Via libera definitivo al Senato con 112 sì al ddl costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati. Il tema accende gli animi in Aula al Senato e stimola i partiti in vista delle urne. In Parlamento, le ultime schermaglie tra maggioranza e opposizioni. Con il centrosinistra che va all’assalto della riforma. E il ministro della Giustizia Carlo Nordio che ieri ha derubricato gli interventi della minoranza a “litania petulante”. Un nuovo battibecco, che ha scaldato la temperatura in vista dell’ok definitivo. Forza Italia ha già preparato il flash mob in piazza per festeggiare. Anche se è alla campagna referendaria che ormai sono rivolti gli sguardi di tutto l’arco parlamentare.
La premier, Giorgia Meloni, esulta sui social per l’approvazione: “Oggi – scrive su X – con l’approvazione in quarta e ultima lettura della riforma costituzionale della giustizia, compiamo un passo importante verso un sistema più efficiente, equilibrato e vicino ai cittadini. Un traguardo storico e un impegno concreto mantenuto a favore degli italiani. Governo e Parlamento hanno fatto la loro parte, lavorando con serietà e visione. Ora la parola passerà ai cittadini, che saranno chiamati ad esprimersi attraverso il referendum confermativo. L’Italia prosegue il suo cammino di rinnovamento, per il bene della Nazione e dei suoi cittadini. Perché un’Italia più giusta è anche un’Italia più forte”.
“La Costituzione non è proprietà della maggioranza, ma è patrimonio condiviso di tutto il Paese. È innanzitutto questo il principio fondamentale che non è stato rispettato né oggi, con l’approvazione definitiva della Legge Nordio, né durante tutto l’iter parlamentare di questa vera e propria controriforma. E non poteva essere altrimenti, visto che l’iniziativa legislativa è partita direttamente dal Governo e alle Camere non è stato consentito alcun ruolo emendativo. È sufficiente questo alla nostra Organizzazione, contraria a modifiche della Costituzione approvate da una sola parte, per esprimere un giudizio radicalmente negativo su quanto avvenuto”. Così la Cgil nazionale in una nota. “Ma poi – prosegue la Cgil – oltre il metodo, c’è il merito del provvedimento, che colpisce l’indipendenza della magistratura, compromettendo l’equilibrio dei poteri sapientemente stabilito dai padri costituenti e pregiudicando l’eguaglianza di cittadini e cittadine di fronte alla legge”. Per il sindacato di corso d’Italia, la riforma “oltretutto, non incide in alcun modo sull’efficienza della giustizia e sulla riduzione dei tempi del processo, per cui le persone comuni non ne trarranno alcun beneficio. E non c’entra nulla nemmeno il garantismo, a meno che lo si consideri un privilegio per i potenti e non un diritto per tutti. “L’obiettivo – sottolinea la Cgil – è chiaro: accentrare il potere nelle mani dell’Esecutivo e considerare il controllo di legalità un ostacolo al suo pieno esercizio, come peraltro dimostra la scomposta e minacciosa reazione di queste ore alla decisione della Corte dei conti in merito al Ponte sullo Stretto di Messina. Insieme a tante realtà sociali, associative e culturali abbiamo manifestato e argomentato la nostra contrarietà al progetto in questione. Siamo stati ignorati”. “Arrivati a questo punto non resta che il referendum costituzionale come strumento per far valere il parere degli elettori, i soli che possono fermare lo stravolgimento della Costituzione in atto, che vede nel colpo inferto all’autonomia della magistratura solo un primo passo, cui rischiano di seguirne altri, a partire dal premierato. Come Cgil, faremo fino in fondo la nostra parte”, conclude la nota.
“Ci sono vittorie che arrivano tardi, forse troppo tardi, ma che restano grandi e decisive. Quella di oggi è la vittoria di mio padre, Silvio Berlusconi. Sono la sua forza, il suo coraggio, la sua determinazione e, purtroppo, anche la sua sofferenza, ad aver reso possibile una giornata che segna un passo avanti importante per la democrazia e per la verità in questo Paese”. Così in una nota la presidente di Fininvest e Mondadori Marina Berlusconi.
“La riforma della giustizia era una promessa agli italiani, un impegno preciso di Forza Italia verso i suoi elettori, un sogno che porta la firma di Silvio Berlusconi. Oggi è realtà”. Lo scrive sui social la ministra per le Riforme Elisabetta Casellati. ” Abbiamo mantenuto la parola e reso onore a trent’anni di battaglie del nostro Presidente. Adesso l’ultimo capitolo lo dovranno scrivere i cittadini. La separazione delle carriere è una svolta indispensabile per una giustizia più efficiente, imparziale e moderna. Al referendum, scegliere la riforma significa scegliere il cambiamento, la libertà, un’Italia più giusta”, aggiunge.
“Questo risultato è il frutto di una battaglia iniziata da Silvio Berlusconi trent’anni fa. Ed è una vittoria che porta con sé il sogno berlusconiano di una giustizia davvero imparziale, realmente libera da ogni condizionamento. Un sogno condiviso con Niccolò Ghedini, che ha lottato senza soste, con una dedizione che solo chi crede profondamente nella giustizia e nei suoi fondamentali valori sa dimostrare. È il trionfo del garantismo, del diritto, della libertà, che oggi si concretizza in una riforma che restituirà ai cittadini la fiducia nel sistema giudiziario e ai magistrati la possibilità di affermarsi per merito anziché per appartenenza correntizia. Il presidente Berlusconi ha sempre guardato oltre, verso un’Italia più giusta e libera. E altrettanto faremo noi, guardando già al domani. A quel referendum che, scintillante e pragmatico, concretizzerà i nostri sforzi e li renderà permanenti”. Così il viceministro alla Giustizia e senatore di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto, dopo l’approvazione in Senato della riforma della giustizia.
