L'inganno della finta chiamata del presidente della Commissione dell'Unione Africana è "sconcertante" per la leader dem Schlein. "Figuraccia", dicono Conte e Renzi

Opposizioni all’attacco dopo lo scherzo telefonico di due comici russi alla premier Giorgia Meloni. È il 18 settembre e il duo, considerato vicino ai servizi di Mosca e composto da Vovan e Lexus, al secolo Vladimir Aleksandrovich Kuznetsov e Aleksei Vladimirovich Stolyarov, riesce a mettersi in contatto con l’inquilina di Palazzo Chigi. In passato, altri leader politici e vip sono finiti nelle loro grinfie: da Angela Merkel a Mikhail Gorbaciov, passando per Elton John e la presidente della Bce, Christine Lagarde.

Sono diversi i temi affrontati nel corso della conversazione, dalla guerra in Ucraina alla questione migranti. Scoppia un caso e Palazzo Chigi segnala che “l’Ufficio del Consigliere diplomatico del presidente del Consiglio dei ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il Presidente della Commissione dell’Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con” Meloni.

Conte e Renzi all’attacco: “Figuraccia”

Il leader del M5S, Giuseppe Conte, e Matteo Renzi, numero uno di Iv, parlano di “figuraccia” per l’Italia. Una vicenda “sconcertante” per la segretaria del Pd Elly Schlein. E c’è chi come il segretario di +Europa, Riccardo Magi, chiede che l’inquilina di Palazzo Chigi riferisca alle Camere. In ogni caso, fonti di governo sottolineano che, “nonostante il tentativo di farle dire frasi ‘scomode’, Meloni ha invece ribadito nella sostanza le posizioni assunte dal Governo, pur nei toni consueti di estrema cortesia formale che si tengono in interlocuzioni con rappresentanti istituzionali stranieri”. La premier, “nonostante le provocazioni, ha confermato il pieno sostegno all’Ucraina e le politiche italiane di contrasto all’immigrazione illegale”.

Il conflitto russo-ucraino è uno dei temi affrontati. “Vedo che c’è molta stanchezza, devo dire la verità, da tutte le parti”, dice Meloni. Quindi, auspica un momento “in cui tutti capiscano che abbiamo bisogno di una via d’uscita. Ho alcune idee al riguardo, su come gestire questa situazione, ma sto aspettando il momento giusto per provare a metterle sul tavolo”. Ancora, la presidente del Consiglio: “io penso che il nazionalismo sia un problema che ha Putin”. Poi il nodo migranti. “Dall’inizio dell’anno – fa i conti la premier – abbiamo avuto più di 120mila persone arrivate soprattutto dalla Tunisia. La situazione è molto difficile da ogni punto di vista”. Allora, aggiunge: “L’Europa ha pensato per molto tempo che potesse risolvere il problema lasciandolo solo all’Italia. Quello che non capiscono è che è impossibile. La misura del fenomeno è qualcosa che riguarda addirittura non solo l’Ue ma anche l’Onu. Il problema è che agli altri non interessa. Non rispondevano al telefono e concordano che il problema debba essere risolto solo dall’Italia: è un modo di pensare stupido”.

Il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, sente al telefono il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Autorità delegata, Alfredo Mantovano. “Al netto delle legittime considerazioni che ciascuno può formulare sull’episodio, è prioritario agire – riflette Guerini – affinché simili circostanze non si ripetano in futuro, consapevoli che possono essere considerate, tra le diverse ipotesi, anche come attività con fini malevoli e che quindi necessitano della massima attenzione”.

Intanto, le opposizioni sono sulle barricate. “Che figuraccia per l’Italia e per Giorgia Meloni. Avendo lavorato qualche anno a Chigi mi chiedo come sia possibile raggiungere un livello di superficialità così devastante che fa fare una figuraccia non solo alla Meloni ma alla Repubblica Italiana”, sbotta Renzi. E Conte gli fa eco, dicendo che si tratta di “una figuraccia planetaria” ed “è veramente sconcertante apprendere che i nostri collaudati protocolli di sicurezza di Palazzo Chigi possano essere aggirati e penetrati in modo così plateale”. Dal Pd arriva la nota della segretaria: “Ciò che è successo è piuttosto sconcertante, per il governo e per l’Italia. Non ha funzionato l’attività di filtro e verifica preliminare alla telefonata ponendo in serio imbarazzo il nostro Paese. Non basta la nota di spiegazione di Palazzo Chigi, è necessario che il governo rassicuri Parlamento e Paese affinché situazioni di questo tipo, che rischiano di mettere a pregiudizio la nostra immagine e il nostro profilo politico sul piano internazionale, non si verifichino più”, afferma la segretaria del Pd, Elly Schlein. Prima di lei era stato il deputato dem Andrea Orlando ad attaccare: “La leader di un Paese importante come l’Italia discorre inconsapevole di questioni delicate con uno sconosciuto, con tutte le implicazioni diplomatiche e di sicurezza del caso. Evidentemente il suo staff è stato ‘bucato'”. Quindi, il leader di Azione, Carlo Calenda, registra “indubbiamente un grave errore dell’ufficio del consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, che non ha fatto le opportune verifiche. Non ci pare tuttavia che tale errore si possa addebitare a Giorgia Meloni”. In ogni caso, “siamo convinti che la posizione del Governo italiano sull’Ucraina rimarrà la stessa”.

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata