La giudice del tribunale di Roma: "Nessuna intenzione di scontro con il governo, è l'esecutivo che lo vuole". La Lega: "Critiche da Md sono una medaglia"

Dopo le polemiche in seguito alla decisione del tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento di 18 migranti nei centri italiani in Albania, resta alta la tensione tra governo e magistratura. Parlando a margine del convegno per i 60 anni di Magistratura Democratica in Campidoglio a Roma, Silvia Albano, presidente di MD e giudice della sezione immigrazione del Tribunale di Roma, dice che l’esecutivo cerca uno scontro con le toghe. “Io non ho nessuna intenzione di fare un scontro con il governo, è il governo che vuole farlo con me. E io da questo scontro voglio sottrarmi”, ha detto. “Voi avete visto che io non sono intervenuta mai in questo periodo perché c’è stata una personalizzazione insopportabile – ha aggiunto – Non c’è nessuna personalizzazione ma solo dei giudici che cercano di fare il loro lavoro. C’è stato un pronunciamento unanime di tutte le comunità dei giuristi: dall’Unione delle Camere penali all’associazione dei professori di diritto dell’Unione europea. Per dire che sulla supremazia del diritto europeo non ci si può fare nulla“.

 

“Preoccupa che chiamino comunista chi applica la Costituzione”

“Il fatto che chi cerca di applicare la Costituzione venga appellato come ‘giudice comunista’ mi preoccupa molto per lo stato della nostra democrazia e per il suo futuro”, ha detto poi Albano durante il convegno. 

Lega: “Magistratura Democratica contestò Falcone, critiche sono una medaglia”

“Da Magistratura democratica vittimismo, propaganda e polemiche contro il governo e il ministro Matteo Salvini. Essere invisi a Md, che criticò perfino Giovanni Falcone, è una straordinaria medaglia“, ha replicato con una nota la Lega. Era stato infatti proprio il leader leghista Matteo Salvini a parlare di ‘giudici comunisti’ dopo alcune decisioni in tema di migranti degli ultimi giorni. 

Salvini: “Giudici che boicottano le leggi sono un problema per l’Italia”

“Quei giudici, pochi per fortuna, che invece di applicare le leggi le stravolgono e boicottano, dovrebbero avere la dignità di dimettersi, di cambiare mestiere e di fare politica con Rifondazione Comunista. Sono un problema per l’Italia“, ha commentato da parte sua su X il leader leghista Matteo Salvini

Nordio: “Toghe non critichino le leggi e la politica abbassi i toni”

Un appello ad abbassare i toni della discussione è invece arrivato dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio. “Noi vogliamo un dialogo con la magistratura proprio perché sappiamo che la magistratura è quella chiamata ad applicare le leggi”, ha detto Nordio intervenuto in videocollegamento all’evento per i 60 anni di Md. “Altro problema è la critica al merito politico e al contenuto delle leggi soprattutto una volta che sono state approvate e qui il presidente Mattarella è stato chiarissimo”, ha aggiunto. “Mi auguro ci sia sempre meno una critica della magistratura al merito politico delle leggi e mi auguro un abbassamento dei toni da parte della politica nel criticare le sentenze“, ha concluso. 

Schlein: “Scontro del governo con le toghe danneggia il Paese”

Al convegno è intervenuta anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha detto che “senza diritti non c’è eguaglianza e non c’è democrazia“. Ha aggiunto: “Non posso che ritenere che il dialogo tra la politica, le istituzioni e la magistratura debba essere un dialogo fondato sui principi di lealtà, reciproco rispetto dei ruoli e anche spirito costruttivo, perché noi abbiamo bisogno di parlare con gli operatori del diritto, per capire come costruire le riforme che servono per un miglior funzionamento del sistema di giustizia”. E ha proseguito: “Questo non è aiutato da un clima di costante scontro istituzionale che noi contestiamo a chi oggi governa il paese. Non riteniamo che sia utile al paese, lo riteniamo invece dannoso perché non è solo questione della gravità di mettere in discussione l’imparzialità del lavoro dei giudici ma è una cosa più profonda, perché si vuole instillare il dubbio nei cittadini e nelle cittadine che ci siano delle ragioni altre dietro a quello che è semplicemente l’esercizio delle proprie funzioni stabilito dalla Costituzione”.

Santalucia (Anm): “Inaccettabile rappresentare toghe come potere eversivo”

A margine del convegno, a chi gli ha chiesto se c’è il rischio di nuove bufere sul fronte migranti, Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, ha risposto: “Temo certo che possa reinnescarsi una polemica che non giova a nessuno e confido che ciò che è stato scritto nei provvedimenti già emessi possa essere letto e compreso e far comprendere che si può dissentire o meno ma che non c’è nessuna volontà politica, nel senso di innescare uno scontro fazioso con le forze politiche”. E ha aggiunto: “Poi il merito delle decisioni è sempre criticabile, ma una cosa è la critica, un’altra è la rappresentazione di un potere come un potere che esonda, che invade e che quindi diventa un potere arbitrario, un potere in qualche modo eversivo. Tutto questo è inaccettabile“. 

Santalucia: “Clima di scontro peggiorato rispetto ai tempi di Berlusconi”

“Tutto sembra continuare lungo un canovaccio che noi avevamo tentato di abbandonare, tentando un nuovo dialogo con le forze politiche sui temi che riguardano la giurisdizione”, ha poi aggiunto Santalucia rispondendo a chi gli chiede se il clima dei rapporti tra esecutivo e magistratura sia oggi peggiorato rispetto ai tempi di Silvio Berlusconi. “Direi che il clima è addirittura è peggiorato. Prima erano i pubblici ministeri le ‘toghe rosse’, mentre ora le toghe rosse sono dappertutto, anche nei tribunali civili tra i giudici che si occupano di immigrazione. Diventa rosso chi assume un provvedimento non gradito“, ha proseguito.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata