Le opposizioni chiedono a gran voce che l'accordo passi dal Parlamento
A 72 ore dalla firma a palazzo Chigi continua a tenere banco nel dibattito politico il protocollo siglato tra Roma e Tirana in materia di gestione dei flussi migratori, con palazzo Chigi che smentisce frizioni in maggioranza sul tema e le opposizioni che invece chiedono a gran voce un passaggio in Parlamento. Mentre il testo dell’intesa è stato pubblicato integralmente al momento solo dal sito del governo albanese, da palazzo Chigi si precisa infatti che sono “totalmente fantasiose” le ricostruzioni secondo le quali l’accordo non sarebbe stato condiviso dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni con gli alleati di governo. “Al contrario – viene sottolineato – c’è stato fin dall’inizio il pieno coinvolgimento dei due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, e l’intesa è stata costruita passo dopo passo con la totale collaborazione dei ministeri coinvolti, a partire da Ministero degli Esteri, Interno e Giustizia”. In una nota anche la Lega getta acqua sul fuoco smentendo “malumori” da parte del segretario nei confronti della premier e giudicando “utile e positivo” il protocollo che, come si legge sul sito del governo di Tirana, prevede da parte albanese la costituzione di un “conto speciale senza scopo di lucro presso la Tesoreria dello Stato” denominato ‘Fondo per il rimborso delle spese sostenute’ su cui “entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del protocollo, la parte italiana accredita, a titolo di anticipo o di incameramento dei rimborsi, l’importo di 16,5 milioni di euro da effettuare per il primo anno di attuazione” dell’intesa.
Le opposizioni chiedono il passaggio in Parlamento
Nonostante Meloni promuova l’azione dell’esecutivo sul fronte dell’immigrazione (“sono certa che se non avessi fatto l’enorme lavoro che ho fatto, soprattutto a livello diplomatico, i numeri degli ingressi sarebbero stati molto più alti” le sue parole contenute nel nuovo libro di Bruno Vespa), l’opposizione va all’attacco chiedendo di poter discutere in Aula il protocollo con Tirana. Il passaggio alle Camere, però, è escluso dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani: “Non ce n’è bisogno perché c’è già un accordo internazionale che regola la materia, questo è un trattato di collaborazione rafforzata tra Italia e Albania in tema di immigrazione che è già previsto dagli accordi sottoscritti e ratificati precedentemente, uno nel 1995 e l’altro nel 2017″. Una linea definita “inaccettabile” dalla segretaria dem Elly Schlein che pretende che l’accordo “venga approvato dal Parlamento”, mentre il presidente del M5s Giuseppe Conte parla di “ennesimo spot di Meloni”. Non la pensa così il Guardasigilli Carlo Nordio che non vede alcuna “violazione del diritto internazionale” ma auspica che “eventuali pronunce della magistratura non vanifichino la futura operatività dell’accordo”. Accordo che però secondo il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, è “di per sé una ammissione di non essere in grado. Non si capisce perché non venga sistemata meglio l’accoglienza qui. Non c’è dubbio”. Differente il punto di vista del commissario europeo all’Allargamento, Oliver Varhelyi: “Stiamo analizzando questo modello, che è interessante. Credo che qualsiasi tipo di cooperazione fra l’Italia e l’Albania per la sicurezza dell’Europa vada apprezzato e naturalmente saremo pronti magari anche a contribuire”.
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