Informativa alla Camera del ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare: "Italia più propensa a ricostruire che a prevenire"

Informativa alla Camera del ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci. Come contributo all’affitto per le famiglie sfollate a seguito del maltempo che colpito l’Emilia Romagna, “sono previsti 400 euro per i nuclei monofamiliari, 500 euro per quelli con due componenti, 700 euro per i nuclei con tre componenti, 800 euro per quelli con quattro componenti, fino a un massimo di 900 euro per i nuclei con cinque o più unità. Per le famiglie che purtroppo hanno al loro interno persone con disabilità, si prevede un contributo di 200 per ciascuna di esse”, ha spiegato il ministro.

In 4 giorni caduta oltre metà della pioggia di un anno

Il ministro ha poi spiegato che in Emilia Romagna “l’evento complessivo è stato composto da due distinte precipitazioni, la prima tra il 2 e 3 maggio e la seconda tra 16 e 17 maggio: in quattro giorni è caduta metà ed oltre della quantità di precipitazioni che si registrano in un anno”. In quei giorni “sono state registrate precipitazioni intense in tutta l’Emilia Romagna, con cumulate massime che hanno fatto registrare valori superiori a 500 millimetri, raggiungendo una media di 200 millimetri nella regione”, ha aggiunto Musumeci. 

Un migliaio di frane attive, oltre 600 strade chiuse

“Le frane attive sono circa un migliaio, di cui 305 le più significative”.Così il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, durante l’informativa urgente alla Camera sugli eccezionali eventi calamitosi occorsi in Emilia-Romagna. “Rimangono chiuse 602 strade”, ha aggiunto il ministro.

Italia propensa più a ricostruire che a prevenire

“Non ho difficoltà a ribadire una mia ferma convinzione: la nostra è una nazione propensa più a ricostruire che a prevenire. Calamità come quelle dell’Emilia Romagna non possono essere evitate ma si possono e si devono ridurre gli effetti disastrosi”. Così il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musmeci, durante l’informativa urgente alla Camera sugli eccezionali eventi calamitosi occorsi in Emilia Romagna.

Lavoriamo a procedure semplificate per ricostruzione

Per la messa in sicurezza del territorio serve “un piano nazionale concepito in funzione di una strategia unitaria che finora è mancata: in questa direzione sta lavorando il governo, predisponendo da un lato progetti normativi per semplificare e accelerare le procedure in sede preventiva e, dall’altro, per accelerare e semplificare le procedure nella fase post-emergenziale che è quella della ricostruzione”, ha spiegato Musumeci che ha poi aggiunto: “Dal terremoto del Belice, dal 1968, l’Italia ha perso in eventi calamitosi oltre 5 mila suoi cittadini e ha speso per la ricostruzione circa 165 miliardi di euro”.

Nomina commissario straordinario non all’ordine del giorno

“Sento parlare della nomina del commissario straordinario, vi assicuro che il tema non è all’ordine del giorno. Siamo ancora nella fase dell’emergenza che verrà chiusa quando le Regioni avranno comunicato che non ci sono più le condizioni per mantenere lo stato di emergenza”, ha detto ancora Musumeci nell’informativa. Ha sottolineato inoltre che “cessata l’emergenza si passa alla nomina del commissario per la ricostruzione. La fase dell’emergenza di solito dura un anno“.

Nel 2024 piano clima aggiornato

“Alla Camera mi è stato fatto notare come non abbia fatto alcun riferimento al cambiamento climatico. Mi sembra davvero singolare questa osservazione, proprio perché il cambiamento climatico non è più un fenomeno straordinario, la tropicalizzazione è arrivata in Italia già dieci anni fa e ha indotto il governo in carica nel 2016 a predisporre un Piano nazionale di adattamento al mutato contesto climatico. Conosciamo tutti la storia di quel Piano: dal 2016 fino al momento dell’insediamento di questo Governo non aveva sostanzialmente fatto significativi passi avanti, tanto da non essere reso pubblico. L’impegno del Governo era quello di accelerarne la definizione e in questo senso si è lavorato con il ministro Pichetto Fratin, che prevede, fra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo anno, di poterlo finalmente presentare aggiornato rispetto ai dati elaborati fra il 2016 e il 2020“, ha proseguito il ministro. 

In questo senso, credo che sia assolutamente superfluo parlare di cambiamento climatico, a fronte di un evento e di una tragedia calamitosa che dovrebbe già essere acquisita culturalmente, prima che politicamente, da ciascuno di noi”, ha aggiunto Musumeci, sottolineando come “i lunghi periodi di siccità e i brevi periodi di pioggia intensa sono la conferma di come questo triste, strano, pericoloso fenomeno ormai non risparmi più neanche la nostra Nazione”. Ecco perché ci troviamo di fronte, ha osservato, a “una scelta ormai ineludibile: fare della sicurezza del nostro territorio nazionale non una priorità, ma la priorità nell’agenda politica e di governo di questo Esecutivo (come di fatto è) e di tutte le articolazioni dello Stato. Un territorio sicuro è sicuro anche per le persone, oltre che per le case e per le aziende”.

Confermata allerta rossa anche domani

La regione Emilia-Romagna ha intanto comunicato che anche per domani è confermata l’allerta rossa per criticità idraulica nelle aree maggiormente colpite: pianura bolognese e bassa collina, pianura e costa romagnola. Allerta arancione per criticità idrogeologica e idraulica nelle aree collinari della Romagna e del bolognese, dove persiste la possibilità di frane per scivolamento e colamenti lungo i versanti con condizioni idrogeologiche fragili.

Domani previsti temporali anche di forte intensità, nella prima parte della giornata sulla pianura, mentre, nelle ore centrali, i fenomeni temporaleschi saranno più probabili sui rilievi: in esaurimento in serata. Le precipitazioni temporalesche potrebbero generare modesti innalzamenti dei livelli idrometrici nei tratti montani dei corsi d’acqua, critici per i bacini del settore centro-orientale, ancora interessati da dissesti idraulici causati dalle piene precedenti.

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