Il presidente della Repubblica ha ricordato le vittime dell'eccidio nazista del giugno 1944

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dato il via alle celebrazioni del 25 aprile all’Altare della Patria a Roma, prima di spostarsi a Civitella Val di Chiana, in provincia di Arezzo. Dopo l’esecuzione dell’Inno d’Italia il Capo dello Stato ha reso omaggio a tutti i Caduti con la deposizione di una corona d’alloro. Presenti anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i presidenti di Camera e Senato Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, il presidente della Corte costituzionale Augusto Barbera e il ministro della Difesa Guido Crosetto. Sono inoltre presenti i capi di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone; il Capo di Stato Maggiore dell’esercito, generale di corpo d’armata Carmine Masiello, il capo di Stato maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra, Enrico Credendino, il Capo di Stato maggiore dell’Areonautica, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, il generale di Corpo d’Armata dei Carabinieri Teo Luzi, il generale di Corpo d’Armata della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro.

Mattarella a Civitella Val di Chiana per ricordare l’eccidio nazista

Mattarella ha poi lasciato Roma per muovere alla direzione di Civitella Val di Chiana (Arezzo) per ricordare le vittime innocenti dell’eccidio nazista avvenuto in occasione della festività dei Santi Pietro e Paolo il 29 giugno del 1944. Quel giorno furono trucidati 244 civili, di cui 115 a Civitella. Mattarella, accompagnato dal ministro della Difesa Guido Crosetto, è stato accolto dall’applauso dei presenti, che gli hanno urlato ‘grazie presidente’ dopo l’esecuzione dell’Inno d’Italia e degli onori militari. “È inimmaginabile quanto accaduto”, ha detto Mattarella ricordando l’eccidio nazista. Il Capo dello Stato ha poi firmato il libro della memoria e deposto una corona d’alloro in memoria dei caduti. Citando Aldo Moro, Mattarella ha aggiunto che “intorno all’antifascismo è possibile e doverosa l’unità popolare“, e ribadendo che i “Patrioti della resistenza” usarono le armi “perché queste tacessero”.

(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Mattarella: “Terribile, disumana strage”

“Siamo qui a Civitella in Val di Chiana riuniti per celebrare il 25 aprile – l’anniversario della Liberazione – a Civitella in Val di Chiana, a ottant’anni dalla terribile, disumana, strage nazifascista perpetrata, in questo territorio, sulla popolazione inerme”, ha dichiarato Mattarella. “Gli eccidi avvennero, oltre che a Civitella, a Cornia, dove la crudeltà dei soldati della famigerata divisione Goring si sfogò in maniera particolarmente brutale, con stupri e uccisioni di bambini”, aggiunge il Capo dello Stato. “Nella stessa giornata – ricorda Mattarella – si compiva, non lontano da qui, un altro eccidio, a San Pancrazio, dove furono sterminate oltre settanta persone. Come è testimoniato dai documenti processuali, gli eccidi furono pianificati a freddo, molti giorni prima, e furono portati a termine con l’inganno e con il tradimento della parola. Si attese, cinicamente, la festa dei Santi Pietro e Paolo per essere sicuri di poter effettuare un più numeroso rastrellamento di popolazione civile”. 

“La tragica contabilità del 29 giugno del ’44, in queste terre racconta di circa 250 persone assassinate – dice ancora il Capo dello Stato – Tra queste, donne, anziani, sacerdoti e oltre dieci ragazzi e bambini. Il più piccolo, Gloriano Polletti, aveva solo un anno. Maria Luisa Lammioni due. Il parroco di Civitella, don Alcide Lazzeri, e quello di San Pancrazio, Don Giuseppe Torelli, provarono a offrire la loro vita, per salvare quella del loro popolo, ma inutilmente. Furono uccisi anch’essi, insieme agli altri.  Alcuni ostaggi, destinati alla morte, rimasero feriti o riuscirono a fuggire. Nei loro occhi, sbigottiti e impauriti, rimarrà per sempre impresso il ricordo di quel giorno di morte e di orrore”, conclude.