“Con l’approvazione parlamentare definitiva della riforma della giustizia, l’Italia compie una svolta epocale. Separare le carriere significa garantire davvero la terzietà del giudice, la parità tra accusa e difesa e restituire alla magistratura quella libertà che per anni è stata soffocata dal potere degenerato delle correnti e dalle interferenze della politica. La differenziazione dei Csm per giudicanti e pubblici ministeri, e soprattutto il sorteggio dei loro componenti, libera i magistrati dal condizionamento delle correnti e restituisce centralità al merito, non all’appartenenza. Il Governo Meloni ha mantenuto la parola data ai cittadini e ha dato concretezza a un principio di civiltà giuridica che da trent’anni attendeva di essere realizzato. Oggi il Parlamento scrive una nuova pagina di storia della giustizia italiana, mettendo la parola fine alla stagione delle correnti e dei condizionamenti politici”. Lo dichiara Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia e sottosegretario di Stato alla Giustizia.
“Oggi, finalmente, si apre un orizzonte per la definizione di un sistema giudiziario moderno, efficiente, fondato sul merito e non sulle logiche di corrente. Il centrodestra tiene fede a un impegno assunto con gli elettori, e Forza Italia corona con successo una battaglia storica, quella per una Giustizia intesa non come arma politica, brandita a mo’ di clava in funzione della delegittimazione dell’avversario, ma come servizio a tutela dei cittadini”. Così Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia e presidente della Commissione Affari esteri e Difesa a Palazzo Madama.
“Oggi è una giornata storica. L’approvazione definitiva della riforma costituzionale per la separazione delle carriere riempie di orgoglio tutti noi di Forza Italia, da sempre convinti che una giustizia davvero equa e imparziale sia il fondamento di una democrazia matura. È un risultato che rappresenta un tributo al Presidente Silvio Berlusconi, che ha sempre creduto con determinazione in questa riforma e ne ha fatto una delle sue più alte priorità politiche. Un impegno storico che il nostro movimento porta avanti da trent’anni, nel segno del garantismo, della libertà e dello Stato di diritto. Separare le carriere del giudice e del pubblico ministero non significa indebolire la giustizia, ma renderla finalmente più trasparente, indipendente e credibile agli occhi dei cittadini. Perché senza una giustizia giusta, non può esserci una vera democrazia”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Adriano Galliani.
“Ripeterei le parole pronunciate ad Amsterdam? Le ho appena ripetute, quindi sì. Quello che ha detto ieri Meloni mi dà sostanzialmente ragione. Dove l’estrema destra governa, le scelte che fa indeboliscono la democrazia. Confermo pienamente quello che ho detto”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein nella conferenza stampa organizzata dal partito dopo l’approvazione del ddl costituzionale sulla separazione delle carriere.
“Il centrodestra, con l’ultimo voto in Senato, ha approvato la riforma della Giustizia. È un giorno storico perché si tratta di una riforma attesa da decenni che oggi, grazie al governo guidato da Giorgia Meloni, diventa finalmente realtà. Un’altra delle promesse mantenute da chi non si limita a lanciare slogan in campagna elettorale ma prende impegni che mantiene. Questa è la differenza tra noi e la sinistra. Da oggi con la separazione delle carriere avremo un giudice davvero terzo e imparziale e non più condizionato dalle procure e giudizi disciplinari obiettivi e non pregiudicati dalla promiscuità di correnti tra giudicante e giudicato. A quelle poche toghe rosse che non accettano i cambiamenti diciamo che saranno gli italiani a scegliere: la sovranità appartiene al popolo e del giudizio degli italiani non abbiamo paura mai”. Così il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami
“Mi sembra che quella che sta politicizzando sia Meloni. Noi continueremo con la forza dei nostri argomenti ad andare avanti. Non ci sarà bisogno che si dimetta Giorgia Meloni, perché tanto la batteremo alle prossime elezioni. E, per quanto riguarda me, dovrà continuare a sopportarmi ancora a lungo”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein nella conferenza stampa organizzata dal partito dopo l’approvazione del ddl costituzionale sulla separazione delle carriere con i capigruppo di Camera e Senato Francesco Boccia e Chiara Braga.
Sul referendum “continueremo a lavorare insieme con le forze con cui abbiamo affrontato la battaglia in Parlamento. Non ci sono ancora dettagli sulle forme organizzative. Raccoglieremo le firme come tutti gli altri per la richiesta del referendum”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein nella conferenza stampa organizzata dal partito dopo l’approvazione del ddl costituzionale sulla separazione delle carriere con i capigruppo di Camera e Senato Francesco Boccia e Chiara Braga.
