Tutti i precedenti che hanno coinvolto i deputati italiani
Dal cappio leghista alla mortadella, passando al battibecco verbale su Juve-Inter che sfocia in scontro fisico. Sono diversi gli episodi avvenuti in Parlamento nel corso degli anni in cui la tensione è salita alle stelle. E la rissa di ieri alla Camera, mentre si discuteva il ddl sull’Autonomia differenziata che ha coinvolto il deputato del M5S, Leonardo Donno, e altri parlamentari tra cui il leghista Igor Iezzi, è soltanto l’ultimo esempio.
Occhiali rotti, testate e ceffoni: le altre risse in Parlamento
Uno dei primi casi passati alla storia risale al 1949. Il deputato del Pci, Giuliano Pajetta, fratello del più noto Giancarlo, si lancia “a catapulta”, stando a quanto risulta dal resoconto parlamentare dell’epoca, contro un collega mentre è in corso il dibattito sull’adesione alla Nato. Scoppia un putiferio nell’emiciclo e a un certo punto vola anche un cassetto. E al Senato, nel 1953, non andò molto meglio. Mentre è in corso il voto finale sulla cosiddetta ‘legge truffa’, il ministro Randolfo Pacciardi rimane ferito da un calamaio che gli rompe gli occhiali e Giuseppe Alberganti (Pci) finisce in infermeria con diversi graffi al volto. Fra gli altri episodi, si segnala la rissa scoppiata fra Radicali ed esponenti Pci il 4 dicembre 1981 mentre si discute sullo scioglimento delle associazioni segrete: il deputato radicale Roberto Cicciomessere prova a saltare sui banchi del governo ma finisce a terra e i commessi lo difendono dai calci di alcuni colleghi.
È passato poi alla storia il cappio mostrato a Montecitorio il 16 marzo 1993 da un leghista della prima ora, Luca Leoni Orsenigo. Erano i tempi del Carroccio entrato in Parlamento al motto di “Roma ladrona”. Poi si ricorda anche il duro botta e risposta sul ‘derby d’Italia’, Juventus-Inter, che nel 1998 sfociò in scontro fisico tra il deputato di An, Domenico Gramazio, e il diessino Massimo Mauro, ex calciatore.
Negli anni Duemila, poi, si ricorda la scena del senatore di An, Nino Strano, che mangia mortadella e beve champagne per festeggiare la caduta del governo Prodi nel gennaio 2008. Solo un anno prima, sempre Palazzo Madama si trasforma in un ring: un senatore di Forza Italia cerca di prendere a testate un parlamentare del centrosinistra, che viene circondato dai colleghi e messo al sicuro fuori dall’Aula dal presidente della commissione Giustizia, Cesare Salvi. Dai banchi di Forza Italia parte anche un sonoro ‘vaffa’. E nel 2010, ancora, Carlo Nola, deputato del Pd, molla un ceffone a Francesco Barbato (Idv).
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