Ranucci: “Garante privacy in sede FdI prima di multa a Report”. La replica: “Non si contesti indipendenza”

Ranucci: “Garante privacy in sede FdI prima di multa a Report”. La replica: “Non si contesti indipendenza”
Sigfrido Ranucci in occasione di una manifestazione per la libertà di stampa (foto LaPresse/Cecilia Fabiano)

La trasmissione è stata sanzionata per aver diffuso un audio di Sangiuliano. La moglie dell’ex ministro: “Tesi interventi esterni priva di fondamento”

Il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, accusa il Garante per la privacy di essersi mosso “su input politico” contro la sua trasmissione quando l’ha sanzionata con una multa di 150mila euro alla Rai per la diffusione nel 2024 di un audio privato tra l’allora ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e sua moglie Federica Corsini, in merito al caso di Maria Rosaria Boccia. “Lo dimostreremo nell’inchiesta che andrà in onda stasera” (domenica, ndr), ha detto Ranucci in un’intervista a La Stampa anticipando la prima puntata della nuova stagione di Report su Raitre. “Manderemo in onda un documento importante, con il filmato di Agostino Ghiglia (componente del Garante per la protezione dei dati personali, ndr) che entra nella sede di Fratelli d’Italia poche ore prima della sanzione. Lì nella sede di partito di Fdi c’era Arianna Meloni. Sarebbe interessante sapere se hanno parlato della sanzione a Report. E se si, che cosa si sono detti? Domande, naturalmente, solo domande”, afferma. Report, aggiunge nell’intervista, resta nel mirino “perché ha la forza e il coraggio di mantenere il suo sguardo indipendentemente da tutto. Report ha sempre fatto il cane da guardia della democrazia. Ha guardato sempre con lo stesso sguardo chiunque governasse, di qualsiasi colore fosse. Quindi, non è mai stato amato fino in fondo. È amato fin quando colpisce l’altra parte. Poi quando tocca a te si cambia idea“.

La replica del Garante: “Non si contesti indipendenza decisioni”

Il Garante per la protezione dei dati personali, in relazione alle ultime notizie di stampa, ribadisce la piena indipendenza di giudizio e la libertà di determinazione dei suoi componenti. Ritiene doveroso precisare, per la massima chiarezza, che ogni procedimento è istruito dagli uffici, che in esito a tale istruttoria predispongono uno schema di provvedimento a cui fa seguito, da parte del componente relatore, la presentazione della proposta al Collegio (art. 15 regolamento 1/2000). Tale proposta può, pertanto, essere deliberata, o meno, dal Collegio, il quale, dunque, può condividerne, o meno, il contenuto”. Così ha replicato il Garante per la privacy, con una nota. “Le deliberazioni – fa notare il Garante – sono adottate a maggioranza dei votanti e, ai sensi dell’art. 153 del Codice Privacy, il voto del Presidente prevale in caso di parità. Il Garante conferma, in tutti i suoi componenti, che nel caso della sanzione irrogata a Report la predetta procedura è stata pienamente rispettata: dopo ampia discussione, il Collegio ha deliberato in linea con la proposta degli uffici”.

M5S e Avs chiedono spiegazioni al Garante

Intanto, dalle opposizioni sia il Movimento 5 Stelle che Alleanza Verdi Sinistra chiedono spiegazioni al Garante su quanto successo. “È estremamente inquietante quanto rivelato da Report e da alcuni quotidiani sul probabile incontro tra Arianna Meloni e Agostino Ghiglia, componente del Collegio del Garante della Privacy, a poche ore dalla riunione in cui la stessa Autorità teoricamente indipendente ha comminato una multa da 150 mila euro alla trasmissione di Sigfrido Ranucci. È chiaro a tutti che bisogna sapere tutta la verità, per questo motivo abbiamo inviato una richiesta di audizione urgente del presidente dell’Autorità Garante della Privacy in commissione di Vigilanza Rai“, hanno scritto gli esponenti M5S in commissione di vigilanza Rai. “Presenteremo un’interrogazione parlamentare per chiedere al governo di chiarire immediatamente quanto accaduto. Se gli organismi di garanzia e le authority hanno relazioni con i partiti di governo è in gioco il corretto funzionamento della nostra democrazia“, ha detto invece Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde.