“Questo risultato è il frutto di una battaglia iniziata da Silvio Berlusconi trent’anni fa. Ed è una vittoria che porta con sé il sogno berlusconiano di una giustizia davvero imparziale, realmente libera da ogni condizionamento. Un sogno condiviso con Niccolò Ghedini, che ha lottato senza soste, con una dedizione che solo chi crede profondamente nella giustizia e nei suoi fondamentali valori sa dimostrare. È il trionfo del garantismo, del diritto, della libertà, che oggi si concretizza in una riforma che restituirà ai cittadini la fiducia nel sistema giudiziario e ai magistrati la possibilità di affermarsi per merito anziché per appartenenza correntizia. Il presidente Berlusconi ha sempre guardato oltre, verso un’Italia più giusta e libera. E altrettanto faremo noi, guardando già al domani. A quel referendum che, scintillante e pragmatico, concretizzerà i nostri sforzi e li renderà permanenti”. Così il viceministro alla Giustizia e senatore di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto, dopo l’approvazione in Senato della riforma della giustizia.
“Oggi per noi è un giorno importante, il giorno in cui abbiamo mantenuto un impegno assunto con i nostri elettori durante la campagna elettorale: l’impegno a costruire una giustizia più equilibrata, più attenta alle istanze dell’accusa e della difesa, e capace di decidere in piena autonomia. Ora vogliamo sottoporci al giudizio popolare, per spiegare al meglio le ragioni per cui riteniamo che questa sia una riforma non contro i magistrati, ma a favore di una giustizia più autorevole, più equilibrata e più giusta, che valorizzi anche il lavoro di tanti magistrati che, per via del sistema delle correnti, non hanno potuto esprimere appieno il proprio valore. Chi resta fuori dal gioco delle correnti — è stato spiegato molto bene, non solo da noi — non ha possibilità di carriera. Noi vogliamo invece che prevalga la meritocrazia, anche all’interno dell’ordinamento giudiziario. Questa riforma è dedicata al nostro Presidente Silvio Berlusconi, e il fatto che venga approvata oggi dimostra che non era una riforma per Berlusconi, ma una riforma per rendere la giustizia ancora più autorevole e credibile di quanto non lo sia oggi”. Così Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia nel corso del flash mob organizzato da Forza Italia a Piazza Navona per la riforma della giustizia.
“Con il voto definitivo del Senato alla riforma costituzionale che separa le carriere dei magistrati, Forza Italia ottiene un risultato storico, coerente con la sua visione garantista e liberale. È una riforma di buon senso, che tutela i cittadini, rafforza la terzietà del giudice e valorizza il lavoro dei magistrati seri, lontani dalle logiche correntizie. Questo traguardo lo dedichiamo al nostro Presidente Silvio Berlusconi, che per primo ha avuto il coraggio di denunciare le storture del sistema e di indicare la via di una giustizia veramente giusta, al servizio dei cittadini e non di correnti o ideologie. Ora inizia una nuova fase: quella della mobilitazione popolare per sostenere con forza questa riforma nel referendum confermativo. Forza Italia sarà in prima linea, tra la gente, per spiegare che separare le carriere non significa attaccare la magistratura, ma restituire equilibrio, garanzie e serenità al nostro sistema giudiziario. Oggi si scrive una pagina fondamentale per la giustizia italiana, nel solco dei principi di imparzialità e giusto processo sanciti dalla nostra Costituzione e sempre difesi da Forza Italia”. Così in una nota Patrizia Marrocco, deputata di Forza Italia.
“Quella che approviamo oggi è una riforma fondamentale della giustizia che fa parte del nostro programma elettorale che per noi rappresenta un impegno d’onore con gli elettori. In questi giorni di dibattito abbiamo assistito alle critiche infondate dell’opposizione, la quale ha parlato di pericolo per la nostra democrazia quando la separazione delle carriere esiste in nazioni democratiche quali gli Usa, il Regno Unito, l’Olanda, il Portogallo l’Australia, la Francia, la Svizzera e molte altre. Con questa riforma si depotenzia il correntismo della magistratura e se ne rinforza l’indipendenza, come stabilisce l’art. 101 della nostra Costituzione. Faccio notare che dal 2017 al 2024 abbiamo dovuto registrare in Italia 5933 ingiuste detenzioni che sono costate allo Stato 254 milioni di euro di risarcimenti, e questo lo sottolineo per rimarcare l’importanza dell’indipendenza dei giudici che, per essere veramente indipendenti, non possono essere giudicati da un Csm dove è forte la presenza dei magistrati inquirenti, rispetto ai quali dovrebbero essere terzi, come dice la Costituzione. Fratelli d’Italia vota quindi a favore di questa riforma storica perché siamo convinti che la magistratura deve essere indipendente dal potere politico e dalle correnti che hanno determinato troppo a lungo la carriera o le censure sui comportamenti dei magistrati”. Lo dichiara in Aula il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan.
“La riforma costituzionale sulla separazione delle carriere non risponde a nessuno dei problemi che affliggono la giustizia in Italia”. Lo affermano Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs. “Non risolve il tema della lentezza del processo, non interviene – proseguono – sulla cronica carenza degli organici. Il suo unico obiettivo è quello di minare e indebolire l’indipendenza e l’autonomia della magistratura per sottoporla al controllo politico del Governo. Da questo punto di vista la reazione del governo alla decisione della Corte dei Conti di dichiarare illegittima la delibera sul ponte sullo stretto ne è una palese conferma. Di fronte a questa svolta autoritaria abbiamo il dovere di mobilitarci nella società – concludono Bonelli e Fratoianni – e per questo raccoglieremo le firme tra i parlamentari, insieme alle altre forze dell’opposizione, per promuovere il referendum e cancellare con il voto popolare questa controriforma”
“Con l’approvazione definitiva della riforma della Giustizia, il Parlamento e il Governo guidato da Giorgia Meloni scrivono una pagina storica per l’Italia. È la prova concreta che il centrodestra e Fratelli d’Italia non si limitano a parole e slogan, ma mantengono gli impegni presi davanti agli italiani. La separazione delle carriere garantirà finalmente un giudice davvero imparziale, libero da condizionamenti che in passato hanno minato la fiducia dei cittadini nella giustizia. Si tratta di una svolta epocale. Con questa riforma – ancora una volta – Giorgia Meloni dimostra la serietà, la concretezza e l’intento riformatore dell’esecutivo”. Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone.
