“Con questo vertice del Pd, sarà assolutamente improbabile poter dialogare dopo il cinismo, l’opportunismo che hanno esibito in questo frangente, avendo buttato a mare un’agenda progressista su cui abbiamo lavorato proficuamente con loro, in nome di una fantomatica agenda Draghi che lo stesso interessato ha dichiarato che non esiste, in nome di un metodo Draghi che riteniamo sia emergenziale. Noi siamo per restituire spazio e dignità alla politica con la ‘p’ maiuscola. Quindi non ci riconosciamo né in un’agenda Draghi che non esiste, né in un metodo che non riteniamo applicabile per il futuro del nostro dibattito democratico”. Lo ha detto Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, a margine di un appuntamento elettorale a Napoli. In vista della tornata politica del 25 settembre, ha dichiarato: “Abbiamo risparmiato un sacco di soldi non commissionando sondaggi. Io non li guardo, credo che ancora una volta il Movimento sarà la sorpresa delle prossime elezioni. Lo dico senza spocchia e arroganza, è il momento della verità e i cittadini si interrogano, cercando di distinguere chi fa degli slogan, chi si ripete come una litania e chi invece non fa promesse ma assume impegni chiari, in modo trasparente e sostenibile. È stato già decretato chi vince e chi perde, ma come sempre non hanno calcolato il Movimento che è stato un po’ emarginato dal dibattito politico. Ma grazie a Dio questo è il momento della verità, decidono i cittadini. C’è tantissimo entusiasmo, perché quando si tratta di scegliere sul proprio destino gli italiani sono molto attenti”.

L’ex premier ha affrontato anche il tema dell’emergenza energetica dopo lo stop al gasdotto Nord Stream 1 da parte della Russia: “Noi abbiamo parlato della crisi del gas già mesi fa, non siamo stati ascoltati. Abbiamo indicato fin da febbraio l’unica soluzione possibile, vera, a questa emergenza a livello europeo, un ‘energy recovery fund’. Il problema non è solo mettere un tetto calmieratore, il tema è anche e soprattutto l’avere il coraggio e la determinazione, quella che noi abbiamo avuto durante la pandemia, per imprimere una svolta in questo settore. Come? I piani di acquisto comune sono possibili tecnicamente, fattibili giuridicamente. Diventerebbe l’Europa, con un piano d’acquisto unico del gas, il player a livello mondiale più potente, e avrebbe molta più forza contrattuale e potrebbe imporre le condizioni”. 

 

 

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