che nostro padre riponeva nei giovani. Egli nutriva una enorme speranza nelle future generazioni ed abbiamo sempre pensato che a reggere i suoi sforzi vi fosse il senso di una prospettiva alta di un cambiamento in meglio della nostra società civile”, commentano Lucia, Fiammetta e Manfredi Borsellino.

“Nella sua famosa frase ‘se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo’ è condensata tutta la speranza che la sua attività di magistrato impegnato sul fronte antimafia potesse incidere sulle coscienze di tutti i cittadini, all’interno di un percorso segnato dal sacrificio di tantissime magnifiche vite umane – proseguono i Borsellino -. Resta in noi oggi la consapevolezza che attraverso l’odierno riconoscimento e tributo, il sacrificio di nostro padre è come un seme che sta dando i suoi frutti. Il percorso è ancora lungo ma siamo sulla buona strada. Ci sia consentito di ringraziare la Scuola di ogni ordine e grado per tutto il lavoro di educazione alla legalità svolto in questi 33 anni e che sappiamo sarà portato avanti con nuovo entusiasmo alla luce di quanto accaduto oggi”. 

Salvatore Borsellino: “Importante parlare ai giovani di mafia”

“È importante che un tema come questa venga sottoposto ai giovani. Lui sapeva che i giovani anche allora avevano una consapevolezza maggiore di noi su che cosa fosse la mafia. Per noi ragazzi che vivevamo allora in Sicilia, c’era la mafia al posto dello Stato, non ci rendevamo conto, per noi era un fenomeno letterario da leggere sui libri di Sciascia: come potevamo distinguerla se a Palermo mafia e Stato erano la stessa cosa?”. Così Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino, a LaPresse in merito alla traccia scelta per la maturità che riporta un articolo del magistrato comparso su ‘Epoca’. “È importante perché la mafia non è scomparsa, si è anzi rafforzata. Ha cambiato ancora una volta aspetto e proprio perché è più forte e più difficile da riconoscere è più difficile da combattere. È fondamentale che questi argomenti vengano sottoposti ai giovani”, ha aggiunto sottolineando che “sarebbe anche più importante che lo Stato finalmente facesse un’azione per arrivare alla verità che, dopo 33 anni, stiamo inutilmente aspettando”.

Colosimo: “Traccia su Borsellino contributo a uomo straordinario”

“Confesso: oggi avrei voluto essere una maturanda per scegliere la traccia su Paolo Borsellino, straordinario tributo ad uno straordinario uomo. È la speranza che riponeva nei più giovani che solleverà la Procuratrice Caramanna dallo scempio di certe minacce. Oggi tantissimi studenti sono con chi vuole essere libero di scegliere”. Così la presidente della Commissione antimafia Chiara Colosimo su X. 

Paolo Borsellino morto in via D'Amelio a Palermo
Paolo Borsellino morto in via D’Amelio a Palermo
Foto LaPresse

La morte di Borsellino nella strage di Via D’Amelio

Paolo Borsellino fu ucciso in un attentato di mafia il 19 luglio del 1992. Alle 16.58 in via D’Amelio a Palermo esplose la bomba che uccise il giudice siciliano e i cinque uomini della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Una Fiat 126 imbottita di esplosivo spezzò la vita del magistrato a soli 57 giorni dall’omicidio del collega e amico Giovanni Falcone a Capaci. Borsellino, 52 anni, stava facendo visita alla madre. Fu uno degli eventi più duri della stagione stragista mafiosa, inaugurata in risposta all’esito definitivo del maxiprocesso di Palermo, che aveva visto la condanna dei principali boss, tra cui Totò Riina e Bernardo Provenzano. Borsellino fu uno dei giudici istruttori di quel processo.

La sua fu una ‘morte annunciata’: diverse informative del Ros avevano infatti segnalato come il magistrato fosse nel mirino dei vertici di Cosa Nostra. La famiglia Borsellino, in polemica con i livelli di protezione assegnati al giudice, ritenuti inadeguati, rifiutò i funerali di Stato. 

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
©LaPresse Archivio Storico 11-05-1988
Varie Nelle Foto : Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

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