Il dottor Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmologica Italiana, avverte: "Mancano studi su complicazioni a lungo termine. Serve prudenza e buon senso"

Cambiare il colore degli occhi sta diventando quasi una moda. L’operazione si chiama cheratopigmentazione ed è stata eseguita da alcuni influencer che hanno mostrato i risultati sui social, per ultimo Francesco Chiofalo, influencer ed ex volto di Temptation Island.

Cheratopigmentazione, in cosa consiste l’intervento

La tecnica maggiormente utilizzata per la cheratopigmentazione è la cosiddetta Tecnica FAK (femtosecond laser-assisted intra-stromal keratopigmentation), che consiste in due fasi: nella prima viene creata, attraverso l’uso di un laser (il più utilizzato è il Laser Zeiss Visumax), una piccola sacca a forma di anello all’interno della cornea; nella seconda, invece, un pigmento naturale e biocompatibile viene inserito nella sacca con una canula, attraverso il minuscolo tunnel creato in precedenza con il laser. Entrambi gli occhi vengono trattati nello stesso momento e il paziente torna a casa senza bendaggi, ma solamente con una lente a contatto protettiva da indossare nelle successive 24 ore. Questa verrà poi rimossa durante il controllo efettuato il giorno dopo l’operazione. 

Cheratopigmentazione, quanto dura e quanto costa l’operazione

La durata dell’intervento di cheratopigmentazione ha una durata molto breve, 15-20 minuti al massimo. Per quanto riguarda i costi, invece, l’operazione in Italia ha una forbice di prezzo che oscilla tra i 7mila e i 10mila euro

Cheratopigmentazione, rischi ed effetti collaterali

La cheratopigmentazione è una tecnica che ovviamente presenta molti rischi, così come spiega a LaPresse il dottor Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmologica Italiana (SOI): “La cornea è l’unico tessuto trasparente del nostro corpo, come un vetrino di un orologio, che ci permette di vedere. Un tipo di operazione come la cheratopigmentazione rischia di creare cicatrici a livello corneale, rendendo quindi la cornea meno trasparente di prima. Sarebbe come vedere attraverso un vetro smerigliato”. “Inoltre col tempo possono manifestarsi altre complicazioni che al momento non è dimostrato poter evitare. Una su tutte la dispersione del pigmento, che può anche causare il glaucoma“, prosegue il dottor Piovella, che specifica anche come l’utilizzo di pigmenti naturali non sia di particolare rilevanza: “In natura esistono tanti prodotti naturali che, in molti soggetti, causano allergie e intolleranze. Basti pensare al polline”.

La cheratopigmentazione non è la prima tecnica sperimentata per il cambiamento del colore degli occhi: “Già dieci anni fa era stata messa a punto una tecnica che utilizza un laser molto selettivo che, applicato per pochi secondi sull’iride, irrita le cellule pigmentarie creando una piccola infiammazione. La parte infiammata viene quindi attaccata dagli anticorpi che mangiano le cellule pigmentarie e, dopo un mese, l’iride prende il colore azzurro. Dopo dieci anni questa tecnica non ha ricevuto alcuna approvazione, in quanto non esistono certezze sufficienti”.

“Nessuna guerra o contrapposizione – ci tiene a specificare il dottor Piovella – Solo un invito a riflettere su un tipo di trattamento non necessario e utilizzato solo con un fine estetico. Il mio invito è quello di avere prudenza e buon senso, magari lasciando questo tipo di pratiche a chi ha necessità estetiche, come nel caso degli influencer. Al resto delle persone consiglio di attendere ancora qualche anno, quando forse avremo qualche certezza in più”, conclude Piovella. 

 

 

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