Il primo anno di Mario Draghi a Palazzo Chigi dopo la caduta di Conte

13 febbraio 2021-13 febbraio 2022. Il primo anno di Mario Draghi a palazzo Chigi è fatto di numerose sfide (prime tra tutte quella alla pandemia e la messa a terra del Pnrr), tanta politica e qualche compromesso da ricercare in una delle tante ‘cabine di regia’, convocate per sminare le tensioni sempre presenti tra i partiti. E’ il 2 febbraio 2021 quando Sergio Mattarella convoca al Quirinale per il giorno successivo ‘il professor Mario Draghi’. L’ex presidente Bce risponde ‘positivamente’ all’appello del Presidente della Repubblica e, prima di iniziare le consultazioni in Parlamento, indica le priorità: ‘Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani dei cittadini, rilanciare il Paese’, sono ‘le sfide’ che il presidente incaricato prospetta ai partiti. Dopo due giri di consultazioni alla Camera, il 12 febbraio, Draghi accetta l’incarico e il giorno successivo giura sulla Costituzione, diventando il trentesimo presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica. A comporre la maggioranza di Governo quasi tutto l’arco parlamentare: M5S, Lega, FI, PD, IV, Art.1, +Eu, NcI e CD, con l’eccezione di FdI, Sinistra italiana e gli ex 5 stelle di Alternativa. I leader politici, fatta eccezione per Roberto Speranza confermato ministro della Salute, restano fuori dal Governo. L’esecutivo, che vanta numeri record, ottiene la fiducia al Senato il 17 febbraio con 262 voti favorevoli, 40 contrari e 2 astenuti e il giorno dopo quella della Camera con 535 sì, 56 no e 5 astenuti.

LA LOTTA AL COVID E LA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE, VIA ARCURI ARRIVA FIGLIUOLO – E’ il dossier Covid che il premier si trova ad affrontare per primo. La conferma delle misure che vietano lo spostamento tra le Regioni, dati alla mano, è inevitabile. La strategia di contrasto alla pandemia, però, cambia. Draghi punta innanzitutto sull’accelerazione della campagna vaccinale e affida la macchina al generale dell’esercito Francesco Paolo Figliuolo che va a sostituire Domenico Arcuri. La visita, il 12 marzo, al Centro vaccinale anti-Covid di Fiumicino serve a dare il senso della svolta. ‘Questo – dice il premier – è un luogo di speranza. Perché entrando qui si capisce che ne usciremo, e ne usciremo grazie a voi e grazie a tutti coloro che aderiranno a questa campagna vaccinale’. I primi trenta giorni del premier a palazzo Chigi segnano di fatto una sua luna di miele con il Paese, l’indice di gradimento è molto alto e anche sul web gli hashtag #draghi e #mariodraghi sono i due maggiormente utilizzati. I contagi, però, impongono una nuova stretta per Pasqua, e alcune morti o complicazioni legate al vaccino Astrazeneca costringono il ministero della Salute a un breve stop nella somministrazione del siero. La comunicazione che riguarda la pandemia finisce sotto attacco. Il premier, allora,corre ai ripari: sceglie di vaccinarsi con Astrazeneca e ridisegna la composizione del Comitato tecnico scientifico, che passa da da 26 a 12 componenti, dei quali solo 5 vengono confermati.

LA MESSA A TERRA DEL PNRR E LE PRIME TENSIONI SUL GREEN PASS – Aprile è il mese delle prime riaperture e del documento di definizione del Pnrr e si registrano le prime tensioni interne. Nasce il ‘Green pass’, riservato a vaccinati, guariti o tamponati per spostarsi tra le regioni, ma i ministri della Lega, contrari al mantenimento del coprifuoco alle 22, in Cdm si astengono e non votano il provvedimento. Matteo Salvini attacca a più riprese Roberto Speranza ma il premier si schiera al fianco del ministro della Salute che supera indenne tre mozioni di sfiducia del Parlamento nei suoi confronti. La conferenza stampa del 16 aprile serve ad annunciare la road map delle riaperture. ‘Si può guardare al futuro con prudente ottimismo e fiducia’, dice il premier. Nel mirino del Carroccio finisce spesso anche la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, dal momento che sulle coste sono ripresi gli sbarchi. Il presidente del Consiglio, non a caso, sceglie Tripoli quale meta del suo primo viaggio all’estero. Tornare in Libia dopo aver chiesto una gestione condivisa dei flussi in Europa significa provare a governare il fenomeno, ripristinando la legalità e riformando l’accoglienza. La missione è complicata e costa a Draghi le prime critiche anche da parte della sua maggioranza. Il premier, infatti, si dice ‘soddisfatto’ dei salvataggi in mare fatti dai libici e la sinistra insorge. Aprile, poi, è anche il mese dell’ok al Pnrr: sono 51 gli obiettivi che l’Italia dovrà raggiungere nel 2021 per ottenere la prima tranche di fondi. Il traguardo, annuncerà lo stesso premier nel corso della conferenza stampa di fine anno, viene tagliato in tempo.

LA CORSA DEI VACCINI E LA RIPARTENZA, ITALIA PROTAGONISTA IN UE – L’Italia, intanto, con l’avvicinarsi della bella stagione diventa prima tutta arancione e poi gialla. Continua il braccio di ferro sul coprifuoco, che viene spostato alle 23 a maggio e poi archiviato a giugno. Intanto la campagna vaccinale corre e l’economia comincia a segnare una ripartenza. A livello internazionale il summit di Porto e il G7 in Cornovaglia mettono in evidenza un nuovo protagonismo dell’Italia, presidente di turno del G20, e un asse sempre più saldo con la Germania di Angela Merkel e la Francia di Emmanuel Macron.

