"Ci sono paesi europei dove la tv pubblica è a costo zero", ha sottolineato il vicepremier

L’abbassamento e l’abolizione del canone Rai c’è nel programma della Lega da 30 anni, ovviamente bisogna trovare delle altre forme di finanziamento e quindi la pubblicità. Forza Italia contraria? Parla di Mediaset, li capisco. A me interessa che tutti possano lavorare, però il servizio pubblico lo pagano tutti i cittadini italiani”. Così il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini, nel corso di un punto stampa a Cortina d’Ampezzo in occasione dei sopralluoghi tecnici ai cantieri delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.

“Nella scorsa legge di bilancio già abbiamo abbassato il canone”, ricorda il ministro della Infrastrutture che punta ad abbassarlo “ulteriormente aumentando gli introiti pubblicitari, perché per molte famiglie anche quelle decine di euro possono essere significative. Quindi il cittadino non spende e non paga niente ed è il privato che decide dove investire in pubblicità”. “Non vedo dove sia il problema, ci sono paesi europei dove la tv pubblica è a canone zero, quindi onestamente non capisco la polemica”, conclude Salvini.

Floridia: “Proposta Lega su canone danneggia servizio pubblico”

Insorge la presidente della commissione di vigilanza Rai Barbara Floridia. “La maggioranza di Giorgia Meloni sta utilizzando la Rai come arma di scontro politico. Protagonista del giorno è la Lega, che chiede di aumentare la pubblicità sul servizio pubblico pestando i piedi alle Tv private e quindi facendo scattare sull’attenti Forza Italia, che ovviamente vede come fumo negli occhi ogni proposta che possa anche solo ipoteticamente danneggiare Mediaset. In realtà, la proposta leghista non fa altro che danneggiare la stessa Rai, perché aumentare il tetto della pubblicità non significa automaticamente incrementare le risorse, visto il graduale spostamento degli investimenti su altre piattaforme”, ha detto sui suoi canali social. “Ma soprattutto è una proposta che danneggia il concetto stesso di servizio pubblico, ridotto a servizio commerciale per cittadini consumatori e non più utenti. Se si vuole ragionare sulle risorse da dare alla Rai, lo si faccia partendo da un presupposto che è peraltro sancito dal Regolamento europeo sulla libertà dei media: servono risorse stabili per non assoggettare la Rai al governo di turno. Un governo serio partirebbe da qui. E magari, utilizzare quei soldi per un servizio di qualità premiando chi porta avanti davvero il servizio pubblico facendo buoni ascolti. Non assumendo parenti o dando spazio a trasmissioni utili a piazzare qualche ‘amichetto’, ma che porta ascolti da zero virgola e fanno sempre di più allontanare gli italiani dalla Rai”.

Cairo: “Più pubblicità e meno canone? Mi sembra una cosa confusa”

Critico anche Urbano Cairo. “Mi sembra una cosa un po’ confusa, non capisco quale sarebbe il progetto finale”, ha detto il proprietario de La7. “Noi competiamo in un mercato televisivo in cui La7 è una rete che ha una dimensione di fatturato inferiore a quella di Mediaset e Rai, un 12-15%. Non abbiamo accesso al canone. Il taglio è un unicum. Negli altri Paesi c’è il canone ma non c’è la pubblicità”, ha spiegato durante la conferenza dei nuovi palinsesti. “A me sembra che ci sua situazione molto squilibrata, per di più la Rai dovrebbe fare servizio pubblico. In Italia c’è un canone a livelli importanti e pubblicità a livelli molto importanti”. “La7 riesce a stare sul mercato con risorse inferiori, facendo grandi sforzi, i salti mortali. Per il tipo di palinsesto meriteremmo noi di avere una quota di canone. Sarebbe da ripensare completamente il riassetto generale”, ha proseguito.

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