“Ieri la presidente Meloni, con le gravissime affermazioni sulla Corte dei Conti, ha chiarito l’obiettivo della riforma” della giustizia. “Serve al governo per avere le mani libere e ritenersi al di sopra della Costituzione”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein nella conferenza stampa organizzata dal partito dopo l’approvazione del ddl costituzionale sulla separazione delle carriere con i capigruppo di Camera e Senato Francesco Boccia e Chiara Braga. “Non è normale che il governo parli ogni giorno per delegittimare i controllori dell’azione del governo”, ha aggiunto.
“Questa non è una riforma della giustizia perché non tocca nessuno dei nodi cruciali per migliorare la giustizia in Italia. Per la stessa ammissione del ministro Nordio. Questa riforma non interverrà sulla lunghezza dei processi, né sul sovraffollamento carcerario. I cittadini che si aspettano la giustizia in tempi dignitosi non hanno nessuna risposta. E non è nemmeno una separazione delle carriere, che esiste già con la riforma Cartabia. Ci vengono a raccontare che vogliono cambiare la Costituzione per 20 persone che passano da giudici a pm e viceversa? L’obiettivo è indebolire l’indipendenza della magistratura, con la divisione dei Csm, e far sì che sia assoggettata al potere”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein nella conferenza stampa organizzata dal partito dopo l’approvazione del ddl costituzionale sulla separazione delle carriere con i capigruppo di Camera e Senato Francesco Boccia e Chiara Braga. “La riforma serve a chi ha il potere per scegliersi i propri giudici, serve a dire che la legge non è uguale per tutti”, ha aggiunto.
“Oggi è una giornata storica per l’Italia. Il Senato ha approvato in via definitiva la riforma della giustizia. Grazie al Parlamento per tutto il lavoro fatto. Ora la parola passa agli italiani con il referendum. Siamo certi che saranno con noi per una giustizia e un processo più giusto. Separiamo le carriere dei magistrati inquirenti e giudicanti, introduciamo anche il sorteggio per l’elezione del Csm per archiviare il sistema delle correnti. Questi sono solo alcuni dei cambiamenti attesi da decenni dagli italiani. Siamo orgogliosi di aver tenuto fede alle promesse e di continuare a portare avanti le nostre idee per rendere l’Italia sempre più stabile e credibile”. Lo scrive su Facebook il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
In merito alla data del referendum sulla riforma per la separazione delle carriere, “notizie specifiche non è possibile darne, perché ci sono degli step disciplinati dalla legge. Noi chiederemo subito, proprio come maggioranza, il referendum perché sappiamo che una materia così delicata va sottoposta al giudizio popolare, al quale noi ovviamente ubbidiremo”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervistato a Sky dopo l’approvazione della riforma per la separazione delle carriere. “Questo dimostra che non è né un attentato alla Costituzione né tantomeno, come dicono alcuni, un attentato alla democrazia – aggiunge -. I tempi sono tre mesi più sessanta giorni, non entro nei dettagli, in sostanza credo che tra marzo e aprile arriveremo al referendum”. “Ottenere i due terzi e la maggioranza qualificata sarebbe stato impossibile – continua il Guardasigilli – perché c’è stato un niet pregiudiziale e preliminare da parte dell’opposizione sui due principi fondamentali, la separazione delle carriere e il sorteggio del Csm. Addirittura l’associazione nazionale magistrati ha proclamato uno sciopero prima ancora di venire a discutere, quindi non c’è stata la possibilità di dialogo su questo. Andremo al referendum, è giusto che sia così, non abbiamo paura, siamo lieti di poter applicare il dettato costituzionale che attribuisce ai cittadini l’ultima parola”.
“Oggi è una giornata triste. La cosa più triste della giornata è che la maggioranza si è piegata ai voleri del governo. La maggioranza non ha presentato un solo emendamento. Inoltre, Nordio non ha trovato il tempo di rispondere alle osservazioni delle opposizioni”. Lo ha detto il capogruppo al Senato del Pd Francesco Boccia nella conferenza stampa organizzata dal partito con la la segretaria del Pd Elly Schlein dopo l’approvazione del ddl costituzionale sulla separazione delle carriere. “Questa è una riforma del potere da parte di chi crede che la Costituzione sia un ostacolo”, ha aggiunto.
“È una giornata storica per tutto il centrodestra visto che su questo tema diamo battaglia da diversi anni e come Lega siamo particolarmente orgogliosi visto che abbiamo anche promosso un referendum sulla separazione delle carriere qualche anno fa”. Così il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo, dopo l’approvazione della riforma per la separazione delle carriere. “È un traguardo che si raggiunge soprattutto perché liberiamo la magistratura dalla politica che è la cosa più importante – aggiunge -. Un giudice indipendente è soprattutto un diritto per il cittadino”.
