Dopo la giornata di stop di novembre, i camici bianchi fanno il bis: "il governo non ha mantenuto le promesse e la manovra è deludente"

I medici ospedalieri e i veterinari dell'Anaao-Assomed annunciano due giorni di sciopero per il mese di gennaio 2019. Giudicano "deludente" la manovra economica approvata alla Camera e chiedono "sostanziali modifiche al Senato in nome della sanità pubblica e del lavoro dei suoi professionisti". I camici bianchi avevano già incrociato le braccia il 23 novembre, con un'adesione record pari al 90% del personale. Ma, spiega il sindacato di categoria, gli impegni assunti a seguito di quel 'venerdì nero' sono stati "in gran parte disattesi" e la Legge di Bilancio e i decreti collegati "appaiono ciechi nel non vedere il baratro in cui la sanità pubblica sta precipitando e sordi nel non ascoltare i tanti segnali di allarme".

Lo scenario che si prospetta negli ospedali per inizio anno nuovo è lo stesso del 'Black friday' di autunno: sale operatorie vuote e corsie semideserte. L'intersindacale medica punta il dito contro il governo gialloverde: "Continua, in barba al cambiamento promesso, un finanziamento presente e futuro del Fsn irrisorio ed aleatorio, legato ad incrementi del Pil per gli anni 2020 e 2021 inverosimili, ed una campagna di criminalizzazione verso i medici pubblici, sottoposti a video sorveglianza e penalizzazioni nelle loro attività libero professionali per colpe che non possono essere loro attribuite", spiega Anaao-Assomed.

Mentre il governo "detassa il reddito dell'attività privata degli insegnanti ed elargisce a piene mani 'flat tax' alle partite Iva", per i medici, veterinari e dirigenti sanitari "vale il principio opposto, colpevoli, fino a prova contraria, di manipolare le liste d'attesa e, in caso di inadempienze ad altri dovute, sospesi sine die da una attività produttiva che garantisce libertà di scelta ai cittadini e gettito fiscale certo". Le organizzazioni sindacali chiedono "un impegno preciso del governo rispetto a un contratto di lavoro atteso da 10 anni". In ballo c'è la qualità dei livelli di assistenza.

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