Alcune coppie raccontano le loro storie nella sede dell'Associazione Luca Coscioni

Carlo e Cristian ed Evelina e Michele sono due coppie che hanno scelto di avere figli tramite la gestazione per altri. Nella sede dell’Associazione Luca Coscioni a Roma raccontano le loro storie. Le loro difficoltà e lo stigma sociale che spesso accompagna questa procedura tornano attuali dopo le dichiarazioni di alcuni membri del governo contro la gpa e dopo la proposta di legge targata FdI per rendere la pratica, vietata in Italia, un “reato universale”. “Legare la gestazione per altri alla pedofilia oltre che scellerato, è disinformazione pura. Crea un cortocircuito fatto di bullismo istituzionale. Ciascuno può avere la propria opinione ma separiamola dall’insulto”, spiega Cristian che assieme a Carlo è padre di due bambini di cinque anni avuti tramite un percorso di gestazione per altri negli Stati Uniti.

C’è chi ha dovuto fare i conti la guerra, come Evelina e Michele, che hanno intrapreso un percorso di gpa nel 2021 in Ucraina. “Sono stati dei giorni veramente bui. Abbiamo dovuto aspettare 25 giorni per andare a prendere il nostro bambino, grazie agli avvocati che si sono spesi per noi. Abbiamo fatto un viaggio con altre coppie italiane, attraversando a piedi il confine tra Polonia e Ucraina”. E prova a fare chiarezza sul rapporto spesso accusato di sfruttamento tra la donna che porta in grembo il bambino e la madre. “Quando ho raccontato alla donna che ha portato avanti la gravidanza per noi che in Italia è in corso un dibattito del tenore così violento era incredula. Mi ha detto che i bambini sono la cosa più bella del mondo e che riprenderebbe senza pensarci questa scelta”.

L’Associazione Luca Coscioni assieme ad alcuni parlamentari dell’opposizione ha presentato una proposta di legge per regolare la maternità surrogata in Italia.

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