Il presidente della Repubblica interviene in occasione dei 30 anni del Trattato di Maastricht

Ogni nazione deve farsi carico di sacrifici per fare in modo che la casa comune dell’Unione Europea prosegua la sua ‘costruzione’ e non resti un ‘edificio’ incompleto. All’indomani della crisi diplomatica tra Italia e Francia sulla redistribuzione dei migranti, Sergio Mattarella non interviene nel merito, ma rispolvera alcune linee di comportamento che furono alla base del trattato di Maastricht, siglato trent’anni fa.

Dopo il caso Ocean Viking e le tensioni in Europa sul tema migranti. per il Presidente della Repubblica servono “scelte condivise dell’Unione europea, intese efficaci da parte di tutta la comunità internazionale”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento all’House of Government in occasione dei trent’anni della firma del Trattato. Per governare i flussi migratori gli stati membri devono seguire “i principi di coordinamento e responsabilità condivisa e le intese devono essere efficaci e rispettose dei diritti di ciascuno“. 

Roma e Parigi sono due attori protagonisti dell’Ue, legati da una lunga amicizia e collaborazione, ma anche dall’equilibrio mai veramente stabile (ultimo lo scontro sulla supervisione dei diritti, invocata dai francesi all’indomani della vittoria del centrodestra alle elezioni). Ed è ancora il braccio di ferro sui migranti a tenere banco, con i cugini d’Oltralpe che accusano il governo di Giorgia Meloni di essere “inumano” e di aver “rotto la fiducia” dopo aver disatteso “il meccanismo per il quale si era impegnato” sui principi di solidarietà e redistribuzione. Una questione che si deve risolvere tra palazzo Chigi e l’Eliseo.

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