La responsabile del dipartimento Bioetica di FI: "Non serve una legge nazionale". Poi corregge il tiro: "Percorso avviato in Senato"

Il primo caso di suicidio assistito in Lombardia alimenta il dibattito nella maggioranza di governo. Dopo le polemiche scoppiate in seguito alle parole di Olimpia Tarzia, responsabile nazionale del dipartimento Bioetica e Diritti Umani di FI, il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, sottolinea: “La posizione di Forza Italia è chiara: non può esserci una competenza regionale, deve esserci una competenza nazionale. C’è un dibattito in Parlamento e il Parlamento è sovrano“. E il leader leghista Matteo Salvini chiede ai follower sui social: “Sarebbe giusto, secondo te, che il Parlamento approvasse una legge sul ‘fine-vita’, per stabilire criteri, modi e tempi per permettere ai malati terminali di decidere, in piena coscienza, di porre fine alla propria esistenza?”.

Fine vita, Tarzia (FI): “Legge nazionale non serve, non fomentare turismo di morte”

Sono un caso le parole dell’azzurra Tarzia ai microfoni di Radio Cusano Campus. “Io credo innanzitutto che rispetto a un tema che, come questo, coinvolge la vita delle persone, bisogna avvicinarsi in punta di piedi, e credo che si stia procedendo soprattutto da un’area radicale in maniera molto ideologica, che non tiene conto realmente della vita e della sofferenza di tante persone. Una legge nazionale non serve, c’è certamente da declinare determinate indicazioni che già sono arrivate dalla Consulta, ma già si sta lavorando in Commissione giustizia al Senato”, ha detto  la responsabile nazionale del Dipartimento Bioetica e Diritti umani di Forza Italia

“È un tema che coinvolge vari aspetti da un punto di vista etico, da un punto di vista giuridico, sociale, sanitario, amministrativo e politico – spiega -. Principalmente si parla della vita delle persone. È acclarato che chi chiede di morire fondamentalmente è chi è lasciato solo, non solo lui ma anche la famiglia. Dobbiamo pensare che dietro a un malato terminale esiste una famiglia che si accolla non solo la sofferenza del familiare, ma tutti i costi che comportano l’assistenza. C’è un tema di cure palliative che è fondamentale”.

“Sul piano giuridico – continua Tarzia – in Toscana si è interpretato ciò che ha detto la Consulta come un diritto a morire, che però non esiste: la Consulta non ha mai parlato di questo. Sia la sentenza 242 del 2019 che la 135 del 2024 escludono chiaramente che si possa arrivare a una sorta di diritto alla morte, anzi ribadiscono che tutto il nostro ordinamento tutela e riconosce il diritto alla vita come primo diritto fondamentale. È chiaro che poi va valutata, in determinate situazioni molto circoscritte, l’eventuale non punibilità. Qui c’è una manipolazione totale proprio da un punto di vista giuridico di quanto ha detto la Consulta”.

La precisazione dell’azzurra Tarzia

“Mi preme precisare quanto detto durante il mio intervento di oggi a Radio Cusano Campus: non ho detto che il Parlamento non si deve esprimere su questi temi, anzi al contrario ho specificato come sia stato avviato un percorso in Commissione Giustizia al Senato e che sia importante per affrontare questa fase su un tema così delicato. Vedremo cosa deciderà il Parlamento”, precisa in una nota la responsabile nazionale del Dipartimento Bioetica e Diritti umani di Forza Italia.

Fine vita, A. Fontana: “In Lombardia rispettato Consulta, serve legge nazionale”

“L’autorizzazione” al suicidio assistito “l’ha data la Corte Costituzionale con le proprie sentenze. Noi non abbiamo fatto altro che, attraverso il codice etico, trovare delle linee di condotta che verranno poi estese a tutta la Regione”, ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a margine dell’apertura dell’anno accademico dell’Università dell’Insubria a Varese. Sul fine vita “nessun cambio di rotta: che ci debba essere una legge nazionale è un conto, che si debba rispettare la sentenza della Corte Costituzionale è un altro”, ha affermato Fontana.. La Consulta “detta delle linee ben precise alle quali tutto il Servizio sanitario nazionale si deve attenere”, ha aggiunto il governatore leghista, sottolineando però l’opportunità “che ci sia una legge per dare una formale regolamentazione, perché altrimenti ognuno può seguire i propri codici etici. Invece è necessario che ci sia una linea nazionale”.

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