In caso di sfiducia si torna al voto. Premier di riserva solo in casi di malattia, morte o decadenza

La norma anti-ribaltone “è stata approvata dai leader”. Lo ha detto il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Alberto Balboni (FdI), a RaiNews24 a proposito dell’accordo trovato nelle ultime ore in maggioranza sul Premierato. La scadenza per la presentazione degli emendamenti è stata confermata alle 12. “Cambia molto il testo originario, se c’è una mozione di sfiducia al premier – ha spiegato – si va subito allo scioglimento della Camere, a meno che il premier si dimetta un attimo prima. Bisogna capire quali sono i veri motivi, perché si può trattare di un semplice incidente di percorso, oppure effettivamente è venuta meno una parte della maggioranza. Quindi, prima di arrivare allo scioglimento delle Camere occorrerà fare un passaggio ulteriore in Parlamento, ed eventualmente un passaggio anche al Quirinale, ma se alla fine la maggioranza non si ricompone, resta sempre in mano al premier la possibilità di determinare lo scioglimento delle Camere”.

“Fattispecie diversa – ha aggiunto – è invece il caso in cui il premier viene meno per una causa di forza maggiore, facciamo l’esempio estremo della morte, o di impedimento fisico, lì si è deciso di salvaguardare il principio della stabilità e quindi di consentire per una sola volta un secondo reincarico a un parlamentare della stessa maggioranza, perché non essendo venuto meno il rapporto fiduciario tra premier e Parlamento non c’è necessità di restituire la parola al corpo elettorale”. “In caso di sfiducia motivata, il meccanismo che abbiamo pensato è lo scioglimento automatico delle Camere. L’unico che può impedirlo è il premier dimettendosi un minuto prima”, ha concluso.

Gli emendamenti

Sono 16, secondo quanto si apprende, gli emendamenti presentati da Iv al ddl costituzionale sul Premierato.

Sono invece circa 800 gli emendamenti depositati dal Pd al ddl costituzionale sul Premierato. “Una decina sono qualificanti – spiega a LaPresse Andrea Giorgis – e delineano una proposta alternativa seria e più efficace di quella presentata dal Governo per affrontare il tema della stabilità e del migliore funzionamento democrazia. Delineano una proposta che guarda al modello tedesco adattandolo al nostro contesto specifico rimanendo rigorosamente nel solco della forma di giverno parlamentare”. “Con gli altri – aggiunge Giorgis – intendiamo opporci con determinazione a una proposta che riteniamo dannosa per il Paese e ci auguriamo che attraverso la discussione che su ogni emendamento noi apriremo si creino le condizioni perché la maggioranza ritiri questa proposta e apra un confronto vero su come riformare in maniera equilibrata, ragionevole e condivisa la nostra forma di governo”.

“In caso di revoca della fiducia al Presidente del Consiglio eletto, mediante mozione motivata, il Presidente della Repubblica scioglie le Camere”. E’ quanto si legge nell’emendamento depositato dal Governo al ddl costituzionale sul Premierato, visionato da LaPresse. “In caso di dimissioni volontarie del Presidente del Consiglio eletto, previa informativa parlamentare, questi può proporre, entro sette giorni, lo scioglimento delle Camere al Presidente della Repubblica, che lo dispone. Qualora non eserciti tale facoltà e nei casi di morte , impedimento permanente, decadenza, il Presidente della Repubblica può conferire, per una sola volta nel corso della legislatura, l’incarico di formare il Governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare eletto in collegamento con il Presidente del Consiglio”, si legge ancora.

Premierato, Meloni: “Abbiamo mandato italiani, madre di tutte le riforme”

“La democrazia funziona se risponde alla volontà dei cittadini. È quello che noi stiamo cercando di realizzare” con il premierato, “non mi stupisce che altri, che in questi anni hanno privilegiato i governi costruiti nel palazzo, siano contrari, ma rimane che abbiamo avuto un mandato dagli italiani e intendiamo portare avanti la riforma che io considero in assoluto la madre di tutte le riforme, perché una forza e una stabilità della politica può anche generare tutte le altre riforme che sono necessarie in questa nazione”. Così la premier Giorgia Meloni in un punto stampa al termine del bilaterale a Tokyo col primo ministro giapponese Fumio Kishida. “L’opposizione fa il suo lavoro” presentando gli emendamenti al premierato, “mi sembra abbastanza normale, loro non vogliono l’elezione diretta del capo del governo. È una posizione legittima, è normale insomma che cerchino di realizzarla con gli emendamenti. Per quello che riguarda la maggioranza, sono molto contenta del fatto che lavorando si sia trovata una formulazione della norma che è più chiara rispetto alla precedente, e che ribadisce un fatto semplice: sono gli italiani, se passa la riforma, che devono scegliere da chi farsi governare. Serve stabilità dei governi, basta con gli inciuci, basta col trasformismo, basta con i governi tecnici” ha aggiunto la premier a proposito del premierato.

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