Federica Corsini: “Tesi interventi esterni priva di fondamento”

Anche Federica Corsini, giornalista Rai e moglie di Sangiuliano, è intervenuta sulla vicenda. “È tempo di ristabilire la verità dei fatti. Fino ad oggi ho mantenuto il massimo riserbo sulla vicenda che ha visto coinvolto il ministro Gennaro Sangiuliano, nel rispetto delle istituzioni e del mio personale stile di vita, fondato sulla discrezione. Ho atteso che le autorità competenti approfondissero i fatti, pur essendo — in ultima analisi — la principale vittima di quanto accaduto. Ritengo però necessario intervenire ora, per tutelare la verità storica e giuridica di questa vicenda, che rischia di essere oscurata da tentativi — comprensibili ma infondati — di spostare l’attenzione dal cuore del problema“, ha affermato in una nota. “Si cerca infatti di accreditare la tesi di presunti ‘interventi esterni’ volti a influenzare la decisione del Garante per la protezione dei dati personali. È un’ipotesi del tutto priva di fondamento, e rappresenta un nuovo, inaccettabile attacco alla mia persona”, ha proseguito.

Corsini: “Garante non aveva altra scelta se non intervenire”

Il Garante non aveva altra scelta se non quella di intervenire, alla luce di circostanze oggettive e documentate”, afferma ancora Federica Corsini. “L’audio divenuto di dominio pubblico è stato illecitamente acquisito da una persona oggi imputata, con me parte offesa. La Procura della Repubblica di Roma lo afferma chiaramente nelle sue conclusioni, che ricostruiscono le modalità con cui il file è stato ottenuto e diffuso. Proprio per queste ragioni, tramite i miei legali, ho diffidato, l’8 dicembre 2024, la RAI e la trasmissione ‘Report’ — non dal dare la notizia, cosa che da giornalista non avrei mai chiesto, ma dal trasmettere l’audio, che mi avrebbe esposta a un’ulteriore mortificazione pubblica dopo mesi di attenzione mediatica. Come sottolinea la Procura, a differenza di un altro giornalista al quale l’audio era stato ‘proposto’ e che lo aveva rifiutato, Report ha scelto di accettarlo e diffonderlo, pur conoscendone la provenienza illecita. Ciò rileva sia sotto il profilo penale (atti persecutori ed interferenza illecita nella vita privata), sia sotto quello della tutela della riservatezza. Nella richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Roma, al capo 4) di imputazione, si fa riferimento esplicito anche alla data dell’8 dicembre 2024, giorno della messa in onda della trasmissione, e di commissione del reato, evidenziando la piena consapevolezza della natura illecita del materiale diffuso. È quindi fuorviante, e palesemente ‘difensiva’, la tesi secondo cui il Garante sarebbe stato mosso da influenze esterne o da valutazioni politiche“, prosegue, specificando che “le sue decisioni si fondano su fatti oggettivi ed inequivocabili, ribaditi anche nelle conclusioni della Procura di Roma. Contestare la correttezza del provvedimento significherebbe, per assurdo, mettere in dubbio anche la terzietà della Procura della Repubblica di Roma. Proseguirò la mia battaglia giudiziaria nel pieno rispetto delle regole e del riserbo che mi contraddistingue, convinta che l’illiceità non può essere confusa con la libertà di stampa, né con il giornalismo d’inchiesta. La libertà di informare è un diritto fondamentale, ma non può diventare uno scudo per violare la dignità delle persone e la legalità delle fonti”.

Ghiglia: “Io corretto, in via della Scrofa ho incontrato Bocchino”

“Tutto si è svolto nella massima trasparenza. Nel merito, mi sono recato in via della Scrofa, ma per incontrare il Direttore del “Il Secolo d’Italia”, Italo Bocchino, in merito a una presentazione a Torino e a Roma dei nostri due nuovi libri”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera, pubblicata sul sito, Agostino Ghiglia, componente del collegio del Garante della Privacy, in merito al video di Report. Lì, afferma Ghiglia, “ho incrociato Arianna Meloni, ci siamo salutati e scambiati due convenevoli perché era molto impegnata”. Quanto ai rapporti con FdI, Ghiglia, ricorda al Corriere che “non sono stato solo candidato, ma due volte deputato (nel 2001 e nel 2008 per An-Pdl), tre volte consigliere regionale e assessore in Piemonte… Ciò detto non ho rapporti. Anche l’ex presidente Antonello Soro, già capogruppo alla Camera del Pd in una delle mie legislature, fu poi eletto dal Parlamento quale membro e successivamente Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, esercitando il ruolo con grande intelligenza, capacità e imparzialità”.

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