L'ex ministro dello Sviluppo economico risponde alle domande del direttore Vittorio Oreggia e della giornalista Nadia Pietrafitta nella redazione romana dell'agenzia

Torna l'appuntamento con PoliticaPresse. Questa volta è il turno dell'ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, intervistato dal direttore Vittorio Oreggia e dalla giornalista Nadia Pietrafitta.

Dopo Maurizio Martina (Pd), il sottosegretario Vito Crimi (M5s), la vicepresidente della Camera Mara Carfagna (Fi), il senatore Matteo Richetti (Pd), la sottosegretaria al Mef Laura Castelli (M5s) e il deputato e candidato alle primarie Francesco Boccia (Pd), il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio, PoliticaPresse riapre le porte della redazione di Roma, in via del Gambero, con gli uomini e le donne della politica italiana. 

L'intervista sulla pagina Facebook di LaPresse.

Europee. "Non mi aspettavano che tre candidati del Pd supportassero il manifesto, è la prima volta che sono d'accordo su qualcosa. Bonino? Se c'è solo una tattica elettorale attenzione, perché c'è una soglia del 4% e non è scontato che +Europa la raggiunga".

Candidatura.  "Io non voglio fare il candidato del Pd, io voglio cercare di costruire un grande strumento di mobilitazione popolare. Mi sarei candidato alle ultime elezioni, altrimenti". 

Governo. "Il governo salterà dopo le europee, non per il M5s perché Di Maio non può permetterselo, ma per la Lega che cercherà di capitalizzare il più possibile"

Conti pubblici. "Noi siamo come un'azienda molto indebitata, con ottimi prodotti e ottimo potenziale, che non ha investito sul personale e sulle tecnologie. Cosa dobbiamo fare? Inanzitutto cominciare a investire. E tenere presente che la stabilità dei conti è una sicurezza per i più fragili, non per i più ricchi"

Quota 100. "Con la riforma del sistema pensionistico, così come il reddito di cittadinanza, stiamo dicendo ai giovani che non ce ne frega niente. In una situazione come la nostra è una misura che va bene solo per gli imprenditori che possono scaricare delle persone facendone pagare i costi allo Stato"

Renzi. "A un certo punto un leader politico diventa in qualche modo un padre nobile, su questo si misura il suo valore. Renzi non aveva capito che gli slogan si scontravano con trent'anni di storia. E' il motivo per cui non ho una buona opinione di D'Alema, ma Renzi non farà la fine di D'Alema". 

Di Battista.  "Di Battista? Quello che stanno cercando di dire è che tutti i problemi che abbiamo sono colpa della Francia, ma non è così. Quando fai la figura del cretino fai fare la figura del cretino agli italiani. Vedere un grande paese che è in balia di uno che dice cose enormi, tu puoi essere anche uno che nella vita ha fatto solo l'animatore con il soprannome di 'cuore di panna', può succedere, ma quando parli di cose serie ne parli seriamente. A me sembra un gran buffone. Non lo posso ascoltare, mi fa male per il Paese".

"Cerca l'incidente diplomatico sulla Francia, e su che? Io l'ho fatto, su Fincantieri e Stx. Il punto non è farlo, lo può fare anche un imbecille, ma un grande paese vi ricorre come ultima istanza, perché lui lo usa così? Fai solo la figura del cretino, ma così fai fare la figura del cretino agli italiani". 

Alitalia. "L'intesa Alitalia-Fs "non è una buona idea. C'erano alcune buone offerte come quella di Lufthansa. Dobbiamo avere nella testa l'idea che gli 8 miliardi spesi per Alitalia venivano dalle pensioni minime: se ragioni in questo modo capisci che ci sono partite che puoi giocare e partite che non ti conviene più giocare". 

Migranti.  "Se i confini non ci sono più il Paese non c'è più. Aprire i confini a chiunque è una follia, vanno preservati! Ma questo non c'entra con i migranti in mare. Serve un discorso serio e complessivo sull'immigrazione, la sinistra ha un problema. Il lavoro che si fa al governo certe volte è molto difficile. In Libia sì, è stato un lavoro duro. E va fatto un lavoro per bloccare i flussi nel paese d'origine. Ma il governo certe volte è chiamato a prendere decisioni dure, quando l'abbiamo fatto l'abbiamo fatto con la consapevolezza del prendere decisioni difficili, senza dileggiare i migranti in mare come ha fatto Salvini".

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata