“Fascicolo CPI? La corte penale internazionale farà bene a fare tutto ciò che deve fare, partendo dal presupposto che l’Italia ha agito correttamente, nel rispetto dei distinti ruoli, ivi compreso quello della magistratura che ha ritenuto di liberare Almasri”. Lo ha detto a LaPresse il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, intercettato all’esterno di Montecitorio sui temi relativi al caso Almasri. “Lettera del ministro Nordio alla CPI? Non la conosco”, risponde il deputato di Fratelli d’Italia, che però sottolinea come sia “sempre giusto distendere gli animi con chiunque”. Sulla questione dell’incongruenza sulle tempistiche Delmastro spiega che “quella macroscopica” è stata evidenziata proprio dalla Corte di Appello di Roma, “l’organo che ha deciso la scarcerazione”, il quale “spiegando l’irregolarità di questo arresto non è stato notificato preventivamente al ministro della Giustizia che era il titolato a ricevere la prima comunicazione”. Il sottosegretario continua quindi dicendo che “quella scelta non è evidentemente del ministero”, ma “questa doglianza” è stata “evidenziata da dei giudici che hanno indicato che quello era il motivo di un’irritualità dell’arresto dello stesso”. Infine, Delmastro non ravvisa incongruenze tra la nota del ministro Nordio in cui denunciava una mancanza di tempo per dare seguito al mandato d’arresto e le sue dichiarazioni in Parlamento dove ha messo in luca gli eventuali errori compiuti dalla CPI nella stesura del suddetto mandato d’arresto: “L’una non esclude non altra, non c’è nessuna contraddizione logica. Uno dice di non aver avuto i tempi e ‘ad abundantiam’ aggiungo che i tempi dovevano ancor di più dilatarsi perché dovevo verificare una serie di incongruenze che si sono evidenziate”, conclude Delmastro.

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