Il decreto 19/2024, spiegano in audizione, fornisce informazioni non esaustive sulla destinazione delle nuove risorse e sui definanziamenti

L’Upb (Ufficio Parlamentare di Bilancio) ha sottolineato l’esigenza che nel quadro tendenziale del prossimo Def (Documento di Economia e Finanza) vengano specificati il profilo annuale e la composizione per voce economica del complesso delle misure del Pnrr e del Piano nazionale degli investimenti complementari (Pnc). Il decreto legge 19/2024, il cosiddetto Dl Pnrr, secondo quanto emerge dall’audizione dell’Upb alla Camera dei deputati, fornisce informazioni non esaustive sulla destinazione delle nuove risorse e sui definanziamenti operati dal provvedimento, dati che plausibilmente diverranno disponibili in un futuro decreto ministeriale. 

Gli effetti finanziari del decreto

La presidente Lilia Cavallari ha presentato le analisi dell’Upb in merito agli effetti finanziari del decreto. Si evidenzia che impieghi e risorse riguardano quasi esclusivamente spese in conto capitale e che determinano un lieve miglioramento del disavanzo pubblico (7,4 milioni nel 2024, 77,3 nel 2025, 12,3 nel 2026). Gli impieghi, pari a circa 16 miliardi, sono destinati essenzialmente a finanziare nuovi progetti del Pnrr per 9,42 miliardi e progetti non più ricompresi in quest’ultimo per 3,44 miliardi; a ciò si aggiunge il rifinanziamento del Pnc per 2,63 miliardi. Le risorse, anch’esse pari a circa 16 miliardi, sono reperite principalmente attraverso: definanziamenti del Pnc per 4,5 miliardi; riduzioni del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) 2014-2020 e 2021-27 per 5 miliardi, che potranno essere reintegrate con Dpcm a valere su eventuali economie del Pnc; tagli di spese dei Comuni (1,8 miliardi) e delle Amministrazioni centrali/Ministeri (1,8 miliardi); decremento del Fondo per l’avvio di opere indifferibili (0,9 miliardi). Il decreto recepisce il cambiamento della composizione tra progetti in essere e nuovi progetti del Pnrr e stabilisce il definanziamento parziale del Pnc e la sua rimodulazione con spostamento in avanti degli interventi dal biennio 2024-25 al biennio 2027-28. Nel dettaglio, sono inseriti nel Pnrr e incrementati nuovi progetti per quasi 23 miliardi (di cui la metà riguardanti la Missione 7 relativa a RepowerEU), vengono definanziati nuovi progetti già presenti nel Piano per oltre 10 miliardi ed escono progetti in essere per circa 10, che rimangono a valere sulle risorse del bilancio nazionale. Il conseguente effetto netto di 2,9 miliardi corrisponde alle maggiori risorse assegnate dalla UE. Escludendo queste ultime, la differenza tra il complesso dei nuovi progetti entrati o incrementati nel Pnrr e quelli nuovi usciti determina le maggiori esigenze finanziarie di 9,4 miliardi, che vengono reperite nell’ambito del decreto e che vanno a incrementare il Fondo di rotazione per l’attuazione di Next Generation Europe (Ngeu). 

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