Così il sottosegretario alla Giustizia parlando della sua vicenda: "Orgoglioso di ciò che ho fatto"
Andrea Delmastro Delle Vedove parla del suo rinvio a giudizio nell’ambito del caso Cospito per rivelazione del segreto d’ufficio. “Io sono uno dei pochi imputati che andrà a processo giocando nella stessa squadra del pubblico ministero che ha chiesto l’archiviazione una volta e il proscioglimento due volte”, ha detto il sottosegretario alla Giustizia a margine della commemorazione di Germana Stefanini, agente di polizia penitenziaria uccisa quaranta anni fa dalle Br. “La vera opportunità è che il M5S chieda le dimissioni di una persona che ha difeso il 41 bis – ha continuato Delmastro – Sono orgoglioso di ciò che ho fatto. Ci sono cose che vengono prima del processo, se sei un uomo e quindi io lo rifarei. Non mi aspettavo il rinvio a giudizio. Non penso ad accerchiamenti, la vivo ovviamente come una profonda ingiustizia ma nella sede processuale dimostrerò la mia innocenza. Io continuo a ritenere che non ci sia nessun elemento di segreto, non mi perviene come segreto e siamo in una nazione strana in cui ogni due mesi ci si straccia le vesti per una desecretazione di qualcosa qua c’era una cosa non secretata e io avrei dovuto desecretarla. A Bonelli sono state date le stesse indicazioni, lui ha fatto una domanda di accesso agli atti sbagliata e hanno riqualificato la sua richiesta come atto di sindacato ispettivo e quindi hanno conferito quanto richiesto. Io confermo che li non c’è un segreto”.
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