Da Avs al Pd ai 5 Stelle, tutti chiedono alla ministra di chiarire e dimettersi

Bufera su Daniela Santanchè, dopo l’inchiesta di Report a proposito di alcune sue società (Tfr non pagati, cassa Covid ecc). Santanchè non è indagata, al momento, ma la pubblicazione delle notizie ha suscitato diverse reazioni. La ministra si è difesa sostenendo che si tratta di accuse false: “Ho dato mandato ai miei legali”, ha dichiarato. La polemica è scoppiata dopo il servizio di Report su Rai3 di lunedì scorso dal titolo ‘Open to fallimento’, con un richiamo alla campagna ‘Open to meraviglia’. Al centro del servizio di Report la gestione di due aziende, Ki Group e Visibilia, con testimonianze di lavoratori e fornitori storici. 

“Le questioni sollevate in questo articolo necessitano di una risposta puntuale della Ministra Santanché. Dipendenti non pagati, Tfr non erogati e cassa integrazione usata in modo fraudolento non sono accuse che possono essere lasciate cadere nel vuoto. Aspettiamo chiarimenti”, dice il leader di Azione Carlo Calenda. 

Le opposizioni

Dalle opposizioni si solleva la richiesta di dimissioni: “Da tre giorni stiamo chiedendo alla presidente Meloni di prendere posizione riguardo alla ministra Santanchè, vista la gravità delle accuse documentate che le sono state rivolte in un servizio di Report: dipendenti obbligati a un regime di lavoro pieno pur essendo in cassa integrazione a zero ore, fornitori rimasti senza pagamento, mancato versamento dei Tfr ai lavoratori licenziati e aziende in rovina mentre gli amministratori incassavano cospicui compensi. In qualsiasi altro Paese d’Europa, di fronte a tali accuse, le dimissioni sarebbero arrivate tempestivamente. In Italia, tutto ciò che arriva alle nostre orecchie è il silenzio assordante e imbarazzante della Presidente Meloni alla quale torniamo a chiedere: è concepibile che una ministra con simili accuse possa mantenere il suo ruolo governativo? La nostra risposta è inequivocabile: è necessario che si dimetta immediatamente”, dice in una nota Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra.

All’attacco i dem: “La realtà e i fatti che la trasmissione Report ha fatto emergere circa le attività private di Daniela Santanchè, non sono compatibili con la sua permanenza nell’incarico ministeriale. Fare un passo indietro sarebbe doveroso. E se non avesse questa intenzione, la aiuti la Presidente Meloni a decidere”. Così il senatore del Partito democratico, Walter Verini, dopo le polemiche seguite alla puntata di ‘Report’ di lunedì scorso. 

“Tra le varie testimonianze sconfortanti raccolte da Report sulle imprese della Santanchè, ci sono anche quelle che rimarcano come il mancato pagamento dei fornitori sia stato per anni una prassi. Tanto che alcune delle aziende fornitrici di quelle della ministra del Turismo avrebbero poi dovuto chiudere i battenti. La cosa più paradossale è che questo governo ha imbastito sul patriottismo imprenditoriale e sulla tutela del ‘made in Italy’ gran parte della sua pompatissima narrazione economica. Il ‘made in Italy’ non si sostiene facendo fare il ministro a chi facendo impresa ha ‘strozzato’ altre imprese. La Santanchè deve rassegnare le dimissioni subito: in caso contrario, avremmo l’ennesima conferma che il governo Meloni sta buggerando gli italiani col suo fasullo storytelling”, dice in una nota i senatori M5S in commissione Industria, Turismo e Agricoltura, Luigi Nave, Sabrina Licheri e Gisella Naturale. 

La reazione: “Falso, ho dato mandato ai legali”

Santanchè replica in una nota: “In merito al servizio andato in onda lunedì 19 giugno 2023 durante la trasmissione ‘Report’, e alle conseguenti notizie di stampa riportate su alcune testate giornalistiche, il Ministro Sen. Daniela Garnero Santanchè precisa che le suddette notizie risultano prive di corrispondenza con la verità storica. Sono state rappresentate in forma del tutto suggestiva ed unilaterale per fornire una ricostruzione dei fatti che risulta radicalmente non corrispondente al vero, ispirata esclusivamente dalla finalità di screditare l’immagine e la reputazione della sottoscritta presso l’opinione pubblica. I responsabili della trasmissione televisiva erano stati preventivamente invitati ad evitare di diffondere notizie non veritiere, purtroppo invano. Per questi motivi ho dato mandato ai legali di fiducia per le necessarie iniziative nelle opportune sedi giudiziarie“. 

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