“Oggi adempiamo a un impegno preso con gli elettori di approvare questa riforma perché riteniamo che incrementi l’indipendenza dei magistrati rispetto alle correnti e ogni altra influenza, renda la giustizia più giusta e rassicuri i cittadini nella loro fiducia nella giustizia, che bisogna avere ma bisogna avere ma servono anche delle regole che la rendano possibile”. Così il capogruppo FdI in Senato Lucio Malan parla con i giornalisti dopo l’approvazione della riforma per la separazione delle carriere.
“È una tappa storica di attuazione del programma del centrodestra, rispettiamo la magistratura ma vogliamo una giustizia non politicizzata”. Così il capogruppo di Forza Italia in Senato Maurizio Gasparri dopo l’approvazione della riforma per la separazione delle carriere. “Siamo uniti e coesi nell’attuare il programma che gli elettori ci hanno confermato con il loro voto – aggiunge – e promuoviamo il referendum perché vogliamo il consenso popolare alla riforma della Costituzione”.
“Faccio i complimenti al governo e al ministro Nordio, che è fra l’altro un amico, per aver portato avanti con determinazione la riforma della giustizia. Dall’altro lato ricordo che abbiamo impegni con i cittadini importanti, perché la riforma della giustizia è una delle riforme e uno dei pilastri del nostro programma di governo. C’è ancora l’autonomia, c’è tutta la partita del federalismo fiscale e molte altre riforme che questo Paese si merito. Come dico io, le riforme o le fai per scelta o le devi fare per necessità”. Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, parlando con i cronisti fuori da Montecitorio.
“Fuori la politica e le correnti dai Tribunali, separazione delle carriere e una Giustizia finalmente più veloce ed efficiente. Promessa mantenuta! Ora prepariamoci a vincere il Referendum confermativo”. Così su X il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, commenta l’ok definitivo alla riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati.
“Questa riforma altera l’assetto dei poteri disegnato dai costituenti e mette in pericolo la piena realizzazione del principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Una riforma che non rende la giustizia più rapida o più efficiente ma la rende più esposta all’influenza dei poteri esterni. Una riforma che non aumenta il numero dei magistrati che resta tra i più bassi in Europa, né colma le lacune dell’organico amministrativo. Una riforma che non investe risorse per far funzionare meglio il sistema giustizia ma rischia al contrario di triplicare i costi con lo sdoppiamento del Csm e l’istituzione dell’Alta corte disciplinare. Le nostre preoccupazioni sono peraltro condivise anche dal relatore speciale sull’indipendenza di giudici e avvocati delle Nazioni Unite”. Così la Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati in una nota dopo l’approvazione definitiva della riforma Nordio al Senato.
“Oggi hanno approvato la legge di riforma sulla magistratura ordinaria, ma attenzione stanno riformando anche la Corte dei conti. Con un disegno sistematico stanno cercando di tagliare le unghie e depotenziare il controllo e l’indipendenza della magistratura, di tutte le magistrature. E continuano a prendere schiaffi su ogni progetto che portano avanti, perché sono incapaci. Dovrebbero guardarsi allo specchio e riconoscere l’incapacità in quello che fanno e rispettare soprattutto l’indipendenza e i controllori, che devono essere assolutamente indipendenti. Quindi è un disegno di scardinamento della costituzione. E da questo punto di vista non c’è un discorso tra destra e sinistra, non è uno scontro ideologico, è uno scontro tra chi vuole difendere i pilastri della Costituzione, e lì ci saremmo noi col Movimento cinque stelle, e chi li sta scardinando per rivendicare piena libertà del potere politico del governo di turno di andare al di sopra della legge”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte in un punto stampa dopo l’approvazione del ddl costituzionale sulla separazione delle carriere. “Gli unici che possono interrompere questo disegno sono i cittadini con il referendum”, ha aggiunto il leader M5S.
“Non soffrono l’indipendenza della magistratura e dei controllori, ma non soffrono neppure l’opposizione politica. Perché non dimentichiamo che in commissione Antimafia, avendo già dall’inizio una verità di comodo già scritta sulla vicenda delle stragi, hanno confezionato una norma sulla scusa implausibile e ridicola del conflitto di interessi per buttare fuori dalla commissione antimafia il senatore Roberto Scarpinato e il deputato Federico Cafiero De Raho, che sono due campioni dell’antimafia, con un colpo di maggioranza”. “L’uso politico della magistratura è una scusa – ha concluso – qui non vogliono proprio l’opposizione, vogliono pieni poteri e li contrasteremo in ogni luogo e in ogni piazza”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte in un punto stampa dopo l’approvazione del ddl costituzionale sulla separazione delle carriere.
“Ringrazio il Parlamento e tutti i colleghi dell’opposizione. Questa è la regola della democrazia. La maggioranza è stata ottima”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio dopo l’approvazione della riforma. A chi gli chiede se sia una vittoria dedicata a Silvio Berlusconi, risponde: “No, è una vittoria dedicata alla democrazia, a una idea liberale della giustizia, ma è soprattutto dedicata alla coerenza, perché una volta introdotto il processo accusatorio, voluto da Giuliano Vassalli, come lui stesso aveva detto era inevitabile una riforma del genere”.
“Era una risoluzione nel programma di governo – prosegue -, mi è dispiaciuto che si continuasse a rievocare una mia firma contro la separazione delle carriere datata più di trent’anni fa, quando noi eravamo sotto attacco della politica perché io conducevo le indagini su Tangentopoli. Ma da trenta anni io scrivo sulla separazione delle delle carriere e la necessità della riforma del CSM mediante sorteggio. Lo trovo abbastanza improprio a parte il fatto che molti di quelli che ci criticano hanno cambiato idea e varie volte”.
