Via l’aumento della cedolare secca e la norma sui dividendi proposta da Forze Italia; allargamento della rottamazione della Lega. Poi aumento della tassazione sulle banche, con le risorse alle forze dell’ordine. E spunta anche la proposta di obbligare i lavoratori dei trasporti a comunicare preventivamente “irrevocabilmente” e “in forma scritta” almeno una settimana prima l’adesione allo sciopero. Arrivano gli emendamenti-manifesto alla manovra della maggioranza, emersi dal dibattito delle ultime settimane e messi nero su bianco e depositate in commissione Bilancio al Senato.
Oltre 1.600 modifiche proposte dal centrodestra, che di fatto riscrivono la manovra, nonostante lo stop posto dal Mef e dalla premier Meloni alla proposte onerose e senza copertura chiara. Emendamenti che si sommano a quelli delle opposizioni, che trovano convergenza su 16 temi: una “piattaforma”, come viene definita da Pd, M5s, Avs e Italia Viva, “di proposte che intervengono sui temi cruciali per la coesione sociale e per la competitività del sistema Italia”. In totale una valanga di 5.742 emendamenti, che gli uffici della commissione Bilancio di Palazzo Madama hanno catalogato per tutto il giorno. Un numero inaspettatamente alto. Più dei 4.500 presentati alla Camera lo scorso anno. Ma sui quali si abbatterà martedì la scure dei ‘segnalati’: 414, quindi meno di uno su 10, quelli che sopravviveranno e verranno portati in discussione.
“Meloni e Giorgetti riflettano su quanto sta succedendo”, avverte il Pd a fronte della pioggia di emendamenti: 677 quelli presentati da Forza Italia, 399 della Lega, 555 quelli di Fratelli d’Italia, 62 da Noi Moderati. Depositate le proposte, si apre la battaglia dei voti. “Sarà una fase delicata, che richiederà serietà, metodo e senso di responsabilità da parte di tutti”, avverte il presidente della commissione Bilancio, Nicola Calandrini (FdI). Anche per questo a metà della prossima settimana è previsto un vertice con la premier Meloni e i suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini. Molte proposte non hanno possibilità di sopravvivere, ma rappresentano dei punti fermi per i partiti. Ecco allora Forza Italia che da un lato cassa l’aumento della tassazione sugli affitti brevi, dall’altro agevola le locazioni lunghe con una cedolare al 16%. Anche Noi Moderati chiede di agevolare le locazioni a uso abitativo con una cedolare secca al 15%, al costo di 860 milioni l’anno. Sulla casa interviene anche FdI, con il dimezzamento dell’Imu per gli affitti a canone concordato: costo 70 milioni l’anno. Sempre FI chiede di opprimere l’articolo 18 della manovra, relativo alla tassazione sui dividendi (dalla quale il governo stima un gettito di 1 miliardo), rinvenendo le coperture dalla tassazione agevolata, con aliquota al 13%, sulla rivalutazione dell’oro.
E la Lega non arretra, con due emendamenti che intendono allargare la rottamazione. Oltre all’annunciato, e contestato da parte degli alleati, innalzamento della tassazione su banche e assicurazioni: aumento di 4 punti (e non 2) dell’Irap per finanziare le forze dell’ordine. Tra gli emendamenti di FdI la tassa sui pacchi provenienti dalla Cina, una stretta sull’ultra fast fashion, che per arrivare in Italia dovrà dimostrare il rispetto delle regole Ue, e una un’imposta speciale di bollo da 500 euro per pagamenti in contanti tra 5.001 e 10.000 euro. Tra le proposte dei meloniani spunta poi la riapertura dei termini della sanatoria edilizia del 2003, a favore soprattutto di quanti in Campania non hanno potuto beneficiarne. Insorge l’opposizione: “Una promessa da campagna elettorale”.

