Reato di femminicidio, ok in Cdm. Meloni: “Sferzata contro piaga intollerabile”

Reato di femminicidio, ok in Cdm. Meloni: “Sferzata contro piaga intollerabile”
I Ministri Marina Calderone, Anna Maria Bernini, Eugenia Roccella, Matteo Piantedosi, Elisabetta Alberti Casellati, in collegamento Carlo Nordio durante la conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri con oggetto il DDL sul reato di femminicidio. Palazzo Chigi a Roma, Venerdì 07 Marzo 2025 (foto Mauro Scrobogna / LaPresse) Ministers Marina Calderone, Anna Maria Bernini, Eugenia Roccella, Matteo Piantedosi, Elisabetta Alberti Casellati, in connection Carlo Nordio during the press conference after the Council of Ministers regarding the bill on the crime of femicide. Palazzo Chigi in Rome, Friday March 07 2025 (foto Mauro Scrobogna / LaPresse)

Il nuovo delitto viene sanzionato con la pena dell’ergastolo. Nordio: “Un risultato epocale”

Una svolta epocale“. È il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a definire così il nuovo disegno di legge che introduce il reato autonomo di femminicidio, approvato dal Consiglio dei ministri simbolicamente alla vigilia della Festa della Donna. “Oggi il governo compie un altro passo avanti nell’azione di sistema che sta portando avanti fin dal suo insediamento per contrastare la violenza nei confronti delle donne e per tutelare le vittime”, commenta la premier, Giorgia Meloni, rimarcando che il ddl “introduce nel nostro ordinamento il delitto di femminicidio come reato autonomo, sanzionandolo con l’ergastolo, e prevede aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn. Norme che considero molto importanti e che abbiamo fortemente voluto per dare una sferzata nella lotta a questa intollerabile piaga“, conclude ringraziando tutti i ministri che hanno lavorato al provvedimento.

Nordio: “Reato di femminicidio un risultato epocale”

Ministri che si presentano in conferenza stampa subito dopo la riunione a Palazzo Chigi, per illustrare quello che Nordio definisce “un risultato epocale, perché il femminicidio viene inserito nel codice penale come reato autonomo. Questa è una grande svolta, perché fino a oggi si discuteva se questa potesse essere un’aggravante, l’avere costituito una fattispecie autonoma costituisce una forma di manifestazione potente di una attenzione a questa problematica, emersa in questi ultimi anni in maniera così dolorosa”. Di “un lavoro importante e storico che si inserisce nella scia di provvedimenti che abbiamo fin qui adottato per marcare una presenza molto forte su questo tema” parla il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. E la ministra per la Famiglia e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, sottolinea: “Abbiamo messo al centro fin dall’inizio del nostro mandato la battaglia contro la violenza sulle donne. Abbiamo fatto un primo intervento legislativo, i femminicidi sono diminuiti solo in maniera molto lieve e abbiamo ritenuto fosse il caso di intervenire nuovamente” con questo ddl. Il governo parallelamente lavora anche con le università: la ministra, Annamaria Bernini, annuncia lo stanziamento immediato di 8,5 milioni per gli sportelli antiviolenza e di sostegno psicologico per le vittime di reati da codice rosso.

 

Cosa prevede il nuovo reato

Il punto principale del provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri, che si compone di sette articoli, è contenuto nel primo, e prevede la pena massima: “Chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità, è punito con l’ergastolo“. Inoltre, in presenza di un’attenuante che prevale sulle aggravanti, “la pena non può essere inferiore ad anni ventiquattro“. Infine, in presenza di più circostanze attenuanti, comunque “la pena non può essere inferiore ad anni quindici“. Ma ci sono anche altre novità, a tutela in particolare delle vittime. Il ddl prevede infatti l’audizione obbligatoria della persona offesa da parte del pm nei casi di codice rosso, non delegabile alla polizia giudiziaria, introduce specifici obblighi informativi in favore dei congiunti della vittima, prevede il parere – non vincolante – della vittima in caso di patteggiamento per reati da codice rosso. Inoltre, interviene sui benefici penitenziari per autori di reati da codice rosso e introduce, in favore delle vittime, il diritto di essere avvisate anche dell’uscita dal carcere dell’autore condannato, a seguito di concessione di misure premiali. Si prevede, inoltre, che la condotta alla base della nuova fattispecie di femminicidio configuri un’aggravante – con aumento delle pene fino a due terzi – per i seguenti delitti: maltrattamenti contro familiari e conviventi, lesioni personali, lesioni gravi o gravissime, pratiche di mutilazioni degli organi genitali femminili, deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, uso di armi o sostanze corrosive, omicidio preterintenzionale, interruzione di gravidanza non consensuale, reati contro la libertà sessuale, stalking e revenge-porn.

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