Bandiere di Forza Italia e un grande stendardo con la foto di Silvio Berlusconi in piazza Navona per il flash mob del partito azzurro che celebra l’approvazione definitiva del ddl costituzionale sulla separazione delle carriere. In piazza diverse decine di parlamentari e militanti. Diversi big si sono alternati al megafono ribadendo la dedica al Cavaliere e l’impegno per il referendum. Tra gli altri, i capigruppo Maurizio Gasparri e Paolo Barelli, e il viceministro Francesco Paolo Sisto.
“Si spenderà in prima persona per il sì al referendum? Sì, naturalmente, è certo. Io credo moltissimo in questa riforma perché credo di essere stato il primo a scrivere della necessità proprio del sorteggio della separazione delle carriere”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio dopo l’approvazione della riforma. “Posso anche dire che quando l’ho detto e l’ho scritto l’Associazione nazionale magistrati mi ha chiamato attraverso i suoi probiviri a rendere conto delle mie idee – aggiunge -. Naturalmente li ho mandati al diavolo e ho continuato a pensare e a scrivere quello che pensavo da magistrato. Da trent’anni. Questo fatto del ’97 potete verificarlo”.
“Io mi auguro, l’ho detto e lo ripeto, che il dibattito sul referendum venga mantenuto in termini giudiziari, in termini pacati, termini razionali e che non venga politicizzato nell’interesse sia della politica, sia soprattutto della magistratura alla quale mi sento ancora di appartenere”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio dopo l’approvazione della riforma.
“Non si tratta ovviamente, e in questo senso mi riferisco alla litania petulante che ho sentito ancora ieri, di una legge punitiva nei confronti della magistratura in quanto questa separazione era stata prospettata niente di meno che da Vassalli. “Quindi trovo improprio che si ripeta la tiritera sull’attentato alla Costituzione e via discorrendo”, conclude.
“Oggi è una giornata storica: finalmente è arrivato a conclusione il percorso legislativo per la riforma della giustizia. Una giustizia al servizio del cittadino, non contro i magistrati, che anzi innalza il ruolo del giudice giudicante, ma accusa e difesa avranno gli stessi doveri. Attraverso la separazione delle carriere anche il Csm non sarà più politicizzato, quindi non ci saranno scontri fra correnti, ma ci sarà veramente un’amministrazione più serena. Tutto a vantaggio del cittadino. Una giornata storica perché si realizza il sogno di Silvio Berlusconi di una giustizia giusta. Adesso aspettiamo il referendum e saremo impegnati per sostenere il sì. Non sarà certamente una scelta a favore o contro il governo, ma sarà una scelta sul testo della riforma. Saranno dei cittadini a decidere, e decideranno se vorranno una giustizia più giusta oppure lasciare le cose così come erano prima”. Così il vicepremier e leader di FI, Antonio Tajani, in un video sui social.
“I magistrati su questo referendum non debbono fare convegni e dibattiti con i partiti dell’opposizione, perché in questo modo si perde. Il magistrato deve essere, e anche apparire, distante dal gioco politico. La separazione delle carriere non è un fatto politico, è la convinzione che essa non serve, anzi è dannosa. Non deve diventare un referendum a favore o contro la Meloni”. Lo ha detto Nicola Gratteri, procuratore capo di Napoli, a ‘Ping Pong’ su Rai Radio1, rispondendo a una domanda sul coinvolgimento della magistratura nella campagna referendaria sulla giustizia. Gratteri ha poi ricordato il suo recente intervento, per la prima volta, all’assemblea dell’Anm: “Ho invitato i colleghi a usare il linguaggio comune e a spiegare la riforma in contesti popolari: negli oratori, nelle bocciofile, nei club di calcetto, nei centri culturali. Basta convegni con avvocati, con professori universitari. Non servono a nulla, perché ai convegni con avvocati e professori universitari partecipano 150 persone che escono con la stessa idea che avevano quando sono entrati, non cambierà nulla”.
“Oggi, con l’approvazione in quarta e ultima lettura della riforma costituzionale della giustizia, compiamo un passo importante verso un sistema più efficiente, equilibrato e vicino ai cittadini. Un traguardo storico e un impegno concreto mantenuto a favore degli italiani. Governo e Parlamento hanno fatto la loro parte, lavorando con serietà e visione. Ora la parola passerà ai cittadini, che saranno chiamati ad esprimersi attraverso il referendum confermativo. L’Italia prosegue il suo cammino di rinnovamento, per il bene della Nazione e dei suoi cittadini. Perché un’Italia più giusta è anche un’Italia più forte”. Così su X la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Protesta di Pd, M5S e Avs in Aula al Senato subito dopo l’approvazione del ddl costituzionale sulla separazione delle carriere. I senatori dei tre gruppi hanno mostrato cartelli rossi con la scritta in bianco ‘no ai pieni poteri’.
L’Aula del Senato ha approvato in quarta e ultima lettura, il ddl costituzionale sulla separazione delle carriere in magistratura. Il via libera definitivo del Parlamento è arrivato con 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astenuti.
“Le parole di Scarpinato sono non solo aggressive ma irrispettose verso il Parlamento e verso i cittadini. Parla di Costituzione e dimentica che il garantismo è scolpito a chiare lettere nella Carta”. Lo dichiara la senatrice Raffaella Paita, capogruppo al Senato di Italia viva.
