Il presidente della Repubblica depone una corona di fiori nel centenario dell'omicidio del socialista

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona di fiori sul monumento in memoria di Giacomo Matteotti a Roma, in occasione del 100° anniversario della sua morte. Il deputato socialista venne rapito e assassinato da una squadra fascista il 10 giugno 1924 dopo il suo discorso alla Camera dei deputati in cui denunciava, il 30 maggio del 1924, le violenze e le illegalità commesse dai fascisti per vincere le elezioni politiche del 6 aprile di quello stesso anno.  Il corpo fu ritrovato due mesi dopo l’omicidio, il 16 agosto a Riano.

“Il rapimento, cento anni or sono, del Deputato socialista Giacomo Matteotti, a cui fece seguito la sua crudele, barbara, uccisione, fu un attacco al Parlamento e alla libertà di tutti gli italiani e rappresentò uno spartiacque della storia nazionale“, ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “La violenza che, da subito, aveva caratterizzato le azioni del movimento fascista dopo le aggressioni ai lavoratori organizzati nei sindacati e nelle cooperative, contro le Istituzioni, dai Comuni si rivolse al Parlamento”. “Quell’assassinio politico assunse una peculiare portata storica e simbolica. Lo Stato veniva asservito a un partito armato che si faceva regime, con la complicità della Monarchia, aggiunge Mattarella, ricordando la figura di Matteotti: “Segretario del Partito Socialista Unitario, impegnato com’era per il riscatto dei ceti più poveri, apparteneva al gruppo di coloro che sapevano come le libertà dello Stato liberale dovevano sapersi tradurre in effettivi diritti per tutti gli italiani”. “Il suo antifascismo – continua – poggiava su questa visione, opponendosi alle violenze esercitate contro i lavoratori dalle azioni squadriste. Manifestazione di un impegno che avrebbe trovato poi eco nella lotta di Liberazione e nella scelta repubblicana da parte del popolo italiano”.

Giacomo Matteotti “vide la progressiva demolizione delle libertà garantite dallo Statuto Albertino da parte del fascismo e ne denunciò conseguenze e implicazioni, mentre nelle classi dirigenti italiane non si faceva strada analoga coscienza. Il coraggio che animò la sua ultima, drammatica denuncia dai banchi di Montecitorio costituisce non soltanto un inno alla libertà e un testamento politico di perenne validità ma, altresì, un atto di fedeltà al Parlamento. Quel Parlamento che costituisce il cuore di ogni democrazia viva e che venne umiliato dal regime, sino alla sua soppressione”. Continua la dichiarazione del Capo dello Stato “La Repubblica – aggiunge il Mattarella – si inchina alla memoria di Giacomo Matteotti, difensore dei ceti subordinati e martire della democrazia”. 

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