Via libera dal Cdm. Su Intramoenia e privati decreto entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge. Aumento 20% tariffe orarie medici

Il Consiglio dei ministri, a quanto si apprende, ha dato il via libera al decreto legge e al disegno di legge per l’abbattimento delle liste di attesa in sanità. Il testo approdato in Cdm per l’abbattimento delle liste d’attesa si compone di 7 articoli. Il documento, che LaPresse ha avuto modo di visionare, all’articolo 1 “istituisce presso Agenas la Piattaforma nazionale per le liste d’attesa” mentre all’articolo 2 istituisce l’Ispettorato generale di controllo sull’assistenza sanitaria. Viene inoltre introdotto, con l’articolo 3, “l’obbligo di un CUP unico regionale o infraregionale con tutte le prestazioni disponibili del pubblico e del privato convenzionato”. Viene inoltre potenziata l’offerta assistenziale con l’articolo 4 che prevede “visite ed esami diagnostici anche il sabato e la domenica, prolungando la fascia oraria”.

“Si incrementa la spesa per il personale di un importo complessivo pari al 15% dell’incremento del Fondo sanitario rispetto all’anno precedente”, prevede invece l’articolo 5. Nell’articolo successivo “aumenta per gli anni 2025 e 2026 la quota del fondo sanitario nazionale che le Regioni possono usare per l’acquisto di prestazioni da privato convenzionato rispetto a quanto già previsto dalla legge di bilancio 2024. Inoltre, le risorse già stanziate per il 2024 sono prioritariamente destinate alle prestazioni di ricovero e ambulatoriali, erogate dalle strutture sanitarie private accreditate dotate di pronto soccorso ed afferenti alle reti cliniche tempo-dipendenti, conseguenti all’accesso in pronto soccorso, con codice di priorità rosso o arancio”. Con l’articolo 7 “si istituisce una infrastruttura nazionale di intelligenza artificiale” e la progettazione spetta ad Agenas.

“Se le prestazioni non vengono erogate nei tempi previsti dalle vigenti classi di priorità, le aziende garantiscono al cittadino la prestazione in intramoenia o attraverso il privato accreditato. Le modalità sono definite con decreto del ministro delle Salute da adottarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto” si legge ancora nella bozza del testo.

Aumento 20% tariffe orarie medici

Il documento, che LaPresse ha avuto modo di visionare, prevede tra le altre cose un “aumento della tariffa oraria del 20% (soprattutto nei servizi che presentano maggiori necessità) delle prestazioni aggiuntive e decontribuzione fiscale con tassazione separata ad aliquota fissa del 15%” e che le Regioni possa destinare “risorse aggiuntive per la contrattazione collettiva integrativa privilegiando le specialità mediche più carenti o con condizioni di lavoro più disagiate (indennità di disagio)”.

Contratti lavoro autonomo contro gettonisti

“Per frenare il fenomeno dei gettonisti, le aziende possono assumere personale anche con contratti di lavoro autonomo“. Inoltre “le aziende possono avvalersi anche degli specialisti ambulatoriali interni per il recupero delle liste d’attesa: il provvedimento stanzia 100 milioni per aumentare a 100 euro la tariffa oraria per la prestazione dello specialista” si legge nel testo.

Via libera a esami anche in farmacia

“Sempre al fine di ridurre le liste d’attesa, si prevede la possibilità di svolgere alcune prestazioni anche in farmacia (prelievo ed esami del sangue, tamponi) con personale adeguatamente formato e nei laboratori convenzionati” prosegue il testo.

Sospensione se Dg non raggiungono obiettivi

La bozza prevede che “per direttori generali, il mancato raggiungimento degli obiettivi può determinare la sospensione dall’Elenco nazionale dei direttori generali per un periodo di dodici mesi”. “Le Regioni assegnano specifici obiettivi annuali sulla riduzione delle liste di attesa ai direttori regionali della sanità e ai direttori generali delle aziende. I direttori generali, a loro volta, assegnano gli obiettivi ai direttori amministrativi, ai direttori sanitari e ai direttori di struttura complessa. Incremento della retribuzione di risultato non inferiore al 10 per cento per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle liste d’attesa”, si legge ancora nel testo che prevede anche una “decurtazione della retribuzione di risultato pari al 10 per cento e possibilità, previa contestazione e nel rispetto del principio del contraddittorio, della revoca o del mancato rinnovo dell’incarico per il mancato raggiungimento”.

Per esami medico deve indicare classe priorità

“In caso di prima visita o esame diagnostico, il medico ha l’obbligo di attribuire la classe di priorità e di indicare il sospetto diagnostico. In questo modo è indicato il tempo entro cui la prestazione deve essere garantita. La definizione omogenea del quesito diagnostico avverrà con decreto del Ministro della Salute previa intesa con la Conferenza delle Regioni e sentite le categorie degli operatori interessati)” si legge nella bozza del disegno di legge che LaPresse ha avuto modo di visionare. “Le regioni promuovono misure organizzative che consentano al medico specialista, qualora ritenga necessari ulteriori esami o accertamenti, di prendere il carico il paziente fino al termine del percorso diagnostico. In questo modo si evitano esami non necessari se non su indicazione dello specialista”, si legge ancora nel testo.

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