LA MAGICA ESTATE DELLO SPORT ITALIANO – Il momento di ‘gloria’ dell’Italia ha a che fare anche con importanti traguardi sportivi. La nazionale di calcio guidata da Roberto Mancini vince gli Europei battendo gli inglesi a Londra. Matteo Berrettini raggiunge la finale di Wimbledon e ricchissimo è il ‘bottino’ di medaglie azzurre alle Olimpiadi di Tokyo, con tanto di ori importanti nei 100 metri e nel salto in alto. Draghi riceve gli atleti a palazzo Chigi: ‘Ci avete reso orgogliosi di essere italiani, siete nella storia’, dice il premier.

IL PRIMO BRACCIO DI FERRO SULLA GIUSTIZIA E LE TENSIONI CON I NO VAX – Il 25 giugno l’Italia è tutta bianca, ma i partiti si dividono sulla strategia di utilizzo del Green pass, dato anche il diffondersi della protesta in diverse città. Non solo Covid, però. Il Pnrr impone, di fatto, la riforma della giustizia civile e penale ed in questo caso è il M5S a fare le barricate per difendere la riforma della prescrizione targata Bonafede. In tandem con la guardasigilli Marta Cartabia il premier porta a casa il provvedimento, ma a livello politico gli strascichi non mancano. Intanto, sulla certificazione verde il governo tira dritto: prima è obbligatoria per per accedere a ristoranti al chiuso, cinema, teatri, musei, piscine, palestre, enti sportivi, concerti e concorsi. Poi viene estesa a docenti e per i trasporti di lunga percorrenza, infine – a ottobre – a tutti i lavoratori. La tensione sale, tanto che – a inizio ottobre – alcuni no vax e membri di Forza nuova attaccano e devastano la sede della Cgil,a Roma. Draghi si reca personalmente a corso d’Italia, abbraccia Maurizio Landini e usa parole nette contro chi sceglie di non vaccinarsi. I partiti sono alle prese con le elezioni Amministrative che premiano Pd e FI e non la Lega. Matteo Salvini, in ogni caso, decide di non strappare, nonostante frequenti siano le divergenze di opinioni tra il segretario e il capodelegazione al Governo Giancarlo Giorgetti.

IL G20 DI ROMA E IL SUMMIT STRAORDINARIO SULL’AFGHANISTAN- Intanto continua l’impegno dell’Italia alla guida del G20. Draghi si spende in prima persona per un summit straordinario che affronti l’emergenza umanitaria in Afghanistan dopo il ritiro del contingente internazionale e anche sul fronte della lotta al cambiamento climatico il summit di Roma di fine ottobre porta a casa alcuni importanti risultati, tra i quali l’impegno di fissare a 1,5 gradi l’aumento massimo delle temperature globali, una imposta mondiale al 15% per le big tech a partire dal 2023, e raggiungere un 70% di popolazione mondiale vaccinata contro il COVID-19 entro la metà del 2022.

IL TRATTATO DEL QUIRINALE, LA LEGGE DI BILANCIO E IL BRACCIO DI FERRO CON I SINDACATI – Il 26 novembre Draghi incontra a Roma il Presidente francese Emmanuel Macron per la firma del trattato del Quirinale, un accordo di cooperazione che mira a regolamentare le relazioni bilaterali tra Francia e Italia. Il Governo affronta poi il dossier legge di bilancio. Il premier si trova nel mezzo del tira e molla tra i partiti. Su tasse e reddito di cittadinanza le visioni sono contrastanti e anche i sindacati storcono il naso, arrivando a proclamare uno sciopero generale che vede l’adesione di Cgil e Uil.

OMICRON E IL GRAN BALLO DEL QUIRINALE – La variante Omicron torna a far impennare la curva dei contagi Covid. Il Governo vara il ‘super green pass’ puntando sempre di più sui vaccini e proroga lo stato di emergenza al 31 marzo. L’intenzione, spiega Draghi, è ‘salvare il Natale’. Intanto i partiti sono ai nastri di partenza per l’elezione del successore di Sergio Mattarella al Quirinale. ILa possibilità che Draghi traslochi al Quirinale è nei fatti. Il premier, nel corso della conferenza stampa di fine anno è chiaro. ‘Abbiamo creato le condizioni perché il lavoro del Governo possa continuare chiunque ci sarà’ a guidarlo, dice nel corso della conferenza stampa di fine anno. ‘I destini personali non c’entrano – sottolinea, ma aggiunge: ‘io sono un nonno al servizio delle istituzioni’. Dopo una settimana di tensioni e fumate ‘nere’, però, i partiti non trovano un accordo e alla fine lo stesso Draghi gioca un ruolo nel trovare una exit strategy all’impasse, che porta alla rielezione di Sergio Mattarella. I due presidenti condividono priorità e strategie, i partiti applaudono ma escono dal ‘campo’ con fratture interne evidenti che incidono anche sulla stabilità del Governo. Draghi vuole correre e accelera sul Pnrr, ma le tensioni restano. La Lega, in Cdm, sceglie di non votare le nuove misure sulla quarantena perché creano una distinzione tra studenti vaccinati e non. L’appello, nel corso del discorso di insediamento, del presidente della Repubblica per una riforma del Csm spinge il premier ad accelerare. Sull’organo di autogoverno dei magistrati si gioca la prima partita dell’ultima parte della legislatura. Finita questa esperienza, il premier, ‘esclude’ ogni futuro politico. Avanti fino al 2023 senza nessun rimpasto, perché ‘la squadra è efficiente’. Poi, assicura, super Mario, ‘se per caso decidessi di lavorare dopo questa esperienza, probabilmente un lavoro lo troverei anche da solo’.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata