Il ministro degli Esteri: "Ambasciate aperte finché ci sono italiani"

Mentre continua lo scambio reciproco di missili e razzi tra Tel Aviv e Teheran, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è tornato a parlare della situazione in Iran a margine della riunione ministeriale per il 70esimo anniversario della Conferenza di Messina-Taormina. “Stiamo lavorando per favorire l’uscita da Teheran e da Israele dei nostro connazionali che intendono lasciare questi Paesi”, ha dichiarato il vicepremier che ha poi precisato: “Stiamo organizzando dei voli charter, i primi partiranno dall’Egitto per lasciare Israele“, ha aggiunto, “vedremo se si potrà far partire anche qualche aereo da Amman, dalla Giordania“. “I voli sono a pagamento perché non si tratta di evacuazione ma di un aiuto e di coordinamento per lasciare l’Iran e Israele”, ha aggiunto Tajani.

Tajani: “Ambasciate aperte finché ci sono italiani”

Il titolare della Farnesina ha poi spiegato che “le nostre ambasciate in questo momento lavorano in condizioni di grande difficoltà e voglio ringraziare veramente tutto il personale diplomatico e non diplomatico che lavora a Tel Aviv, a Teheran e a Gerusalemme”. “Finché ci sono italiani da aiutare, non possiamo lasciare le nostre ambasciate”, ha aggiunto Tajani, “cerchiamo di fare tutto ciò che è possibile per garantire l’incolumità dei nostri connazionali”. “In tutto gli italiani nell’area del Medioriente sono 50mila a cui aggiungiamo circa 2500 militari”, ha precisato il Ministro, “in Iran erano 450, ora credo che siano sotto i 400. In Israele sono circa 20mila, tra cui molti residenti con doppio passaporto. Credo che qualche centinaio sta lasciando o lascerà il territorio israeliano, guerra permettendo”.

Tajani: “Nessun pericolo imminente per nostri militari”

Infine, il ministro degli Esteri ha spiegato che “la situazione è preoccupante in generale” ma che non ci sono attualmente “pericoli imminenti per i nostri militari”.  

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