La bagarre durante la replica della premier alla Camera. Schlein: "Non accettiamo tentativi di riscrivere la storia"

Bagarre alla Camera durante la replica della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel dibattito sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani, 20 marzo. La premier ha criticato la manifestazione per l’Europa in Piazza del Popolo a Roma e in particolare il riferimento fatto dall’opposizione al Manifesto di Ventotene, uno dei testi considerati fondanti dell’Unione Europea, redatto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi durante il loro confino a Ventotene a causa della loro opposizione al regime fascista.

Intanto l’Aula ha dato il via libera con con 188 sì, 125 no e nove astenuti alla risoluzione della maggioranza sulle comunicazioni della premier. Bocciate invece tutte le risoluzioni delle opposizioni. 

Le parole di Meloni

“Sono sempre contenta e ho grande rispetto per la partecipazione e le iniziative. Nella manifestazione che è stata fatta sabato a piazza del Popolo” a Roma “e anche in questa Aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene. Ora io spero che tutte queste persone in realtà non lo abbiano mai letto perché l’alternativa sarebbe francamente spaventosa”, ha detto la presidente del Consiglio. “Però a beneficio di chi ci guarda da casa e di chi non dovesse averlo mai letto io sono contenta di citare testualmente alcuni passi salienti del Manifesto di Ventotene. Primo: ‘la rivoluzione europea per rispondere alle nostre esigenze dovrà essere socialista‘. E fino a qui, vabbè. ‘La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa non dogmaticamente, caso per caso’. ‘Nelle epoche rivoluzionarie in cui le istituzioni non debbono già essere amministrate ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente‘. ‘Nel momento in cui occorre la massima decisione e audacia i democratici si sentono smarriti, non avendo dietro uno spontaneo consenso popolare, ma solo un torbido tumultare di passioni’. ‘La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria‘. E il Manifesto conclude che esso, il partito rivoluzionario, ‘attinge la visione e la sicurezza di quel che va fatto non da una preventiva consacrazione da parte della ancora inesistente volontà popolare, ma nella sua coscienza di rappresentare le esigenze profonde della società moderna. Dà in tal modo le prime direttive del nuovo ordine, la prima disciplina sociale alle nuove masse, attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo Stato e attorno ad esso la nuova democrazia”, ha concluso Meloni prima di aggiungere: “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia“.

 

Bagarre in Aula alla Camera, seduta sospesa

Quando la premier ha letto questi passaggi, dai banchi delle opposizioni si sono levate alcune grida di protesta. “Dovete studiare“, ha urlato dai banchi Pd Federico Fornaro, e il clima si è surriscaldato. Tutto in piedi ad applaudire, invece, il centrodestra. A far scattare la protesta delle opposizioni, poi, anche il fatto che anche dai banchi del Governo si sono levati alcuni applausi. “Non si può applaudire dai banchi del Governo“, hanno urlato dal Pd. La premier Giorgia Meloni è uscita dall’aula. La seduta è stata sospesa dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana.

Schlein a Meloni: “Non accettiamo tentativi riscrivere storia”

“Noi non accettiamo tentativi di riscrivere la storia”. Lo scrive sui social la segretaria del Pd Elly Schlein dopo le parole pronunciate in Aula da Meloni sul Manifesto di Ventotene.
Meloni ha oltraggiato la memoria del Manifesto di Ventotene, riconosciuto da tutti come la base su cui si è fondata l’Unione europea, perché l’hanno scritto giovani mandati al confino dai fascisti che non risposero all’odio e alla privazione di libertà con altro odio e altra privazione di libertà ma con una visione che nell’Europa federale superasse i nazionalismi che nel nostro continente hanno prodotto soltanto guerre, anche oggi. Non si permetta mai più di oltraggiare la memoria di Altiero Spinelli, Ursula Hirschmann, Ernesto e Ada Rossi, Eugenio Colorni, se siamo qui a discutere in un Parlamento democratico è grazie a persone come loro. Dice che quell’Europa non è la sua”, aggiunge.

Schlein: “Meloni nasconde divisioni governo oltraggiando memoria europea”

Giorgia Meloni non solo non ha il coraggio di difendere i valori su cui l’Unione è fondata dagli attacchi di Trump e di Musk, ma ha deciso in Aula di nascondere le divisioni del suo governo oltraggiando la memoria europea”, aggiunge Schlein nel suo post social.

