Alla maggioranza mancano i voti dei 'dissidenti' M5S, Nugnes, Fattori, De Falco e Mantero, che sono usciti dall'aula di Palazzo Madama. Protesta il Pd e Forza Italia, presente in aula, senza partecipare allo scrutino

Il decreto Sicurezza riceve il via libera del Senato col voto di fiducia. Sono 163 i voti favorevoli, contro i 59 no e i 19 astenuti. Forza Italia ha deciso di non partecipare al voto, mentre alla maggioranza mancano i voti dei 'dissidenti' M5S, Paola Nugnes, Elena Fattori, Gregorio De Falco e Matteo Mantero, che sono usciti dall'aula di Palazzo Madama. Esulta su Twitter il ministro dell'Interno Matteo Salvini: "Decreto Sicurezza e Immigrazione, ore 12.19, il Senato approva!!! #DecretoSalvini, giornata storica". Qualche ora prima, il vicepremier leghista era apparso sereno: "Il governo non è assolutamente a rischio, manterrà uno per uno tutto gli impegni presi con gli Italiani, punto. Con buon senso e umiltà, si risolve tutto".

L'entusiasmo di Salvini è alle stelle: "È una giornata bellissima: alle 12 e 32 ho la gioia di presentare questo strumento che prefetti, sindaci e volontari veri e non mangioni avranno a disposizione. Il 6 novembre me lo ricorderò per tempo come una giornata molto bella non è un punto di arrivo ma punto di partenza. Chi vedeva immigrazione come mangiatoia oggi è a dieta, molti finti volontari non parteciperanno più a bandi se invece di 35 euro ne porti a casa 19 non ci mangi più, non ci mangia più né mafia né ndrangheta, ma rimarranno volontari veri e sono convinto che molte cooperative si daranno alla macchia", ha commentato al termine del tavolo di coordinamento nazionale del nuovo sistema di accoglienza dei richiedenti asilo.

Al gruppo dei dissidenti si è aggiunta anche Virginia La Mura, senatrice pentastellata: "Anche io sono uscita dall'aula al momento del voto – ha scritto in un post su Facebook – sono uscita perché ho fiducia nell'azione di questo governo, ma non potevo dare il mio voto al decreto Sicurezza. E se mi si vuole costringere a votare un decreto attraverso la fiducia non posso fare altro che uscire dall'aula. Questo decreto non mi appartiene e ritengo vada anche contro i principi del Movimento 5 stelle stesso. Questo decreto che chiamano sicurezza in realtà crea repressione e maggiori rischi sociali. Con l'abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari avremo migliaia di nuovi migranti irregolari senza alcuna tutela e senza alcuna possibilità di integrazione, e non essendo possibili i rimpatri, cosa faranno queste persone senza diritti?", ha concluso La Mura.

Presente al voto di fiducia Forza Italia che, però, non ha partecipato allo scrutinio. Di fatto è stata una astensione. E in aula, al Senato, i parlamentari azzurri hanno protestato alzando dei fogli con la scritta "Sì alla Sicurezza, no al governo", che è poi la posizione di FI espressa da Maurizio Gasparri nel suo intervento: "In questo provvedimento ci sono cose che attengono al programma del centrodestra con cui ci siamo presentati alle elezioni, quindi apprezziamo il testo", ma "se non ci fosse stata la fiducia avremmo potuto fare una battaglia politica per migliorarlo – ha detto il senatore di Forza Italia in fase di dichiarazione di voto – La fiducia si mette quando ci sono tempi ristretti o quando la maggioranza non si fida di se stessa, e credo che questo sia il caso in questione". Citando poi il senatore del M5S, Gregorio De Falco, considerato tra i dissidenti del gruppo sul provvedimento, il parlamentare azzurro ha affermato: "Ognuno risalga a bordo delle proprie coalizioni per fare politiche serie e omogenee". Infine, ha spiegato che FI "la fiducia non ve la può dare", visto che poi "servirà perché ci saranno i processi infiniti con il blocco della prescrizione. Noi diciamo sì alla sicurezza, ma no al governo".

Al Senato è andata in scena anche la protesta del Partito democratico: i dem hanno sventolato cartelli con lo slogan "Decreto Salvini, #menosicurezza #piùclandestini". 

Resta comunque alta la tensione sull'accordo di maggioranza sulla prescrizione bloccata già in primo grado, inserita in un emendamento presentato alla Camera dai relatori al ddl Anticorruzione, ma ancora una volta il vicepremier leghista non mostra preoccupazione: "Sono convinto che in qualche ora si chiude. Tutti vogliamo che corrotti, corruttori e mafiosi finiscano in galera, ma nessuno vuole che i processi durino all'infinito. Fatemi lavorare, sono ottimista. Fra persone di buonsenso la soluzione si trova, quindi Pd e FI dovranno aspettare tempi migliori – ha sottolineato il vicepremier – Oggi ho letto sui giornali persone culturalmente e giuridicamente lontanissime da me, dal presidente dell'Anm a Cantone, a giuristi, pubblici ministeri e avvocati: tutti vogliono la certezza della pena, ma il processo deve finire, quindi sono convinto che sia l'interesse di tutti". Ci sarà dunque il tanto annunciato vertice con Di Maio e Conte in giornata? "Ora ho un tavolo sui costi dell'immigrazione, su cui abbiamo lavorato con Cantone. Una volta chiusa la mia partita, quella per cui gli italiani mi pagano lo stipendio, risolviamo anche tutti gli altri problemi". E sulla possibilità di stralciare la norma sulla prescrizione dallo 'Spazzacorrotti', il ministro dell'Interno ha spiegato: "Vediamo, io bado alla sostanza e non alla forma: se dico che serve una riforma complessiva del settore giustizia e del processo penale, bisogna rivedere tutto, non solo un pezzettino". 

E sul tema della prescrizione, è intervenuto anche il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, in una diretta Facebook: "L'Anticorruzione arriva la settima prossima alla Camera, ce la mettiamo tutto per farla diventare legge il prima possibile. La prescrizione è importantissima da combattere e da fermare perché ha assicurato impunità a furbetti. Pensiamo che il blocco sia sacrosanto". Insomma, il vicepremir pentastellato non ha dubbi: "Sono sicuro che raggiungeremo l'accordo migliore per gli italiani. La battaglia contro la prescrizione fa parte del Dna del MoVimento 5 Stelle: #BastaImpuniti".

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