Il portavoce di Amnesty Italia a margine dell'udienza che vede lo scrittore imputato per diffamazione

“La mia testimonianza ha cercato di ricostruire la diffusione di un discorso d’odio nella campagna elettorale del 2018, portato avanti anche da leader di gruppi politici che competevano per le elezioni parlamentari. È stato ricostruito attraverso un ‘barometro dell’odio’ di Amnesty International il clima e il linguaggio utilizzato in quegli anni, un linguaggio profondamente istigante all’odio nei confronti di migranti e di altre minoranze“. Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, dopo l’udienza a Roma in cui è stato chiamato a testimoniare nel contesto del processo per diffamazione contro Roberto Saviano. Lo scrittore è imputato per essersi riferito alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni (allora parlamentare di FdI) con l’epiteto ‘bastarda’. “Immagino che l’intento della difesa sia quello di dimostrare che, da un lato c’è un’accusa di diffamazione legata a un moto emotivo durante una trasmissione in diretta, dall’altra parte c’è un discorso d’odio che si sostanzia in particolari momenti come le campagne elettorali e ha una sua strategia. Si fa riferimento a un 51% di post e tweet da parte della Lega e del 27% da parte di Fratelli d’Italia su un totale di 797 post su Facebook o Twitter “, ha aggiunto Noury.

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