Moavero: "Illegittimo il voto con cui è stato eletto Maduro". Di Maio non partecipa all'incontro

ParlamentoAccordo raggiunto a palazzo Chigi sul Venezuela nel corso del vertice di governo. M5S e Lega, si legge nella mozione, impegnano il governo "a sostenere gli sforzi diplomatici anche attraverso la partecipazione a fori multilaterali al fine di procedere, nei tempi più rapidi alla convocazione di nuove elezioni presidenziali che siano libere credibili e in conformità con l'ordinamento costituzionale". La risoluzione è stata approvata dalla Camera dei deputati con 266 sì, 205 no e 9 astenuti e al Senato con 150 voti favorevoli, 120 contrari e 2 astenuti.

"Il governo considera inaccettabile e condanna fermamente ogni tipo di violenza e si esprime a favore di una soluzione pacifica. Il governo ritiene che le scorse elezioni presidenziali non attribuiscono legittimità democratica a chi ne è uscito vincitore, cioè Nicolas Maduro", ha dichiarato il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, nelle sue comunicazioni alla Camera. "La nostra posizione è coerente con le conclusioni, con il comunicato del Gruppo di Montevideo e con la dichiarazione del 26 gennaio dei Paesi europei", ha aggiunto, sottolineando che "la condanna di ogni tipo di violenza e la richiesta di nuove elezioni presidenziali restano i nostri punti cardine". 

All'incontro, previsto inizialmente nella serata di lunedì, hanno partecipato oltre al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il vicepremier Matteo Salvini, il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Assente l'altro vicepremier Luigi Di Maio, che sarebbe rimasto al Mise, delegando per lui Fraccaro.

Tav  – Al centro del vertice anche la Tav. Finalmente è stata pubblicata online la famosa analisi costi-benefici prodotta dalla Commissione presieduta dal professor Marco Ponti. Dall'analisi emerge che si verificherebbero perdite per 7 miliardi e vantaggi economici per 885 milioni.

"Come ciascuno adesso può vedere da sé, i numeri dell'analisi economica e trasportistica sono estremamente negativi, direi impietosi: stiamo parlando di costi che, su un trentennio di esercizio dell'opera, superano i benefici di quasi 8 miliardi, tenendo conto del solo esborso per il completamento", ha dichiarato in una nota il ministro Danilo Toninelli. Nel dettaglio "la cifra scende appena a 7 miliardi se si considera uno scenario più 'realistico' di crescita dell'economia, dei traffici e di cambio modale. Secondo il soggetto proponente, grazie alla nuova linea i flussi di merci su ferro dovrebbero moltiplicarsi magicamente di ben 25 volte da qui al 2059. In realtà, i numeri ci dicono che dovremmo spendere oltre 5 miliardi di fondi pubblici per spostare dalla strada alla ferrovia, se va bene, 2mila o 3mila tir al giorno, quando sulla Tangenziale di Torino, per dare un termine di paragone, passano quotidianamente 60mila mezzi pesanti. Voglio ribadirlo: Lione è una bellissima città, ma è evidente che ci siano altre priorità infrastrutturali in questo Paese".

"La valutazione negativa della Torino-Lione che emerge dall'analisi, voglio dirlo in modo chiaro, non è contro la Ue o contro la Francia. Essa si configura piuttosto come un prezioso elemento di informazione per indicare a tutti gli interlocutori l'opportunità di verificare se esistano impieghi migliori delle risorse che sarebbero destinate al progetto. In ogni caso – ha concluso Toninelli – da parte mia quanto fatto finora è funzionale all'impegno assunto dal Governo nella sua interezza e nell'interesse dei cittadini. La decisione finale, come è naturale che sia, spetta ora al governo stesso nella sua piena collegialità".

In tutto questo, si dovrà capire come sono stati fatti i conti: come, ad esempio, sono stati contati i mezzi pesanti (80mila) che verrebbero tolti dalla tangenziale di Torino, se è vero che peserebbero i mancati pedaggi autostradali e si dovrà rispondere a diverse altre domande. Ora toccherà a Conte trovare una difficile mediazione tra le due 'fazioni' e sarà interessante capire se (e in che misura) sul controverso tema peserà il risultato del voto in Abruzzo.

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