A Roma il XIX congresso degli oncologi italiani. I dati: mille nuovi tumori al giorno, ma si guarisce sempre di più

Istituzioni, medici, pazienti e industria. Sono i caposaldi di una nuova alleanza contro il cancro, una malattia che ogni giorno colpisce in Italia (in una delle sue svariate forme) mille persone per un totale di 369.000 nuove diagnosi all'anno. Ma anche una patologia con tassi di guarigione sempre più elevati e con un esercito di "sopravvissuti" (in gran parte con una qualità della vita accettabile) che ormai sfiora i tre milioni e mezzo nel nostro Paese.

Il 19esimo congresso dell'Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) che si è aperto oggi all'Hotel Mariott di Roma, si propone appunto di lanciare questa alleanza che è già realtà in tante situazioni, ma che ha bisogno di risposte più univoche ed efficaci su tutto il territorio nazionale. "L'assistenza oncologica in Italia – ha detto il presidente Aiom Carmine Pinto, che, in questo congresso passerà la mano a Stefania Gori – funziona bene, ma c'è bisogno di processi assistenziali organizzati e di una soluzione definitiva per la gestione dei farmaci". Sì, perché, a cavallo tra 2016 e 2017 si è temuto un tracollo del sistema. Tracollo economico dovuto all'ingresso di nuovi farmaci (chemioterapici ma, soprattutto quelli che sono alla base delle nuove terapie biologiche e immunologiche) dai costi elevati. Pinto ha ricordato che si è corso davvero il rischio di non riuscire a permettere a tutti i pazienti l'accesso a queste molecole, alcune delle quali determinanti nel dare a tante persone una speranza di vita. Si è pensato a una ulteriore tassa sulle sigarette che sono causa di una quota elevata di tumori (quasi tutti quelli al polmone), ma poi (anche se il discorso della nuova imposta sul fumo resta aperto) grazie allo sforzo comune della struttura sanitaria nazionale dell'Aifa (agenzia nazionale del farmaco), dei medici e dei pazienti, con l'accordo del Ministero della Sanità si è arrivati alla costituzione di un fondo per il farmaco da mezzo miliardo che si è rivelato sufficiente a coprire l'ingente spesa farmaceutica legata ai tumori.

Il tema, però, si riproporrà l'anno prossimo e la ministra Beatrice Lorenzin, nel suo intervento al congresso, ha detto, tra l'altro che la tassa sulle sigarette (un centesimo l'una) prima o poi, dovrà essere introdotta anche perché si tratta "di una non tassa" nel senso che il vantaggio economico di una diminuzione dell'impatto sociale dei tumori al polmone sarebbe di gfan lunga più conveniente per il Paese e le sue risorse. E la questione si allarga al problema dei test che sono sempre più efficaci e precisi, ma anche più costosi. Ovviamente, i test vanno pagati a tutti i cittadini che ne hanno bisogno, compresi tutti quelli per cui gli esami stessi escluderanno la malattia. Non solo, Pinto ha sottolineato la necessità di strategie terapeutiche unificate e di lanciare un progetto a lungo termine per gli studi che devono continuare a monitorare i nuovi farmaci e la loro efficacia anche dopo la registrazione. Nel senso che è sicuramente necessario conoscere rapidamente gli effetti positivi (e anche negativi o inutili) delle diverse molecole per organizzarne la messa a disposizione di tutti quelli che ne hanno davvero necessità senza sprecare risorse.

E proprio i soggetti di cui all'inizio (medici, pazienti, strutture sanitarie e istituzioni, industria farmaceutica e Aifa) sono chiamate a una "santa alleanza" contro il cancro. Un'alleanza che ha sempre di più come obiettivo realistico la guarigione o quantomeno la cronicizzazione di quasi tutte le più importanti forme tumorali. E, in questo senso, diventano fondamentali sia la prevenzione primaria in termini di stili di vita (no al fumo, alimentazione adeguata, movimento e sport) che gli screening che permettono di individuare la malattia agli stadi iniziali quando è più facile intervenire. Non meno importante la comunicazione: far sapere a tutti che la prevenzione e i controlli sono importantissimi ma anche, attraverso le giuste modalità informative, togliere dalla testa e dal cuore della gente che il cancro sia una malattia incurabile. A parole, tutti o quasi dovrebbero saperlo, ma i sondaggi dimostrano il contrario e spesso, quando il tumore entra nelle nostre case o nel nostro corpo, le reazioni sono di paura primordiale.

I dati – Un po' di numeri possono servire a capire meglio di cosa si sta parlando. Nel 2014 (ultimo dato complessivo disponibile) in Italia, sono morte di cancro 177.301 persone (99.412 uomini e 77.889). La mortalità, che nel 1999 era di circa 140 persone all'anno è crescita fino al 2012 e, negli ultimi anni, si è stabilizzata intorno ai 175mila decessi annui. Il che significa che le cure hanno sostanzialmente frenato il tasso di mortalità.

I tumori (29%) sono la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari (37%). Polmone, colon e retto, mammella, pancreas e fegato (in quest'ordine) sono quelli che causano il maggior numero di decessi. Nel 2016 le nuove diagnosi sono state 369 mila con un decremento di 2.400 negli uomini e un aumento di 7.015 nelle donne (soprattutto polmone e seno). Ma (e qui cominciano i segnali positivi) la speranza di vita per chi si ammala di cancro è oggi decisamente più elevata di 25 anni fa. Chi si è ammalato di cancro nel 1990/94 era ancora vivo dopo 5 anni nel 39 per cento dei casi se uomo e nel 55 per cento, se donna. Questa percentuale di sopravvivenza è salita al 54% (uomini) e 63% (donne) per chi ha avuto la diagnosi tra il 2004 e il 2009. A quanto è dato di sapere, questo dato è già migliorato negli ultimi anni.

Ormai, dunque, la media di sopravvivenza a cinque anni è intorno al 60% prendendo l'insieme di tutti i tipi di tumori. In particolare, si va dal testicolo (90% di sopravvivenza a 5 anni), prostata (89%), mammella (86%), melanoma (85%), vescica (78%), corpo dell'utero (76%), laringe (69%), cervice dell'utero (68%), rene (67%), colon (61%). Sotto il 50 per cento restano sette tipi di tumori: testa e collo (44% di sopravvivenza a 5 anni), ovaio (38%), stomaco (32%), fegato (16%), polmone (14%), esofago (11%), pancreas (7%). In tutti i principali tipi di tumori, tra l'altro, l'Italia si colloca tra i 5 e i 10 punti al di sopra della media europea per quanto riguarda la sopravvivenza. E, sempre a proposito di sopravvissuti, si diceva che sono ormai 3 milioni e 304 gli italiani che vivono con una diagnosi di cancro. Nel 2010 erano appena 2.587 mila.

 

 

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