La vigilia della Prima segnata dal botta e risposta a distanza tra il sindaco di Milano e il presidente del Senato

C’è attesa per la Prima della Scala a Milano. La giornata è stata segnata da botta e risposta a distanza, con indecisione su dove si sarebbero seduti Liliana Segre, Ignazio La Russa e Giuseppe Sala: a fine giornata sembra sia stato trovato l’accordo, siederanno tutti nel palco reale. Segre sarà accompagnata dalla figlia Federica Belli Paci, mentre La Russa e Sala dalle rispettive consorti. “La vicenda si è conclusa come auspicato dal presidente la Russa – spiegano fonti di palazzo Madama – che già ieri dal palco di piazza del Popolo si era augurato che la senatrice a vita potesse essere sul palco per dare un segnale di attenzione e vicinanza a Israele in questo periodo”. “Nessuna polemica da parte nostra – spiegano le stesse fonti – Si è trattato di un problema logistico più che politico, sulla collocazione delle autorità”.

Lo stesso primo cittadino di Milano ha poi dichiarato: “Il mio vero intento era quello di avere la Segre vicina e di testimoniare con la sua vicinanza uno spirito milanese di cui oggi c’è bisogno. Credo che questa sia una buona soluzione”. “Penso di sì, io ero qui ma stavano definendo la cosa”, ha risposto Sala al termine del discorso alla città dell’arcivescovo Delpini nella basilica di Sant’Ambrogio. “Io – ha poi rimarcato Sala – non intendevo far polemica ma ribadire alcuni principi politici perché la prima della Scala è anche politica. Con il presidente La Russa ho parlato alcune volte e lui sa benissimo e credo possa testimoniare che non c’era un intento polemico. Segre è la testimonianza di una storia, di quello che Milano vuole essere. In un mondo in cui sembra tutto effimero e veloce, la presenza di Liliana Segre invece ci riporta pienamente nel percorso che la città vuole fare”, ha concluso il sindaco.

Questa mattina La Russa aveva detto: “Sarei felice se la senatrice a vita Segre domani, dove non potrà essere presente il presidente della Repubblica, fosse presente sul palco d’onore della Scala, anche per ribadire la nostra solidarietà e la speranza di pace in Medioriente. La decisione spetta alla senatrice Segre e l’invito formale spetta al sindaco, e credo che questo sia in itinere. Io ne sarei felice”. Nel pomeriggio ha invece dichiarato che se la senatrice a vita Segre “rimane in platea mi siederò vicino a lei, per essere coerente con la mia idea”. Anche il sindaco Sala aveva risposto a una domanda sulla possibilità che La Russa sedesse in platea, dicendo “troveremo una soluzione” e assicurando che ovunque si sarebbe seduta Segre, si sarebbe seduto anche lui. La senatrice Segre, contattata da LaPresse, dichiarava alle 16.30: “Io so solo che sono invitata alla Prima della Scala, non so dove mi siederò. Vediamo domani”. 

Si alza intanto la tensione. “Abbiamo appreso con rammarico che il Presidente della Repubblica non potrà quest’anno presenziare all’inaugurazione della stagione scaligera. Come ogni anno avremmo volentieri portato i saluti di tutti i lavoratori e le lavoratrici del teatro alla più alta carica dello Stato. Non parteciperemo invece ad alcun cerimoniale di saluto istituzionale rivolto a chi non ha mai condannato il fascismo, le sue guerre coloniali, l’alleanza e la sudditanza al nazismo che generato leggi razziali e tanto lutto e miseria al popolo italiano”. Così le Rsa e Rls Slc-Cgil Teatro alla Scala e Anpi Scala, in una nota dal titolo. “I fascisti non sono graditi al Teatro alla Scala“. Domani alla prima della Scala è atteso proprio il presidente del Senato, Ignazio La Russa. “Il Teatro alla Scala rappresenta un luogo democratico e civile, e il nostro sindacato e la sezione Anpi del teatro non possono omaggiare chi ancora non combatte queste politiche”, si legge nel comunicato.

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