“Abbiamo lottato, resistito e insistito con determinazione per oltre trent’anni, ma finalmente ce l’abbiamo fatta. Oggi separiamo le carriere e uniamo l’Italia nella fiducia verso il sistema giudiziario. Con l’approvazione di questa storica riforma inizia l’era di una vera imparzialità, la bilancia della giustizia torna ad essere equilibrata, si restituisce credibilità alla magistratura e speranza ai cittadini. Siamo orgogliosi di aver realizzato il sogno di Silvio Berlusconi, che ha creduto fino all’ultimo giorno in questa riforma. Il sogno di un’Italia dove inchieste e processi non siano mai più usati come clave per abbattere per via giudiziaria l’avversario. Ora l’ultima parola spetta al referendum, agli italiani, per dire sì alla libertà, alla certezza del diritto, ad una giustizia davvero giusta”. Così la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli.
“Questa riforma è una tessera di una guerra a pezzi alla Costituzione. In vista del referendum, bisognerà far capire che la linea di discrimine è tra amici e nemici della Costituzione, travestiti da falsi amici”. Lo ha detto in Aula il senatore del M5S Roberto Scarpinato in dichiarazione di voto sul ddl costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati.
“Oggi, con la riforma costituzionale della giustizia, si segna una giornata storica. Finalmente verrà sancita la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. E per quanto riguarda il Consiglio Superiore della Magistratura, che si occupa delle nomine, si supera quel malcostume delle correnti per cui se si votava per un candidato, in cambio si ottenevano vantaggi e nomine, con il risultato di un sistema basato su favoritismi, spartizioni e una forte politicizzazione. Le correnti sono diventate, di fatto, dei veri e propri partiti. Lo denunciò già Palamara. Con la riforma si introduce il sorteggio dei membri del Csm, naturalmente tra magistrati che possiedono i requisiti richiesti. In questo modo, attraverso un principio di casualità legato alla competenza, si punta a porre fine allo scambio di favori tra correnti. Si tratta di una riforma storica: non c’è alcuna subordinazione dei pubblici ministeri al governo, chi sostiene il contrario mente sapendo di mentire. Anticiperemo inoltre un referendum confermativo, depositando nelle prossime ore le firme di un quinto dei parlamentari del centrodestra. Non solo non temiamo il giudizio popolare, ma vogliamo che siano i cittadini a esprimersi, per dare ancora più forza a questa riforma attraverso un pronunciamento democratico”. Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, parlando con i giornalisti.
È una riforma contro la magistratura e contro ciò che rappresenta, cioè un limite al potere delle maggioranze. Non si spiegherebbe altrimenti l’indisponibilità al confronto che ha segnato tutto l’iter parlamentare”. Così il senatore del Pd Andrea Giorgis in dichiarazione di voto sul ddl costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati.
“La presidente Meloni ha dichiarato che il governo fa la riforma della giustizia per mettere fine alle storture. A chiarire le storture ci ha pensato Gasparri, il quale ha dichiarato che questa è ‘una riforma epocale che cancella le stagioni oscure dell’uso politiche della giustizia’”. Così in Aula il senatore del M5S Roberto Scarpinato in dichiarazione di voto sul ddl costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati. Dalla parte opposta dell’emiciclo il capogruppo di FI Maurizio Gasparri urla: “Lo confermo”. Il presidente del Senato Ignazio La Russa allora prova a placare gli animi. “Gasparri dice che conferma dall’emiciclo”, dice, richiamando all’ordine sia il senatore forzista che il senatore del M5S Marco Croatti per le proteste.
“Tajani, per eliminare ogni dubbio, – prosegue Scarpinato – ha citato il caso emblematico di Marcello Dell’Utri come ‘vittima illustre dell’uso politico della giustizia’. Ci auguriamo che conduciate la campagna per il referendum con gli stessi accenti di sincerità. Perché la maggioranza degli italiani non se la bevono la panzana che Berlusconi e Dell’Utri erano tutti fiori di giglio e sono stati condannati dalla magistratura politicizzata. Sono stati condannati perché esistono le prove”. Parole che suscitano nuovamente tensioni tra il gruppo di Forza Italia e il gruppo M5S.
“Tra pochi minuti sono state convocate qui attorno due manifestazioni. Forse nella maggioranza c’è una gara a chi si intesta la riforma della giustizia. Io l’avrei sconsigliato, perché fra qualche mese voterà il Paese. E questa festa rimpiangerete di averla fatta. Il Paese a larghissima maggioranza la respingerà come ha sempre respinto i tentativi di stravolgere la Costituzione italiana a colpi di maggioranza”. Lo ha detto in Aula il senatore di Avs, Peppe De Cristofaro, in dichiarazione di voto sul ddl costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati.
“Questa riforma è una vendetta, vuole mettere l’indipendenza della magistratura sotto il controllo politico”, ha aggiunto.
“Oggi il Parlamento mette il sigillo definitivo ad una riforma storica. Non è la rivincita della politica contro la magistratura, ma dopo anni in cui una parte minoritaria ma agguerrita della magistratura ha lavorato contro se stessa, la politica si è giustamente presa il compito di provare a rimettere le cose in carreggiata. Il che significa la piena attuazione della Costituzione e del rito accusatorio, l’introduzione del giusto processo con la figura del giudice terzo e imparziale. Questa riforma sancisce sostanzialmente tre cose: la separazione delle carriere fra pubblici ministeri e magistrati giudicanti, mette fine allo strapotere delle correnti e prova a introdurre un vero sistema disciplinare per sanzionare i magistrati che commettono errori gravi che hanno effetti devastanti sulla vita delle persone. Una riforma che consente al Paese di fare un passo avanti importante verso una giustizia più giusta e vicina ai cittadini. La sinistra, con la solita contrapposizione ideologica, ha scelto di scommettere sul referendum, temo che resterà delusa”. Lo ha detto Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati, annunciando in Aula al Senato il voto favorevole del gruppo.
