Il ministro della Giustizia: "I magistrati fanno il loro dovere". La lettera di Ilaria Cucchi: "Situazione al limite, serve responsabilità"
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, si difende dopo la polemica sul sovraffollamento delle carceri. “Non ho detto che è colpa del magistrato come qualcuno sciaguratamente ha riportato. Se le carceri sono sovraffollate è perché c’è chi commette reati e non perché i magistrati sono cattivi. I magistrati fanno il loro dovere”, ha detto a margine del convegno ‘La magistratura nel disegno costituzionale. I vari progetti di modifica’, promosso a Roma dall’Associazione nazionale magistrati – Sezione autonoma magistrati a riposo. “Se poi per qualcuno avrei detto che è colpa dei magistrati, come se mandassero in galera degli innocenti, questa è malafede“, ha aggiunto il Guardasigilli, bollando come una “stupidagine” l’interpretazione diffusa ieri. “Si dice sempre che le parole vengono travisate, in questo caso sono state chiarissime – ha sottolineato -: in prigione si entra perché si commettono dei reati, ma non è il governo che decide chi mandare in prigione chi commette un reato ma il magistrato”.
Carceri, Parodi (Anm): “Bene chiarimento Nordio, eravamo perplessi”
Pronta la replica del presidente dell’Anm, Cesare Parodi. “Io per 35 anni ho mandato in carcere persone che commettevano reati e rispetto alle parole del ministro ero un po’ perplesso, ma comunque ha chiarito e va benissimo”, ha detto in riferimento alle parole del ministro della Giustizia, che ha chiarito le parole dette ieri sul sovraffollamento carcerario, proprio rispondendo al presidente dell’Associazione nazionale magistrati, il quale aveva espresso perplessità. “È un chiarimento che molti colleghi si aspettavano, l’ho voluto chiedere senza polemiche”.
Carceri, Cucchi (Avs) a Nordio: “Situazione al limite”
“Ministro Nordio, Lei è davvero una persona umile. Ogni membro del governo di cui fa parte non fa che celebrare i nuovi reati, le pene più lunghe, i pacchetti paura. Così pure i Suoi onorevoli colleghi al Ministero, tra i quali vi è addirittura chi prova intimo godimento quando, ai malcapitati di turno, viene a mancare il fiato. Lei invece, Ministro, niente di tutto questo. Quelli che per gli altri sono meriti, per Lei sono ordinaria amministrazione della giustizia. Come se il sovraffollamento, con 6.000 detenuti in più da quando ricopre questo ruolo, il numero dei suicidi, nel 2024 anno record, le continue condanne di tutte le corti internazionali, l’ultima della Cedu, poche settimane fa, fossero nella natura delle cose. A Lei, che per le carceri ricopre il ruolo più importante di questo Paese, tutto questo sembra non toccare minimamente. Allora Ministro, lo so ormai che non è una brutta persona. Ci ho messo un po’, ma credo di averla capita”. Lo afferma sui social la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi, in una lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio.
La lettera al Guardasigilli
“Per questo le propongo, non certo da amica ma da cittadina che ha fiducia nelle istituzioni, di scegliere. Di pensarci, quantomeno. Da un lato può scegliere la via dell’umiltà, con il rischio però di fare sempre di più la figura di quello caduto dalle nuvole – per essere gentili. Procedendo a distruggere, dichiarazione dopo dichiarazione, la sua immagine pubblica. E, cosa molto più importante, la salute di intere famiglie ormai inamovibili dal ‘suo’ carcere. Dall’altro, può scegliere la via della responsabilità. Svegliarsi. Rendersi conto – aggiunge Cucchi – dei Suoi fallimenti, continui. Chiedere scusa. Di quanto fatto e di quanto detto, sempre e comunque a sproposito. Iniziare, infine, a fare il contrario. Sarebbe un cambiamento pesante, so di chiederLe molto. Ma in fondo sarebbe solo un attimo di lucidità. Perché questo basta per capire cosa sta succedendo agli istituti di pena. In più, Le prometto di starle accanto. Troverebbe in me la prima garanzia di conforto. Sono sicura che anche tutti i detenuti, i loro affetti, sarebbero altrettanto ben disposti per supportarla. Se solo domani, al posto Suo, trovassero una persona magari meno umile, ma almeno un po’ più responsabile. Per sé e per gli altri”.
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