La deputata grillina aveva denunciato l'ex fidanzato per i mancati bonifici con la restituzione dello stipendio da parlamentare, ma la Procura ha archiviato il caso

Autosospensione dal Movimento 5 stelle e dimissioni da presidente della Commissione giustizia della Camera. La deputata pentastellata Giulia Sarti ha deciso di tutelare così il M5s dopo che la procura di Rimini ha chiesto l'archiviazione per la querela sporta dalla grillina nei confronti dell'ex fidanzato Andrea Tibusche Bogdan, dopo il caso dei mancati rimborsi dello stipendio da parlamentare: 23 mila euro che Sarti avrebbe dovuto versare nel fondo del microcredito istituito dal M5s e che non sono mai arrivati a destinazione.

"A seguito delle notizie riportate sulla stampa in merito alla richiesta di archiviazione per la querela da me sporta nei confronti di , annuncio le mie dimissioni da presidente della Commissione giustizia della Camera e, a tutela del MoVimento 5 Stelle, mi autosospendo", ha fatto sapere Sarti, che è anche portavoce del Movimento 5 Stelle. "In questa occasione, tengo anche a precisare che né Ilaria Loquenzi Rocco Casalino mi hanno spinto a denunciare nessuno, ma si sono limitati a starmi vicino nell’affrontare una situazione personale e delicata".

L'avvocato di Sarti, Fabio Repici, commenta così in una nota: "È di oltre un mese fa la decisione della Procura di Rimini di chiedere l'archiviazione della denuncia della mia assistita, Giulia Sarti, nei confronti dell'ex fidanzato, Andrea Tibusche Bogdan. Questi, come è stato accertato, gestiva in piena autonomia il conto bancario della deputata e decise da sé di non inviare alcuni bonifici al fondo per il micro credito. La Procura ha ritenuto che non fossero condotte per le quali esercitare l'azione penale. Attendiamo con serenità e fiducia le determinazioni del Gip. Il pm ha ritenuto di accontentarsi delle giustificazioni abborracciate dalla persona sottoposta a indagini, concludendo che non c'è prova della colpevolezza dell'indagato – così anticipando alle indagini una valutazione che il codice di procedura penale riserva al dibattimento – perché la denunciante, se avesse voluto, avrebbe potuto controllare le operazioni sul suo conto corrente sicuramente fatte, anche secondo il pm, dall'indagato".

"Sarà dunque il Gip a valutare se questa prospettazione possa essere condivisibile. Di certo, risulta pure dagli accertamenti espletati dalla Procura che ciascuna delle affermazioni fatte da Giulia Sarti corrisponde al vero, mentre le giustificazioni dell'indagato, anche in relazione a ulteriori ammanchi di denaro, scoperti dalla mia assistita solo in esito alle indagini, sono state fondate sulle sue sole parole", spiega ancora l'avvocato Repici. "La mancata opposizione alla richiesta di archiviazione, su mio consiglio, trova spiegazione nella volontà di rimettersi alle valutazioni che farà il giudice su tutte le prove documentali che abbiamo consegnato all'autorità giudiziaria, evitando al contempo di mostrare animosità nei confronti di una persona alla quale Giulia Sarti è stata legata sentimentalmente per anni – sottolionea -. E, infatti, la circostanza che lascia più amarezza personale in capo alla mia assistita consiste nella tesi, convalidata o comunque non smentita dal pm, che l'indagato fosse un collaboratore della Sarti, anziché il suo fidanzato convivente. Anche sulla verosimiglianza di ciò sarà il Gip a esprimersi", conclude il legale.

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