Milano, 7 mag. (LaPresse) – Alla fine delle cene eleganti ad Arcore, Silvio Berlusconi faceva portare una statuetta di Priapo e chiedeva alle ragazze sue ospiti di simulare un rapporto orale. Chiara Danese, aspirante miss piemontese invitata a Villa San Martino da Emilio Fede insieme all’amica Ambra Battilana, vincitrice del titolo di Miss Piemonte, racconta così l’unica volta in cui è stata ospite di Berlusconi, il 22 agosto 2010. Un’esperienza che ha definito “scioccante”. “Eravamo imbarazzate – ha spiegato Chiara, davanti ai giudici del processo Ruby – non sapevamo cosa fare e volevamo andarcene via”. Le altre giovani ospiti, invece, sembravano divertirsi: si passavano la statua di Priapo, mimavano “rapporti orali”, “ballavano, si dimenavano” toccando e facendosi toccare le parti intime dall’ex premier mentre cantavano “meno male che Silvio c’è”. Lo stesso avveniva con Emilio Fede. Una specie di “girotondo erotico” a cui partecipavano tutte le giovani ospiti, tra cui anche Roberta Bonasia (che Chiara conosceva già e che Berlusconi quella sera le ha presentato come la sua fidanzata), le due gemelle De Vivo e due ragazze di colore “vestite in modo indecente, che sembravano due prostitute”. Chiara e l’amica Ambra erano state invitate a quella cena da Emilio Fede, tramite l’agente Daniele Salemi, subito dopo le finali di Miss Piemonte, e speravano che quell’occasione potesse aiutarle nel concorso di Miss Italia. Le ragazze si rivolgevano al Cavaliere dicendo “papi” e lui rispondeva chiamandole “le mie bambine”. Poi Berlusconi propone di andare nella sala del bunga bunga, dove proseguono i balli hard culminando con uno spogliarello di Nicole Minetti, “rimasta completamente nuda”. Le ragazze cercano di far spogliare anche Chiara, le “mettono le mani addosso”, le sfilano la giacca. E alla ragazza “viene da piagere”. E quando Ambra e Chiara chiedono al Emilio Fede di andare via lui risponde “di scordarsi di fare le meteorine”, lavoro per cui la sera prima avevano fatto un provino con l’ex direttore di Tg4. Chiara si è anche commossa quando, rispondendo alle domande di Niccolò Ghedini, uno degli avvocati di Berlusconi, ha spiegato che da quando i media hanno associato il suo nome alle feste ad Arcore la sua famiglia vive male. Nel suo piccolo paese “pensano che sia una escort – ha detto tra le lacrime – e quello che mi dispiace è che insultano anche mio padre e mia madre”. Ghedini le ha dato un fazzoletto di carta per asciugarsi il viso. Nel pomeriggio è stata la volta di Maria Makdoum, portata ad Arcore da Lele Mora il 13 luglio 2010 per “fare la danza del ventre”. La ragazza si è detta “inorridita” da quello che ha visto durante quella “cena elegante”. Lo schema è sempre lo stesso: una ventina di ragazze attorno al tavolo da pranzo nel grande salone della villa. Berlusconi che racconta barzellette sconce. E poi si scende nella sala del bunga bunga dove le ragazze “si spogliavano” e si esibivano in balli erotici. “Se avessi saputo di che cosa si trattava, non sarei andata”, ha sottolineato la Maria Makdoum, convinta da Mora a partecipare a quella cena “importante” perchè le avrebbe aperto le porte del mondo dello spettacolo. Il giorno successivo, dopo aver raccontato tutto all’ex prefetto Carlo Ferrigno, con cui aveva una relazione nella speranza che l’aiutasse a trovare un lavoro, la ragazza affronta Mora. L’agente l’accusa di essere “troppo chiusa” e le dice che se vuole sfondare nel mondo dello spettacolo deve “pagare un prezzo, cioè vendere il proprio corpo”.

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