L’Unione nazionale ambulatori e poliambulatori enti e ospedalità privata lancia l‘allarme sul nuovo nomenclatore tariffario. Secondo l’associazione che riunisce il settore ospedaliero privato le nuove tariffe introdotte dal Ministero rischiano di rendere ancora più difficile l’accesso alla sanità da parte dei cittadini. L’ipotesi sul tavolo è quella dello sciopero: “Saremo costretti a una chiusura se non risolvono il problema delle tariffe, dopo il 28, perché tuteliamo la salute. Gli anziani il più delle volte devono attendere per qualsiasi terapia. Se non interviene il Ministero saremo costretti a farlo. Portassero concretamente un cambiamento. Garantissero lavoro e salute. Chiedere che rimanga un tariffario di 20 anni fa, con degli adeguamenti ovviamente, non è chiedere la luna” dice la presidente dell’Uap Mariastella Giorlandino. L’evento è la conferenza stampa “Salvaguardia del diritto alla salute e risoluzione delle criticità legate al nuovo nomenclatore tariffario” al Clubhouse di Montecitorio. Una tavola rotonda che riunisce, a pochi passi dalla Camera, il mondo della medicina, dell’imprenditoria, della politica, della Chiesa e anche dello spettacolo. Maria Grazia Cucinotta, che da anni si occupa di sensibilizzazione sulla prevenzione si chiede: “Come si fa a dire alla gente di fare prevenzione se poi ci sono liste d’attesa infinite? Tra l’altro le convenzioni non ci saranno più perché con questi costi le analisi convenzionate non si potranno più fare. Questo significa condannare le persone a morte“. Tanti gli esponenti politici all’evento moderato da Alessandro Cecchi Paone. Da Faraone di Italia Viva a Gasparri di Forza Italia che promette: “Dobbiamo fare un tavolo, e l’ho chiesto al ministro Schillaci, con farmacia dei servizi e laboratori di analisi”.
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