Il Tribunale dei ministri chiede l’autorizzazione a procedere per il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio per il caso Almasri. La notizia, che arriva dal presidente della giunta per le autorizzazioni di Montecitorio, Devis Dori, ufficializza quanto già ipotizzato dalla premier Giorgia Meloni che martedì, via social, ha bollato la decisione come “assurda”, anche perché nell’ambito dello stesso procedimento, per lei è stata chiesta l’archiviazione.
Nordio attacca l’Anm
La vicenda continua a scatenare polemiche della maggioranza da un lato e delle opposizioni dall’altro, alle quali si aggiunge un nuovo scontro tra il ministro Carlo Nordio e l’Anm dopo le parole del presidente Cesare Parodi che, intervistato su un possibile coinvolgimento del capo di gabinetto del ministro della Giustizia risponde: “Un processo, dove vengono accertati magari in via definitiva certi fatti, ha evidentemente una ricaduta politica neanche tanto indiretta sulle persone coinvolte”. La persone in questione, Giusi Bartolozzi, non è una parlamentare ed è stata al centro della vicenda per alcune comunicazioni interne tra i funzionari del ministero di via Arenula nei giorni del fermo in Italia di Almasri e la risposta di Parodi fa scattare la replica di Carlo Nordio che, a stretto giro, diffonde una dura nota dicendosi “sconcertato dalle parole di un presidente Anm considerato, sino ad ora, equilibrato”. “Non so come si permetta di citare la mia capo di Gabinetto, il cui nome per quanto almeno mi risulta, non è citato negli atti – spiega il Guardasigilli -. In caso contrario dovrei desumere che Parodi è a conoscenza di notizie riservate. Quanto all’aspetto politico, considero queste affermazioni, fatte da un autorevole rappresentante Anm, una impropria ed inaccettabile invasione di prerogative istituzionali”. Dopo la nota infuocata del ministro, Parodi precisa di non aver “mai citato né fatto riferimento” a Bartolozzi “rispetto al caso Almasri. Ho invece sviluppato un ragionamento generale che prescinde dall’inchiesta in corso”. “Ha assolutamente ragione il ministro a dire che in caso contrario sarebbe stata un’invasione di campo, approccio che non mi appartiene né culturalmente né caratterialmente”, conclude.