La ministra della Giustizia: "Processi irragionevolmente lunghi rappresentano un vulnus per tutti"
“Troppi i casi di violenza sulle donne, troppi i femminicidi, troppe le violenze sui bambini, troppi i drammi che originano in ambito domestico di cui abbiamo notizia quotidianamente. ‘Una vera barbarie’, ha giustamente detto qualcuno di voi”. Così la ministra della Giustizia Marta Cartabia durante la relazione al Senato sull’amministrazione della giustizia. “Troppo spesso un insufficiente coordinamento tra le autorità procedenti – tribunale per i minorenni, tribunale ordinario civile, giudice penale, giudice tutelare – rende inefficace l’intervento di tutti – aggiunge -. E riduce la possibilità di intuire e prevenire conseguenze anche fatali. Di qui l’esigenza di intervenire con una profonda riforma delle procedure e dell’organizzazione giudiziaria, innanzitutto per incrementare le garanzie processuali dei soggetti fragili e allo stesso per tutelare l’operato dei giudici minorili, su cui troppo spesso sono ricadute le carenze complessive del sistema”.
“Processi troppo lunghi”
Cartabia ha parlato anche dei tempi dei processi: “Processi irragionevolmente lunghi rappresentano un vulnus per tutti. Per gli indagati e per gli imputati, che subiscono oltre il necessario la ‘pena del processo’ e il connesso effetto di stigmatizzazione sociale”.
Il caso Regeni
Cartabia ha poi commentato la situazione sul processo Regeni: “Ci stiamo adoperando per assicurare alle nostre autorità giudiziarie ogni supporto perché possa svolgersi il processo sul caso Regeni”.
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