Roma, 23 dic. (LaPresse) – Il premier Mario Monti non si candiderà, ma pubblicherà presto la sua agenda politica “su un sito apposito”. E se una coalizione di partiti vorrà farla propria e chiedergli di fare di nuovo il premier valuterà la “credibilità” di questa coalizione. E’ il senso del lungo discorso di fine anno del premier Mario Monti, che ha detto di non volersi schierare con nessuno e sottolineando che, se desse retta alla sua convenienza personale, non farebbe “strettamente niente”, il che potrebbe anche portarlo, ha fatto capire, al Quirinale.

“PUBBLICHERO’ LA MIA AGENDA”. “Cambiare l’Italia, riformare l’Europa: agenda per un impegno comune”, è il titolo del documento politico programmatico “che sarà presto pubblicato su un apposito sito internet”. Il primo punto di questa agenda, ha sottolineato Monti, sarà “non distruggere ciò che con il sacrificio di tutti si è fatto finora”. “Negli ultimi mesi – ha spiegato il premier uscente – si è molto parlato di ‘agenda Monti’. Non siamo stati noi a introdurre questo riferimento, ma le forze politiche che hanno assunto questa agenda come schema logico da realizzare o da contrastare nei prossimi anni. Ne siamo stati lieti perché questo ha consentito di spostare sui contenuti e sul metodo di governo un dibattito politico concentrato altrimenti quasi esclusivamente su schieramenti e leadership. Preso atto del fatto che l’agenda esiste, abbiamo preparato noi un documento”.

“CANCELLARE L’IMU? POI BISOGNEREBBE RADDOPIARLA”. “Promettere di togliere l’Imu – ha sottolineato – è bellissimo, e anche ridurre altre tasse. Se si farà senza grandissime altre operazioni politiche economiche un provvedimento come questo, chi sarà al governo l’anno successivo dovrà mettere l’Imu doppia. L’agenda – ha aggiunto – esiste proprio per evitare illusionismi”.

NON SARO’ CANDIDATO”. Riguardo all’ipotesi di una propria candidatura Monti ha spiegato: “Non sarò candidato a un particolare collegio, anche dovessi muovermi nella direzione di un impegno politico, perché sono già senatore a vita”.

PRONTO A FARE DI NUOVO IL PREMIER”. In ogni caso il professore, di fronte a una nuova coalizione politica che prenda come riferimento l’agenda Monti ha specificato: “Sarei pronto a dare incoraggiamento, apprezzamento e se richiesto guida”. Sulla sua decisione, ha sottolineato, incideranno comunque “contenuti, metodo di governo, credibilità e tempi”. “Sono nelle mani di coloro che devono decidere se queste idee siano convincenti o no”. Monti ha sottolineato di essere contrario a “una zattera”. E se ci dovesse essere una spinta in questa direzione, ha aggiunto, “spero di avere il cervello per valutare se siano credibili”.

“NON MI SCHIERO CON NESSUNO”. Allo stesso tempo, ha sottolineato, “non mi schiero con nessuno. Vorrei che partiti e forze sociali si schierassero sulle idee e spero che anche la nostra agenda possa contribuire a dare più concretezza ai dibattiti e mi auguro che le idee nell’agenda possano essere condivise da una maggioranza in Parlamento”.

NOME IN LISTA? QUESTIONE MARGINALE”. Monti ha detto di non aver interesse a una lista col proprio nome: “Non ho simpatia per i partiti personali o che sembrino tali”, ha spiegato, riferendosi alla critica avanzata qualche giorno fa dal segretario Pd Pier Luigi Bersani. “Preferirei che l’agenda Monti – ha aggiunto – serva a fare chiarezza. Non mi sottrarrò se lo vorranno ad essere un punto di riferimento ma la questione del nome mi sembra marginale”.

“NON SO SE FARO’ CAMPAGNA ELETTORALE”. “Le elezioni sono vicine” e “la storia italiana è piena di presidenti del Consiglio che hanno partecipato a campagne elettorali ma questo non vuol dire nulla su quello che potrà essere il mio atteggiamento”. “Non ho la minima idea di come mi regolerei”, ha spiegato, se dovesse decidere di proseguire il suo impegno politico.

“BERLUSCONI? GRATITUDINE E SBIGOTTIMENTO”. Nei confronti di Silvio Berlusconi i sentimenti di Mario Monti sono “gratitudine” ma anche “sbigottimento”. “Talora faccio fatica a seguire la linearità del suo pensiero”, ha spiegato, citando recenti dichiarazioni di Berlusconi che esprimono a fasi alterne “apprezzamento o deprezzamento delle attività del governo”. “Ieri – ha detto Monti – ha parlato di ‘disastro completo'” di un esecutivo che non avrebbe fatto altro che reintrodurre l’Imu senza portare a termine le riforme, mentre pochi giorni prima aveva avanzato “l’offerta lusinghiera per me che il sottoscritto potesse guidare i moderati”. Monti non ha risparmiato al predecessore neanche una stilettata sulla legge elettorale: “Con tenerezza Berlusconi ha detto ‘eravamo pronti alla riforma elettorale’ ma è finita la legislatura”.

Ma alla fine, a chi gli chiedeva se questo significasse che ogni rapporto col Pdl è troncato, ha risposto: “Tra persone di valore e soprendenti, e mi riferisco a Berlusconi, tutto può accadere”. “Non mi sono mai ritenuto – ha sottolineato – super partes, ma extra partes. ‘Sbigottimento’ mi sembra un termine tecnico per descrivere la sorpresa di fronte a questa oscillazione di giudizi. Questo non significa essere contro una parte politica, ho solo rilevato che una e non le altre due ci ha sostanzialmente tolto la fiducia”.

“MI CONVERREBBE STARE FERMO E ASPETTARE IL QUIRINALE”. L’indecisione su una sua candidatura, ha continuato Monti, è legata al fatto che probabilmente avrebbe buone chance di andare al Quirinale se non si gettasse nella mischia. “Mi è abbastanza chiaro – ha detto – quale sarebbe la mia convenienza: quella di non fare strettamente niente dopo la fine di questo governo e sento dire che un giorno forse potrei accedere eccetera eccetera”, ha spiegato, riferendosi alle ipotesi di una sua elezione alla presidenza della Repubblica. Ma “sento – ha aggiunto – il dovere di contribuire a cambiare la cultura politica di questo Paese. Lo sento, non so ancora che farò, ma certamente questo non è in linea con la mia convenienza personale”. A una cronista straniera che tornava sull’argomento, parlando di un suo ruolo da presidente della Repubblica, poco dopo, però, ha risposto: “Una domanda che precorre tempi che forse, anzi probabilmente, non si verificheranno mai”.

“TROPPO VICINO A MERKEL? IN EUROPA RIDONO”. “Quando ho detto in Europa – ha continuato il premier rispondendo a una domanda – che in Italia mi accusano di essere troppo vicino alla cancelliera Merkel sono scoppiati a ridere. Sono visto come uno dei pochi che si permette di articolare ragionamenti diversi dalla signora Merkel e a volte questo lascia traccia nelle decisioni. Adesso c’è anche un po’ Hollande, prima Sarkozy zero”. “Non è la stessa agenda – ha detto – anche perché Italia e Germania sono due Paesi diversi”.

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