Il ministro dell'Interno: "Operazione normale". L'associazione Annaviva: "Basiti dalla presenza di agenti della Digos"
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, commenta l’identificazione a Milano da parte della polizia di una dozzina di persone che volevano onorare con fiori la memoria del dissidente russo Alexei Navalny sotto la targa per Anna Politkovskaya. “L’identificazione delle persone è un’operazione che si fa normalmente nei dispositivi di sicurezza per il controllo del territorio. Mi è stato riferito che il personale che aveva operato non avesse piena consapevolezza“, ha detto a margine della firma di un accordo sui beni confiscati con la Regione Lombardia. “È capitato anche a me nella vita di essere identificato, non credo che che sia un dato che comprime una qualche libertà personale“, ha aggiunto.
Ass. Annaviva a Piantedosi: “Identificati per un fiore”
“Ha ragione il Ministro dell’Interno a dire che l’identificazione delle persone rientri nelle facoltà della Polizia e infatti tutti i presenti hanno dato i documenti (fotografati uno a uno) e fornito l’indirizzo di casa come richiesto. La domanda è perché?”. È quanto si legge in un post su Facebook dell’associazione Annaviva, che aggiunge: “In effetti come abbiamo fatto a non pensarci, i fiori sotto una targa per commemorare un defunto sono sempre un atto sovversivo e di grande disturbo dell’ordine pubblico. Si tratterà forse di allergia?”. L’associazione annuncia quindi un nuovo ritrovo, per oggi alle 17, sempre nei giardini Politkovskaja a Milano.
Secondo quanto ricostruisce Annaviva, ieri “dopo aver appreso della tragica (e annunciata) morte di Navalny, come associazione abbiamo indetto una commemorazione dal titolo ‘In silenzio per Navalny’ ai giardini Anna Politkovskaja di Milano. Al nostro arrivo siamo rimasti ammutoliti e basiti dalla presenza di 3 agenti della Digos. C’è chi ha portato dei fiori, una candela, un pensiero scritto per ricordarlo. I tre agenti si sono presentati chiedendoci i documenti e l’indirizzo di residenza”.
Questura: “Controlli a Milano per più partecipanti rispetto a preavviso”
I controlli e le identificazioni effettuate dalla Digos di Milano ai Giardini Politkovskaja nel corso della commemorazione in memoria del dissidente russo Alexei Navalny sono nati per la presenza di più partecipanti di quanto annunciato. Secondo quanto si apprende, sabato era arrivato in questura un preavviso in merito alla commemorazione a nome del promotore che avrebbe portato con sé due o tre persone. Gli agenti della Digos, avendo notizia della commemorazione, nel corso di un controllo hanno trovato più persone rispetto a quanto preannunciato, mentre mancava il promotore. Vista la presenza di più partecipanti, gli agenti hanno provveduto a identificare tutti i presenti, che erano lì, tra le 12 e le 20 persone.
Cucchi (Avs): “Gravissima schedatura a Milano”
“E’ gravissima l’identificazione a chi ieri a Milano ha ricordato Alexei Navalny depositando dei fiori. Le libere opinioni non vanno schedate. Perché di questo si tratta. L’esercizio legittimo del diritto di esprimere un’opinione politica deve essere riconosciuto a tutti e senza illegittime ‘schedature’ indegne di uno Stato che vuol definirsi democratico. Essere ‘identificati’ vuol dire subire l’inserimento dei propri dati al CED, dati che rimarranno per tempo indefinito, esattamente come coloro che delinquono. La legge prevede che l’identificazione deve avere ragioni di ordine pubblico e sicurezza. E ieri a Milano questa due condizioni non c’erano. Sarebbe interessante capire se per caso il Questore di Milano abbia ricevuto disposizioni in tal senso dal Governo”. Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi.
“Senza vandali condizioni Cpr più accettabili”
Piantedosi, inoltre, ha avuto occasione di parlare delle condizioni di vita nei Centri per la Permanenza e il Rimpatrio (Cpr) delle persone migranti, come quello di via Corelli proprio a Milano in cui si sono verificate varie rivolte e sul quale è stata aperta un’inchiesta della procura che ha portato al sequestro della struttura. “I Cpr sono luoghi di detenzione e di privazione della libertà previsti dalla legge dove si concentrano situazioni anche di comprensibile disperazione. Molto spesso non sono nelle condizioni migliori, perché proprio per l’opera di vandalizzazione che viene fatta dalle persone che sono dentro non consente sempre che siano nelle condizioni migliori”, ha affermato il ministro. “Abbiamo sistemi di monitoraggio continuo. Se i Cpr non vengono devastati, vengono mantenuti in condizioni più accettabili“, ha aggiunto.
“Possibili cabine monitoraggio progetti Pnrr”
Inoltre, anche qualche battuta sullo stato di avanzamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “Il Pnrr è una grande opportunità perché è un programma di finanziamento specifico e non è isolato dal contesto di quelli che sono i paradigmi del finanziamento di grandi progetti che deriveranno ai paesi dell’Unione Europea e non può prescindere dalla capacità del sistema delle autonomie territoriali. Anche da questo punto di vista emerge in maniera plastica l’esigenza di un rafforzamento del sistema delle autonomie come elemento non solo reputazionale ma anche di concorso a quelli che sono temi della coesione sociale”, ha detto Piantedosi intervenendo a un convegno in Prefettura. Sul tema ha spiegato che “ci sarà probabilmente anche un provvedimento di legge che porrà delle cabine di monitoraggio, non in chiave di tutela e di vigilanza ma in una logica di sussidiarietà e di accompagnamento, attraverso le prefetture per le capacità che i territori avranno di portare avanti i progetti”. Per il titolare del Viminale “le politiche di coesione sociale e territoriale devono essere una priorità istituzionale e i percorsi di riforma che si stanno attuando sono una sfida epocale per il nostro Paese e su questo il ministero dell’Interno sarà particolarmente attento”.
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