Il presidente aggiunto della Corte in un convegno al Senato: "Presidio di democrazia al servizio del Paese"

“La Corte dei conti è assolutamente utile e centrale nel sistema istituzionale del nostro Paese, ma per assicurare il buon andamento, l’efficienza, l’imparzialità e la legalità, anche finanziaria, della Pubblica amministrazione deve adeguare il proprio ruolo e le proprie funzioni al rinnovato modello della Pubblica amministrazione, oggi basato più sulla valorizzazione dei criteri di economicità ed efficacia che sulla mera esecuzione della legge, in cui assume rilievo soprattutto l’amministrazione di risultato. E quindi, anche la Corte dei conti, nello svolgimento delle funzioni di controllo e giurisdizionali che la Costituzione le intesta, deve adeguare queste funzioni al rinnovato modello di amministrazione, avendo riguardo ad assicurare sicuramente la legittimità dell’azione amministrativa, ma soprattutto l’efficienza, il conseguimento del risultato e il buon funzionamento della pubblica amministrazione. Essa deve essere una risorsa, un volano, una guida per la pubblica amministrazione, e non un freno mediante l’incentivazione della paura della firma, garantendo, sul fronte del controllo, l’equilibrio dei conti pubblici e il controllo della spesa, e assicurando, sul fronte della giurisdizione, la sana e corretta gestione delle risorse pubbliche“. Lo ha detto Tommaso Miele, presidente aggiunto della Corte dei conti e presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti del Lazio, intervenendo al Convegno sulla Corte dei conti svoltosi presso la Sala Koch di Palazzo Madama al Senato.

“Corte Conti deve assistere Pa in sue funzioni e controllo spesa”

“Oggi la Corte dei conti più che censurare e sanzionare a posteriori gli amministratori e i funzionari pubblici, e, più in generale, le amministrazioni pubbliche, si deve porre nei confronti delle amministrazioni con uno spirito diverso, assistendole e accompagnandole nello svolgimento delle funzioni ad esse intestate e nella gestione della spesa pubblica, aiutandole, nell’esercizio delle funzioni di controllo, ad assicurare la legittimità della spesa pubblica e a tenere i conti in ordine, e, nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali, ad assicurare la sana e corretta gestione delle risorse pubbliche“, ha aggiunto Miele. 

“Corte conti presidio di legalità e democrazia a servizio Paese”

“La Corte dei conti, oltre che un presidio di legalità, rappresenta ed è avvertita dai cittadini come un presidio di democrazia, esercitando in posizione di autonomia, di indipendenza e di terzietà, e cioè con tutte le guarentigie di una magistratura, le funzioni giurisdizionali e di controllo che la Costituzione le assegna nell’interesse del Paese, delle stesse istituzioni e soprattutto dei cittadini. Attraverso la Corte dei conti, e cioè, attraverso una magistratura autonoma e indipendente rispetto al Governo e alle stesse amministrazioni controllate, sono i cittadini che controllano la legittimità della spesa pubblica e la sana e corretta gestione delle risorse pubbliche, ma oggi il Paese chiede alla Corte di assicurare anche l’efficienza e il buon andamento della pubblica amministrazione“, ha proseguito presidente aggiunto della Corte dei conti.

“Per superare paura firma rendere effettivo controllo preventivo”

Per superare la paura della firma e la burocrazia difensiva occorre valorizzare maggiormente e rendere effettiva la funzione consultiva e il controllo preventivo della Corte dei conti. La Corte dei conti può svolgere un ruolo fondamentale per assistere le pubbliche amministrazioni. Allorché amministratori e dirigenti pubblici dovessero avere dubbi in ordine alla possibilità di adottare determinati atti, dovrebbero avere la possibilità, solo su determinate e specifiche fattispecie, di chiedere il parere alle sezioni regionali di controllo della Corte dei conti o di chiedere l’assoggettamento dell’atto al controllo preventivo di legittimità, rimuovendo preventivamente, in questo modo, il rischio di incorrere in ipotesi di responsabilità per danno erariale che dovessero derivare dall’adozione di quell’atto”, ha concluso Tommaso Miele. 

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