L'attivista e avvocata a LaPresse: "File separate per uomini e donne? La condizione delle persone transgender attiene alla salute. Si tratta di illecito trattamento dei dati"

I registri elettorali che contengono i nomi di chi può votare “sono rosa per le donne, azzurri per gli uomini: è così dal 1946, non sono mai cambiati, nessun passo avanti“. A LaPresse, l’attivista e avvocata Cathy La Torre, spiega che “i registri elettorali vengono inviati dal Viminale alle Prefetture che poi provvede a smistarli e sono da sempre rosa e azzurri”.

Un decreto del 10 marzo 1946 permise alle donne con almeno 25 anni di età di poter eleggere ed essere elette alle prime elezioni amministrative post belliche: con il suffragio universale fu istituito il registro elettorale per le donne. Di colore rosa. “Come se non bastasse, ancora oggi vale che, accanto al nome delle donne, viene è riportato quello del marito, anche se nel frattempo il marito è morto oppure si sono separati – aggiunge – Ci sono cose più importanti a cui pensare? E allora iniziassero a risolvere questa qui che richiede appena cinque minuti”. “I Comuni dal canto loro hanno inviato una lettera ai presidenti di seggio indicando di evitare le file separate per uomini e donne – prosegue – Non è una questione di lana caprina perché la condizione delle persone transgender attiene alla salute: perché rivelare dati sensibili? Perché una persona deve far sapere a tutti che è transgender? Si tratta di illecito trattamento dei dati”. Altra nota dolente evidenziata da Cathy La Torre il voto per i fuori sede: “È stato concesso agli studenti, cosa costava farlo anche per i lavoratori fuori sede?”. 

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