“Penso che sia un atto di bullismo. Chi è presidente del Consiglio a volte, prima di dire le cose, dovrebbe pensarci. Messa in questi termini è un attacco a chi quei diritti lì ogni giorno li vede messi in discussione o addirittura non ce li ha perché precario”, commenta Maurizio Landini rispondendo alla battuta da Budapest di Giorgia Meloni in cui diceva di lavorare nonostante l’influenza perché non ha tutele sindacali.

“Quando parlano di salute – aggiunge il segretario della CGIL – vorrei ricordare che alla presidenza del Consiglio c’è addirittura una sede per curare chi ci lavora. Non tutti hanno il medico sotto casa e hanno la possibilità di essere curati” e chiedendosi se ‘ha presentato un certificato perché era in malattia’. “Non si può dare uno schiaffo in faccia alle persone che normalmente vivono e tante volte non hanno neanche i soldi per potersi curare grazie ai tagli che sono stati fatti sulla sanità”, ribadisce Landini, che poi conclude: “Dichiarazioni di questa natura aumentano la necessità di ribellarsi alla situazione. Quindi non solo penso sia necessaria una rivolta sociale, ma penso anche che per le persone è il momento di scendere in campo”, in quanto “atti di bullismo di questa natura fanno male innanzitutto a chi li fa”.

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