L'intervista dell'ex premier riapre il dibattito su uno dei misteri d'Italia e rischia di rinfocolare la polemica con la Francia
Il Dc9 dell’Itavia precipitato a Ustica il 27 giugno 1980 sarebbe stato abbattuto da un missile francese per “fare la pelle a Gheddafi” in volo su un Mig della sua aviazione, ma il colonnello “avvertito del pericolo” nei cieli italiani “non salì sul suo aereo”. Le parole di Giuliano Amato, affidate a un’intervista a Repubblica, arrivano come un macigno, riaprono il dibattito su uno dei misteri d’Italia e rischiano di rinfocolare la polemica con la Francia in un periodo di rapporti non idilliaci. La premier Giorgia Meloni scende in campo, chiedendo ad Amato “di sapere se, oltre alle deduzioni, sia in possesso di elementi che permettano di tornare sulle conclusioni della magistratura e del Parlamento”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani chiede prudenza nel tirare in ballo Parigi: “Le relazioni tra Stati non devono essere legate a un’intervista”. Mentre l’altro vicepremier Matteo Salvini va dritto: “Attendiamo commenti delle autorità francesi“. L’Eliseo non commenta. “La Francia ha fornito le informazioni a sua disposizione ogni volta che è stata interpellata su questa tragedia”, ma – fa sapere il ministero degli Esteri – “è pronta a collaborare se l’Italia ne farà richiesta”.
Un mistero lungo 43 anni
Da 43 anni la politica si divide sulle cause del disastro: guerra aerea, bomba a bordo, o anche, si è ipotizzato, cedimento strutturale? Nel 2007 Francesco Cossiga, che all’epoca della strage era presidente del Consiglio, disse che il Dc9 sarebbe stato abbattuto per “errore” da un missile francese. Nessuna sentenza è arrivata a mettere nero su bianco le responsabilità però. Ci hanno provato le procure, a più riprese. E anche il Parlamento, con la commissione Stragi. La Cassazione, ma in sede civile, ha scritto che la “causa più probabile della sciagura di Ustica” va individuata “nel lancio di un missile”. Ora le parole di Amato riaprono la questione e chiamano in causa anche Bettino Craxi, che avrebbe avvertito il rais del pericolo che correva. I figli del leader del Psi però ritengono la ricostruzione di Amato “imprecisa”. Affermano che è vero che il padre fece avvisare Gheddafi, ma 6 anni dopo. “È già scritto anche sui libri di storia”, osserva Bobo Craxi, per il quale quello di Amato è “uno strafalcione storico” perché “nell’80 era letteralmente impossibile che fosse a conoscenza di operazioni alleate”. “Non sarebbe sbagliato – aggiunge poi – come asserisce il presidente Amato, chiedere alla Francia di contribuire alla verità”. Stefania Craxi lo prega invece “di non aggiungere confusione a un quadro già complesso“.
Le reazioni delle opposizioni
“Amato suggella la verità su Ustica. Il Dc9 fu abbattuto da un aereo francese in missione Nato”, dice il senatore Pd Walter Verini. “A questo punto però la questione non può chiudersi qui“, sollecita il leader di Azione Carlo Calenda. “Un gesto netto da parte francese sarebbe certamente un messaggio di grande valore. Lo attendiamo”, chiede l’ex presidente della Camera Roberto Fico (M5S). Per Matteo Renzi, invece, “prima di chiedere a Macron, che andava alle medie al tempo di Ustica, prima di chiedere delle spiegazioni con un’intervista, Amato dica tutto quello che sa, altrimenti sembra un messaggio in bottiglia“.
I nodi Francia e Nato
La questione sollevata dall’ex premier ed ex presidente della Consulta lascia scoperti una serie di nervi. In primo luogo chiama in ballo direttamente, chiedendogli una operazione verità, il presidente francese Emmanuel Macron (più volte finito nel mirino polemico del vicepremier Salvini) in un momento in cui l’Italia cerca sponde Oltralpe sulla riforma del patto di Stabilità, e deve fronteggiare il tema immigrazione. C’è poi la questione Nato, chiamata in causa nell’intervista. Meloni si è sempre schierata su posizioni atlantiste e ben si guarda dall’aprire un fronte con la Nato. Nella sua dichiarazione non cita nè la Francia né la Nato. Piuttosto si rivolge ad Amato: “Sono parole importanti che meritano attenzione – premette Meloni -. Il presidente Amato precisa però che queste parole sono frutto di personali deduzioni” e “chiedo al presidente Amato di sapere se, oltre alle deduzioni, sia in possesso di elementi” e “metterli eventualmente a disposizione, perché il governo possa compiere tutti i passi eventuali e conseguenti”.
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