Il leader di Italia viva: "I professionisti dell'antiberlusconismo si fermino davanti alla morte"
Matteo Renzi ritiene vergognose le polemiche odierne sul lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi. “La dimostrazione che c’è uno squallore nell’ostilità e nell’odio ideologico che non si ferma neppure davanti alla morte. Si può essere d’accordo o meno su Berlusconi, è assolutamente sacrosanto mantenere opinioni diverse su tante cose che ha fatto i non ha fatto Berlusconi. Ma mettersi a discutere dei funerali di Stato è una cosa meschina” ha detto il leader di Italia viva. “Tutte le persone che oggi lo attaccano hanno guadagnato e hanno visibilità solo perché lo attaccavano e lo attaccano”, aggiunge l’ex premier.
“Professionisti antiberlusconismo si fermino davanti a morte”
“Trovo assurdo che questo paese che ha litigato e si è diviso su Berlusconi vivo, oggi debba tornare a dividersi su una scelta del Governo che è del tutto legittima perché prevista da una legge. È morto un uomo che ha segnato la vita del Paese, basta con le polemiche. I professionisti dell’antiberlusconismo si fermino davanti alla morte” le parole del leader di Italia viva.
“Non ha delfini, fare tesoro temi europeismo e tasse”
“Berlusconi è talmente inimitabile e unico che la discussione su un suo delfino o successore è del tutto assurda. Berlusconi non ha successori perché come lui, nel bene o nel male, ne nasce uno ogni cent’anni“. Così Matteo Renzi, rispondendo a una domanda sulla sua possibilità di raccogliere l’eredità politica del leader di Forza Italia scomparso. “Lo chiedono a me perché forse non l’ho mai odiato: quando ci chiacchieravo e lo incontravo, come per il Patto del Nazareno, ero contento di chiacchierare con lui. Però bisogna ricordare che la mia carriera politica è stata stoppata da Berlusconi: ho perso il referendum perché si è rotto il Patto del Nazareno sulle riforme”, aggiunge il leader di Italia viva, ammettendo che “su alcuni temi c’era una sintonia: sul lavoro sulle tasse, sul garantismo. Io volevo portare la sinistra a non odiare Berlusconi e lui a non vedere i comunisti da tutte le parti”, continua l’ex premier augurandosi che “su alcuni suoi temi ci sia una sintonia tra le forze politiche. Ne cito tre: l’europeismo, perché Berlusconi è stato un europeista; le tasse, perché giustamente voleva meno tasse per tutti davanti a una pressione fiscale che in Italia è troppo alta; infine andava in America a parlare di libertà, discorso attuale perché la società liberale è in crisi un po’ dappertutto. Sarebbe bello che la politica italiana facesse tesoro di questi temi e li portasse come valori di tutti“.
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