Mattarella: “Tutta Italia patì violenza nazifascista”

“Sono venuto, oggi, qui a Civitella – uno dei luoghi simbolo della barbarie nazifascista – per fare memoria di tutte le vittime dei crimini di guerra, trucidate, in quel 1944, sul territorio nazionale e all’estero. Non c’è parte del suolo italiano –  con la sola eccezione della Sardegna – che non abbia patito la violenza nazifascista contro i civili e non abbia pianto sulle spoglie dei propri concittadini brutalmente uccisi”, ha continuato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.  “La Regione che ci ospita – la Toscana – è tra quelle che hanno pagato il più alto tributo di sangue innocente, insieme all’Emilia Romagna e al Piemonte. La magistratura militare e gli storici, dopo un difficile lavoro di ricerca, durato decenni, hanno, finora, documentato sul territorio italiano cinquemila crudeli e infami episodi di eccidi, rappresaglie, esecuzioni sommarie”. 

Il discorso di Mattarella

Mattarella, “Propaganda fascista negava l’innegabile”

 “All’infamia della strage di Marzabotto, la più grande compiuta in Italia, seguì un corollario altrettanto indegno: la propaganda fascista, sui giornali sottoposti a controlli e censure, negava l’innegabile, provando a smentire l’accaduto, cercando di definire false le notizie dell’eccidio e irridendo i testimoni”. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo a Civitella Val di Chiana in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile.

“Occorre – oggi e in futuro – far memoria di quelle stragi e di quelle vittime e sono preziose le iniziative nazionali e regionali che la sorreggono. Senza memoria, non c’è futuro“. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo a Civitella Val di Chiana in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile. 

Mattarella: “Liberazione da dittatura spietata che soffocò diritti”

 “Liberazione, dunque, dall’occupante nazista, liberazione da una terribile guerra, ma anche da una dittatura spietata che, lungo l’arco di un ventennio, aveva soffocato i diritti politici e civili, calpestato le libertà fondamentali, perseguitato gli ebrei e le minoranze, educato i giovani alla sacrilega religione della violenza e del sopruso. L’entrata in guerra, accanto a Hitler, fu la diretta e inevitabile conseguenza di questo clima di fanatica esaltazione”. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo a Civitella Val di Chiana in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile.

Mattarella cita Moro: “Intorno ad antifascismo doverosa unità popolare”

 “Aggiungo – utilizzando parole pronunciate da Aldo Moro nel 1975 – che ‘intorno all’antifascismo è possibile e doverosa l’unità popolare, senza compromettere d’altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico, la libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico’”. intorno all’antifascismo è possibile e doverosa l’unità popolare.

Mattarella: “Patrioti resistenza usarono armi perché queste tacessero”

“A differenza dei loro nemici, imbevuti del culto macabro della morte e della guerra, i patrioti della Resistenza fecero uso delle armi perché un giorno queste tacessero e il mondo fosse finalmente contrassegnato dalla pace, dalla libertà, dalla giustizia.Oggi, in un tempo di grande preoccupazione, segnato, in Europa e ai suoi confini, da aggressioni, guerre e violenze, confidiamo in quella speranza. E per questo va ribadito: Viva la Liberazione, Viva la libertà, viva la Repubblica“, un altro passaggio dell’intervento di Mattarella a Civitella Val di Chiana.

Mattarella: “L’8 settembre molti italiani non si piegarono al disonore”

“L’8 settembre, con i vertici del Regno in fuga, fece precipitare il Paese nello sconforto e nel caos assoluto. Ma molti italiani non si piegarono al disonore. Scelsero la via del riscatto. Un riscatto morale, prima ancora che politico, che recuperava i valori occultati e calpestati dalla dittatura. La libertà, al posto dell’imposizione. La fraternità, al posto dell’odio razzista. La democrazia, al posto della sopraffazione. L’umanità, al posto della brutalità. La giustizia, al posto dell’arbitrio. La speranza, al posto della paura”, ha aggiunto Mattarella. 

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