“Sarà la più significativa riforma costituzionale dal dopoguerra. Oggi, come nel luglio scorso, parlo dal seggio che è stato del nostro rimpianto presidente Silvio Berlusconi. Che per tutta la sua carriera si è battuto contro la giustizia ingiusta e che per primo ha voluto inserire nel programma del centrodestra la separazione delle carriere. A lui vogliamo dedicare questa storica giornata”. Lo ha detto in Aula il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, in dichiarazione di voto sul ddl costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati.
“Come Forza Italia promuoveremo un comitato per il Sì, dal centro alla periferia, con una diffusione città per città. Invitiamo ad aderire i cittadini e le vittime di mala giustizia. Aderiranno anche magistrati”. Lo ha detto in Aula il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, in dichiarazione di voto sul ddl costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati.
“Siamo tutti consapevoli che la battaglia non si chiude con il voto di oggi. Da domani comincerà il confronto referendario. Questa riforma deve essere voluta e sostenuta dalla volontà popolare. Per questo domani cominceremo a raccogliere le firme tra senatori e deputati per chiedere il referendum confermativo. Il nostro partito sarà in prima fila in questa grabnde iniziativa politica”. Lo ha detto in Aula il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, in dichiarazione di voto sul ddl costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati.
“La separazione delle carriere garantisce il Giusto processo previsto dalla Costituzione, un processo in cui esista un vero contraddittorio tra le parti e un giudice terzo e imparziale. È evidente che, se una delle due parti è parente ‘professionale’ del giudice, questo equilibrio risulta inevitabilmente compromessa”. Lo ha detto Enrico Costa, deputato di Forza Italia e vicepresidente della commissione Giustizia, commentando a Mattino 5 la riforma della giustizia.
“Al di là di questo – ha proseguito – la riforma introduce novità di grande rilievo, stabilendo che il Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo che definisce le carriere, le promozioni e le nomine dei magistrati, venga scelto con il sorteggio. È innegabile che durante la fase delle indagini il pubblico ministero sia di fatto il vero dominus del procedimento, spesso in grado di schiacciare non solo la difesa ma anche il giudice. Basti pensare a quante proroghe delle indagini preliminari vengono negate dal giudice, quante misure cautelari o richieste di rinvio a giudizio vengono respinte, o quante autorizzazioni alle intercettazioni vengono rifiutate: praticamente nessuna”. “Questo accade perché il pubblico ministero dispone di un potere mediatico fortissimo, legato al rapporto diretto con l’opinione pubblica attraverso i mass media. E quando un giudice osa opporsi o limitare una richiesta del pm, viene subito etichettato come se volesse ostacolare la giustizia. La riforma della separazione delle carriere serve proprio a rafforzare il ruolo del giudice, restituendogli autonomia e autorevolezza. Il sistema attuale non garantisce un reale equilibrio. Il giudice recupera forza solo durante il processo, quando si spengono i riflettori mediatici: e non a caso in quella fase assistiamo a una percentuale altissima di assoluzioni, intorno al 50%. Ecco perché serve una riforma che riequilibri davvero i ruoli, nel rispetto del principio costituzionale del giusto processo”, ha concluso Costa.
“Meloni ha preparato una trappola perché in questi prossimi mesi non si discuta di salari, della fuga dei giovani, del problemi del Paese. Meloni ci porta sul terreno dello scontro ideologico”. Lo ha detto in Aula al Senato il leader di Italia Viva Matteo Renzi in dichiarazione di voto sul ddl costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati. “La presidente del Consiglio – ha aggiunto – ha bisogno di nemici. Si nutre del bisogno del nemico. Una volta è l’Anm, una volta è la Cgil, una volta è l’opposizione e una volta è Italia viva che viene paragonata alle Brigate rosse”.
“È l’ultimo momento di discussione parlamentare, prima che si apra un confronto molto acceso nel Paese. Nel confermare il voto di astensione, facciamo l’ultimo tentativo di richiamare i colleghi a un confronto civile e di merito prima che ciascuno si assuma le proprie responsabilità. Noi siamo favorevoli da sempre alla separazione delle carriere, ma ci asteniamo perché la montagna ha prodotto un topolino, è una riformicchia. Una parte dice che si fa la storia, l’altra dice che oggi si fa un golpe. Non è vero”. Lo ha detto in Aula al Senato il leader di Italia Viva Matteo Renzi in dichiarazione di voto sul ddl costituzionale sulla seprazione delle carriere dei magistrati. “Oggi mettete una bandierina sulla riforma della giustizia”, ha aggiunto.
“Lei, ministro della Giustizia, era un’icona del pensiero liberale. Ma quando alla fine di un dibattito come quello di ieri dice che non ne può più delle ‘litanie petulanti’, lei sta insultando il principio della democrazia parlamentare”. Lo ha detto in Aula il leader di Italia Viva Matteo Renzi, in dichiarazione di voto sul ddl costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati, rivolgendosi al Guardasigilli Carlo Nordio presente al Senato per l’approvazione della riforma.

