Il presidente della Repubblica ad Aosta per l'80esimo anniversario della resistenza
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato ad Aosta per partecipare alla Cerimonia in occasione dell’80° anniversario della resistenza, della liberazione e dell’autonomia della Valle d’Aosta.
“Il principio che l’Assemblea Costituente affermava era esplicito: non potevano essere considerate straniere, in Italia, lingue parlate da cittadini italiani radicati nel suo territorio. Non si era – e non si è – stranieri a casa propria, quale fosse – e sia – la propria cultura, lingua, religione. Era la diretta conseguenza dei principi fondamentali della nostra Costituzione. Lo esplicita l’art.3. Ecco perché valorizzare le specificità delle comunità collocate alle frontiere dell’Italia ha arricchito i valori di convivenza della nostra civiltà” ha detto il Capo dello Stato intervenendo alla cerimonia in occasione dell’80° anniversario della resistenza, della liberazione e dell’autonomia della Valle d’Aosta.
“Il tema della tutela delle minoranze linguistiche ha trovato collocazione all’art.6 della nostra Carta fondamentale – ha aggiunto – Ne costituisce attuazione anche la legge 482/1999, ‘Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche’, che ha introdotto una disciplina organica, così come, nelle Regioni ad autonomia speciale, si trovano specifiche disposizioni di tutela di minoranze presenti sul territorio: è il caso dell’art. 40 bis (1993) dello Statuto valdostano che riconosce alle popolazioni di lingua tedesca dei Comuni della Valle del Lys – comunemente riconducibili al popolo dei Walser – il diritto alla salvaguardia delle proprie tradizioni linguistiche e culturali. Si tratta di una ricchezza e di un vanto per la Repubblica. Un valore, quello delle terre e dei popoli di frontiera che la Unione Europea ha saputo far crescere e valorizzare, dando sempre più spessore alla nostra cultura europea”.
Ue, Mattarella: “Sovranità comune per rendere effettiva quella nazionale”
“Si sono sempre confrontate, dall’epoca dei Trattati di Roma, due concezioni nell’ambito della Comunità Europea. Quella di chi ha pensato – e continua tuttora a pensare – che l’Unione sia un’utile e preziosa cornice di collaborazione economica ma nulla di più e chi invece ha sempre pensato e continua a pensare che l’Unione sia, in itinere, sempre più, una comunità di valori che si aggrega intorno a questi e inevitabilmente cresce in integrazione sempre più intensa e più completa. Per tante ragioni: una è quella, sempre più evidente nell’attualità, di rendere effettiva la sovranità nazionale. Di fronte ai tanti problemi, di dimensioni epocali che si pongono di fronte all’umanità, sempre più ampi, sempre più globali come direzione e come carattere, nessuna sovranità nazionale è in grado di affrontarli con efficacia. Per rendere effettive queste sovranità nazionali occorre investirle insieme in quella europea“, ha aggiunto il presidente della Repubblica. “Questo è il modo di poter affermare un contributo effettivo, serio, concreto, importante della civiltà europea, alla vita della comunità internazionale e insieme garantire agli stati nazionali che ne fanno parte di garantirsi un’effettività di sovranità gestita insieme”, ha aggiunto.
Ue, Mattarella: “Edificio incompleto non regge emergenza, va completato”
“Vi è una quantità di ragioni che spinge perché l’edificio europeo venga completato. Le genti di montagna sanno più di chiunque altro che quando vi sono difficoltà emergenziali, fortunali calamità naturali un edificio incompleto non può reggere, rischia di non sopravvivere. Il mondo è pieno di condizioni emergenziali, difficoltà di grande rilievo e l’edificio europeo va completato perché non può a lungo restare incompleto perché non reggerebbe all’urto degli eventi della vita internazionale”, ha poi aggiunto Mattarella. “Vi sono molti nell’Unione che vengono illusi da chi pensa che si possa tornare a un’epoca d’oro del passato. Che non c’è più, ammesso che fosse d’oro. Non c’è più perché il mondo è cambiato. La storia procede, illudersi che torni indietro è appunto un’illusione, un inganno. Occorre quindi procedere”, ha sottolineato l’inquilino del Quirinale.
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