Pd: “Meloni truffaldina su Ventotene, si inginocchi davanti ai padri dell’Europa”

“Quello avvenuto in quest’aula è un atto grave nei confronti del Parlamento e della storia di questo Paese. Il Manifesto di Ventotene è riconosciuto da tutti gli storici, non come in maniera truffaldina ha cercato di far passare la presidente l’inno alla dittatura del proletariato, ma come l’inno dell’Europa federale contro i nazionalisti che sono stati il cancro del 900. Le chiedo di ostracizzare chi dileggia la memoria di Altiero Spinelli considerato da tutti il padre dell’Europa. Lei deve dire parole di verità, lei è il presidente della Camera. Siamo qui grazie a quegli uomini e quelle donne, la presidente dovrebbe inginocchiarsi davanti a loro“, ha dichiarato Fornaro in Aula rivolgendosi a Fontana. 

Renzi: “Prossime elezioni referendum tra chi crede in Ventotene e chi in Meloni”

“La Meloni non ama Ventotene perché la storia di Ventotene dice il contrario della storia di Giorgia Meloni. Le prossime elezioni saranno un referendum tra chi crede nelle idee di Ventotene e tra chi crede in Giorgia Meloni. Noi non abbiamo dubbi su da che parte stare”. Lo scrive sui social il leader di Italia viva, Matteo Renzi. “Ventotene per me è la capitale morale dell’Europa”, aggiunge.
“Nel pieno della II Guerra mondiale, mentre il nazismo spargeva il terrore nel mondo, un gruppo di sognatori imprigionati dal regime fascista immaginava gli Stati Uniti d’Europa – aggiunge Renzi -. È per questo che da premier ho invitato i leader di Francia e Germania a Ventotene dopo la Brexit. È per questo che da sempre ho sostenuto l’idea di fare del carcere di Santo Stefano un centro di formazione di giovani europei. È per questo che da parlamentare ho sempre creduto al progetto difficile ma bellissimo degli Stati Uniti d’Europa. Giorgia Meloni la pensa in modo diverso? Certo. La sua Europa non si riconosce negli oppositori del fascismo, non si riconosce in chi perde la libertà per una idea, non si riconosce in chi sogna un progetto federale. Ventotene non può essere amata da chi usa i servizi segreti per spiare i giornalisti che fanno scoop contro il tuo partito. Ventotene non può essere amata da chi scappa dai dibattiti parlamentari. Ventotene non può essere amata da chi accetta in silenzio i dazi americani pur di compiacere Trump. Ventotene non può essere amata dai sovranisti, da chi libera i criminali libici, da chi si preoccupa di fare l’influencer ma non riesce a fare la statista. Per amare Ventotene bisogna avere la capacità di fare politica costruendo sogni e non solo generando incubi”.

Meloni rilancia via social parte su Manifesto di Ventotene 

 “Giudicate voi”. Lo scrive sui social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni allegando al post un video in cui si vede la parte finale del suo intervento alla Camera in cui ha letto alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene, concludendo: “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia”.

Fidanza (FdI): “Su Ventotene Meloni sbriciola uno ultimi feticci sinistra”

 “Il re è nudo. La coraggiosa operazione verità di Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene sbriciola uno degli ultimi feticci della sinistra finto-europeista e ne evidenzia la sua vocazione all’intolleranza. Nell’isteria collettiva nessuno a sinistra riesce ad argomentare una risposta nel merito e, non potendo difendere un testo che inneggia alla dittatura socialista e alla soppressione della proprietà privata, gridano al solito fascismo che ritorna e alla memoria oltraggiata dei confinati antifascisti”. È quanto dichiara in una nota il Capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, Carlo Fidanza. “Questa gazzarra rivela una verità piuttosto semplice: se c’è qualcuno che non ha fatto appieno i conti con la propria storia è proprio la sinistra, che a distanza di 80 anni non riesce ad ammettere che il Manifesto di Ventotene conteneva affermazioni inaccettabili e che, se qualcuno allora lo avesse messo in atto, oggi non vivremmo in una democrazia liberale. E oggi il presunto europeismo della sinistra, alimentato dallo spirito di Ventotene, altro non è che un progetto illiberale di annullamento delle identità nazionali e di annichilimento dell’iniziativa privata a colpi di burocrazia e di ideologia green”, conclude. 

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