Giudizio soddisfatto da parte del sindaco di Bari, Antonio Decaro: "Il testo non cambia ma sono statti affrontati i problemi posti dai comuni". Appendino soddisfatta: "Ma è stato sbagliato disobbedire"

"E' andata bene abbiamo discusso con il governo dei problemi di applicazione". Così il presidente Anci Antonio Decaro al termine dell'incontro a palazzo Chigi con il premier Antonio Conte sul dl sicurezza.  "Sono 4 i punti di natura tecnica su cui l'Anci propone un'armonizzazione, abbiamo fatto 4 proposte in direttivo: la prima è comunicare anche  ai sindaci le persone domiciliate nei centri di accoglienza. Poi un'omogenizzazione della presa in carico da parte del sistema sanitario nazionale, perché chiediamo uniformità tra le varie Asl. Il terzo tema è  l'attenzione a categorie vulnerabili, abbiamo chiesto di inserirle negli Sprar perché poi le problematiche si scaricano sulle comunità. Ci saranno dei bandi che si occupino di persone vulnerabili. Il quarto punto è che abbiamo chiesto finanziamento per minori stranieri non accompagnati.  Nel decreto i fondi erano interamente a carico dello Stato e in manovra no, ci hanno detto che la procedura è già stata avviata perché tutti andranno negli Sprar". Decaro ha aggiunto che non ci sarà bisogno di altri incontri: "Altri incontri? Non ne abbiamo bisogno, ce ne potrà essere al massimo qualcuno tecnico". 

Giudizio positivo anche da parte della sindaca di Torino, Chiara Appendino: "Personalmente sono soddisfatta, il presidente Conte ha ascoltato con interesse, ora aspettiamo le loro proposte. Una norma nuova provoca sempre qualche difficoltà, ma abbiamo lasciato tutti da parte le nostre appartenenze.  Sono tra i sindaci che hanno partecipato al consiglio direttivo Anci, e ritengo che sia sbagliato scegliere di disobbedire. Credo invece che oggi grazie al lavoro fatto da Anci, 8mila sindaci hanno ottenuto circolari interpretative. Lo scontro ha portato a delle divergenze c'è stato un dibattito molto ideologico ma spesso quando ci si confronta nel merito si riescono anche a mettere da parte appartenenze politiche".
 

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